Chi era Lee Miller: la storia vera dietro al film con Kate Winslet
Scopriamo la storia vera che si cela dietro al film con Kate Winslet
Il film di Ellen Kuras porta sul grande schermo la vita di Lee Miller, la fotografa interpretata da Kate Winslet, raccontando la storia di una delle fotografe di guerra più influenti del XX secolo. La sua esistenza, segnata da eventi straordinari e un’indomabile volontà di indipendenza, si intreccia con alcuni dei momenti più cruciali della storia contemporanea. Ma quanto di questa vicenda cinematografica corrisponde alla realtà?
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Chi era Lee Miller: dalla memoria alla storia, dalla storia al film

Antony Penrose, figlio di Lee Miller, è cresciuto in un contesto in cui la fotografia era una presenza costante. Sua madre gli aveva insegnato a usare una Rolleiflex e lo aveva portato con sé durante le visite ad artisti di fama mondiale come Pablo Picasso, Joan Miró e Man Ray. Tuttavia, per molto tempo, non aveva avuto piena consapevolezza del passato straordinario della madre. Non sapeva, ad esempio, che Lee fosse stata una corrispondente di guerra per Vogue, documentando la seconda guerra mondiale con immagini che sarebbero diventate iconiche. Semplicemente, Lee Miller non parlava mai di quel periodo della sua vita. Dopo la morte della madre nel 1977, Penrose e sua moglie Suzanna diedero il benvenuto alla loro figlia, Ami. In cerca di vecchie fotografie di famiglia da confrontare con le immagini della neonata, salirono nella soffitta della casa di Miller e trovarono un manoscritto intitolato The Siege of St. Malo.
Quel documento conteneva una descrizione cruda e dettagliata della battaglia di St. Malo, con scene di morte e distruzione viste in prima persona dalla fotografa. Penrose, incredulo, chiese spiegazioni al padre, l’artista e collezionista Roland Penrose, che confermò la paternità del racconto mostrandogli un vecchio numero di Vogue in cui era stato pubblicato. A quel punto, Antony comprese quanto ancora dovesse scoprire sulla vita della madre. Negli anni successivi, Antony Penrose si dedicò a preservare l’eredità della madre, scrivendo nel 1985 la biografia The Lives of Lee Miller e fondando, insieme alla figlia Ami Bouhassane, i Lee Miller Archives. Questa istituzione conserva le opere e i documenti della fotografa nella sua ex casa nell’East Sussex, in Inghilterra. Da questi archivi ha preso forma il film di Ellen Kuras, basato proprio sul libro di Penrose e arricchito da materiali inediti concessi alla produzione.
Josh O’Connor è il figlio di Lee Miller, Penrose, nel film
Nel film, Josh O’Connor interpreta un giovane Penrose che, ormai adulto, cerca di raccogliere le testimonianze della madre sulla sua vita. Il racconto procede alternando momenti di spensieratezza nei circoli artistici del sud della Francia prima della guerra e scene intense in cui Miller documenta la devastazione dei bombardamenti nelle città europee. Nella realtà, però, Miller non parlò mai al figlio delle sue esperienze durante la guerra. Secondo Penrose, oltre alla sua naturale riservatezza, un elemento chiave di questo silenzio era il disturbo da stress post-traumatico, una condizione di cui lui e la sua famiglia hanno preso piena consapevolezza solo con il tempo.

La produzione del film ha affrontato numerosi ostacoli, tra cui difficoltà economiche che hanno portato Kate Winslet, oltre a essere protagonista e produttrice, a finanziare personalmente gli stipendi della troupe per alcune settimane. Il risultato è un’opera che vuole rendere giustizia alla complessità di Miller, ritraendola non solo come una musa e una modella, ma come una donna coraggiosa e determinata, capace di documentare la storia con uno sguardo unico. La vita di Lee Miller non è iniziata con la guerra, ma in un contesto completamente diverso.
Gli anni della gioventù di Lee Miller: Man Ray, Jean Cocteau e due matrimoni

Nel 1927, a soli diciannove anni, fu scoperta da Condé Nast a New York e divenne rapidamente una delle modelle più richieste. Apparve sulla copertina di Vogue e divenne il volto di diverse campagne pubblicitarie. Ma non si accontentò di essere solo un’icona di bellezza. Due anni dopo si trasferì a Parigi, dove conobbe Man Ray e divenne sua assistente e compagna. Insieme sperimentarono nuove tecniche fotografiche, tra cui la solarizzazione, e frequentarono i circoli surrealisti, lavorando con artisti del calibro di Jean Cocteau, che la scelse come protagonista per il suo film d’avanguardia The Blood of a Poet. Nonostante il successo, l’inquietudine la spinse a nuovi cambiamenti. Nel 1934 sposò un uomo d’affari egiziano, Aziz Eloui Bey, e si trasferì al Cairo, dove continuò a scattare fotografie, esplorando il deserto e la città con il suo obiettivo. Tuttavia, la routine stabile non era nella sua natura, e ben presto tornò in Europa, dove iniziò una relazione con Roland Penrose. Fu con lui che si stabilì in Inghilterra poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
La guerra e le immagini più importanti
L’arrivo della guerra segnò una nuova svolta nella sua carriera. Tornò a lavorare per Vogue, ma questa volta non si occupò solo di moda: divenne una delle poche fotografe accreditate per documentare il conflitto. Le sue immagini della Londra colpita dai bombardamenti tedeschi furono tra le più potenti del periodo. Nel 1942 ottenne l’accreditamento dall’esercito americano, ma inizialmente si occupò di fotografare il lavoro delle infermiere e delle volontarie. Tuttavia, con lo sbarco in Normandia e l’avanzata degli Alleati, riuscì a raggiungere il fronte e a immortalare alcuni dei momenti più drammatici della guerra, inclusa la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. Le immagini di Miller sono entrate nella storia, ma la guerra lasciò cicatrici profonde nella sua psiche. Tra le più importanti ricordiamo: Lee Miller nella vasca da bagno di Hitler, Il suicidio del borgomastro di Lipsia e della sua famiglia, Prigioniero nel campo di concentramento di Dachau, Il ritratto surreale di Lee Miller con un occhio chiuso, Le labbra di Lee Miller, Moda e surrealismo, Donne al lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo il conflitto, la sua produzione artistica diminuì e si ritirò in una vita più appartata. Il peso delle esperienze vissute, insieme al disturbo da stress post-traumatico, influenzò profondamente il suo stato d’animo negli anni successivi. Solo attraverso il lavoro del figlio Antony la sua eredità artistica è stata pienamente riscoperta e valorizzata.
Quando e come è morta Lee Miller
Lee Miller morì il 21 luglio 1977, all’età di 70 anni, a causa di un cancro. Lee Miller è sepolta nel cimitero di Chiddingly, East Sussex, Inghilterra.
Oggi, Lee Miller è riconosciuta non solo come una delle più grandi fotografe della sua epoca, ma anche come una donna che ha sfidato le convenzioni, lasciando un segno indelebile nella storia dell’arte e del fotogiornalismo. Il suo impatto sulla fotografia e sull’arte visiva rimane ancora oggi un’ispirazione per molte generazioni di artisti e giornalisti. Il film di Ellen Kuras porta sul grande schermo questa figura straordinaria, esplorando le sue contraddizioni e il suo genio. La storia di Lee Miller è quella di una donna che ha rifiutato di essere definita da un solo ruolo, reinventandosi continuamente e lasciando un segno indelebile nel mondo della fotografia e oltre.
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