Sarah Scazzi e il delitto di Avetrana: la storia vera dietro Qui non è Hollywood
Prima di essere una serie TV, il delitto di Avetrana è un fatto reale che ha scosso l'opinione pubblica e che fa venire la pelle d'oca ancora oggi. Qui non è Hollywood fa di questo caso di cronaca uno show, noi cerchiamo di fare chiarezza su quanto accaduto.
Avetrana – Qui non è Hollywood, la serie TV sull’omicidio di Sarah Scazzi, ha suscitato polemiche al punto da subire una modifica nel titolo. Tuttavia, per chi ha ascoltato queste tragiche notizie in diretta al telegiornale, seguendo gli sviluppi di questa triste vicenda, la serie diretta da Pippo Mezzapesa e prodotta da Matteo Rovere non affronta affatto un tema nuovo. Il volto di quella ragazzina fu trasmesso e stampato ovunque e la sua storia continua a suscitare sgomento, lasciando ancora (pochi) interrogativi sospesi.
La serie tratta dal libro scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni (intitolato Sarah. La ragazza di Avetrana, pubblicato da Fandango Libri), suddivide la narrazione in quattro capitoli in cui va a scandagliare le principali personalità coinvolte, a partire dalla vittima. Nonostante il caso sull’omicidio di Sarah Scazzi sia definitivamente chiuso, è naturale che sorgano ancora degli interrogativi e che la serie Qui non è Hollywood (questo il nuovo titolo) provveda a riaccendere i riflettori su un delitto che ancora brucia sulla coscienza di Avetrana e dell’Italia intera.
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Chi era Sarah Scazzi
Interpretata da Federica Pala nella serie TV Disney+ Qui non è Hollywood, Sarah Scazzi era ragazza di 16 anni (nata a Busto Arsizio il 4 aprile 1995), che avrebbe dovuto iniziare il secondo anno dell’istituto alberghiero Mediterraneo di Maruggio. La serie ce la descrive come una ragazza dolce e solare, soffermandosi anche su alcune dinamiche familiari, come il rapporto freddo con la madre o ancora i piccoli dispetti che amava fare alla cugina maggiore.
Il delitto di Avetrana: cosa accadde quel maledetto 26 agosto 2010?
La scomparsa di Sarah fu denunciata dalla madre il 26 agosto 2010. La ragazza era uscita di casa intorno alle 14.30 per raggiungere la cugina Sabrina Misseri (classe 1988), insieme alla quale avrebbe dovuto raggiungere un’amica per poi andare al mare. Ma Sara non andrà mai in spiaggia, poiché da questo momento in poi sembrerà essere scomparsa nel nulla.
Stava forse fingendo per vedere come avrebbero reagito i suoi amici e parenti? Inizialmente si pensò a un allontanamento volontario da parte della ragazza e a tal proposito la serie TV sottolinea un pensiero di Sarah condiviso con gli amici. Va da sé che la vita privata di Sarah Scazzi fu messa sotto i riflettori: si iniziò a indagare sulle possibili ragioni, passando in rassegna il suo profilo Facebook, il suo diario segreto, la sua routine.
Contrariamente all’immagine della ragazza inquieta e desiderosa di evasione dipinta dai notiziari, i familiari furono molto risoluti nel sostenere la tesi del rapimento, che dopotutto non tornava affatto, visto il quadro familiare.
L’attenzione mediatica, che la serie di Pippo Mezzapesa porta a galla con un titolo evocativo, affisso anche in uno dei muri di Avetrana che vediamo all’inizio del primo episodio, è la sintesi di ciò che accadde: la piccola città della provincia di Taranto si trovò assediata dai giornalisti e la famiglia della vittima finì per essere ospitata in diverse dirette TV.
Il ritrovamento del cellulare e la confessione di Michele Misseri
A oltre un mese di distanza dalla scomparsa, il 29 settembre del 2010, lo zio Michele Misseri (classe 1954), disse di aver ritrovato il cellulare della nipote, parzialmente bruciato, privo di batteria e scheda telefonica, presso le campagne di Avetrana e Nardò, in contrada Tumani (territorio della provincia di Lecce).
Michele Misseri dichiarò inoltre che sarebbe stato in grado di trovarla in maniera così confusa e poco convincente che le indagini si focalizzarono proprio su di lui. Nella serie il personaggio di zio Michele appare quello più combattuto e legato alle tradizioni cattoliche, al punto che la mancata sepoltura del corpo di Sarah sembra turbarlo particolarmente. Sappiamo che Michele Misseri confessò l’omicidio di Sarah Scazzi, a seguito di un tentativo di stupro, il 6 ottobre del 2010, al termine di un interrogatorio durato circa nove ore. Lo zio della giovane indicò il luogo in cui si trovava il corpo: un pozzo di raccolta delle acque sito in Contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana.
Come ci mostra Qui non è Hollywood, il cadavere fu rinvenuto in diretta TV, durante la trasmissione Chi l’ha visto? diretta da Federica Sciarelli, nella quale erano presenti Sabrina e la mamma della vittima, Concetta Serrano, per poi essere sepolto tre giorni più tardi (il 9 ottobre) presso il cimitero comunale della città, accanto alla nonna materna.
Chi ha ucciso veramente Sarah?
Nonostante l’ammissione di colpa da parte di Michele Misseri, gli inquirenti non sembrano convinti che l’uomo abbia fatto tutto da solo, anche perché lo zio di Sarah Scazzi continua a tradirsi di continuo. Il 15 ottobre infatti chiamò in causa la figlia Sabrina, sostenendo di aver ucciso Sarah mentre lei la tratteneva, per poi addossare l’intera colpa su quest’ultima. Nel frattempo, i risultati dell’autopsia diedero maggiori dettagli, escludendo la violenza sessuale.
Perché Sarah Scazzi è stata uccisa?
Ma perché Sabrina Misseri l’avrebbe fatto? Il movente dell’omicidio di Sarah Scazzi, come ci racconta anche la serie prodotta da Matteo Rovere, risiederebbe nell’interesse comune nei confronti di Ivano Russo. A segnalarlo agli inquirenti fu lo stesso Michele Misseri, il quale segnalò la lite tra le due cugine avvenuta il giorno prima della morte di Sarah. Un dettaglio di certo non indifferente, che portò all’arresto di Sabrina Misseri, all’epoca ventiduenne, il 15 ottobre del 2010.
Che fine ha fatto e cosa fa oggi Ivano Russo?
Dopo l’arresto di Sabrina, anche Ivano Russo (che all’epoca dei fatti aveva 26 anni) fu interrogato. Il giovane disse più volte di non avere nulla a che fare col caso e di non essersi mai reso conto dell’interesse da parte di Sarah nei suoi confronti, dichiarando inoltre di non averla mai vista prima dell’omicidio. Ma a quanto pare non fu così, poiché da ulteriori indagini emerge che il ragazzo aveva incontrato Sabrina e Sarah circa mezz’ora prima del triste accaduto. Per tale ragione, Russo fu condannato a cinque cinque anni di reclusione durante il processo-bis sul delitto, conclusosi il 22 gennaio 2020. Ma non scontò mai la pena poiché, essendo passato troppo tempo, il reato è andato in prescrizione.
Oggi Ivano Russo lavora presso una pizzeria del centro nel suo paese natale.
Il coinvolgimento di Cosima Serrano, madre di Sabrina Misseri, nel delitto di Avetrana
Ritornando sulla famiglia Misseri, l’arresto di Cosima Serrano, la zia dell’adolescente, avvenne il 26 maggio 2011, con l’accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona. Stando all’analisi dei tabulati risultava, infatti, una chiamata dal suo cellulare mentre si trovata in garage in quel fatidico pomeriggio del 26 agosto 2010, pur avendo dichiarato di non trovarsi lì.
A incastrare Cosima e Sabrina fu la dichiarazione del fioraio Giovanni Buccolieri, il quale disse di aver visto le due donne, in un orario e nella data corrispondente il giorno del delitto, strattonare Sarah e costringerla a salire in macchina
Come fu uccisa Sarah Scazzi
Secondo il verdetto della Corte Suprema di Cassazione del 21 febbraio del 2017, a uccidere Sarah Scazzi il 26 agosto del 2010, furono la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano, mentre Michele Misseri si sarebbe occupato unicamente di occultare il cadavere (insieme al fratello).
In base delle indagini svolte, Sarah fu uccisa per strangolamento (con una cintura) dalle due donne. La presenza di entrambe si è notata dall’assenza di segni di difesa da parte della ragazza, a riprova che qualcuno le stava impedendo di liberarsi.
Il 21 febbraio del 2017 Sabrina Misseri e Cosima Serrano sono state riconosciute colpevoli dell’omicidio di Sarah Scazzi e condannate all’ergastolo dalla Corte suprema di cassazione per concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione. Nella stessa data è stato condannato anche Michele Misseri alla pena di 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, mentre il fratello Carmine Misseri ha dovuto scontare 4 anni e 11 mesi di reclusione per concorso in occultamento di cadavere.
Che fine hanno fatto Cosima e Sabrina oggi?
Cosima Serrano (che oggi ha 69 anni) è reclusa presso il carcere di Taranto, dove svolge attività di volontariato di tipo sartoriale. Nella sua stessa cella si trova la figlia Sabrina, che attualmente ha 36 anni. La ragazza ha continuato a negare il suo coinvolgimento nell’omicidio della cugina, non mostrando alcun segno di pentimento.
Michele Misseri oggi
Michele Misseri ha finito di scontare la sua pena l’11 febbraio del 2024, lasciando il carcere di Lecce, presso il quale era detenuto, con oltre un anno di anticipo, per via di alcuni sconti di pena. L’uomo è tornato a vivere presso la villetta di via Deledda, ad Avetrana.