Chiara Ferragni e il pandoro Balocco: 5 errori di comunicazione commessi dalla regina delle influencer
Chiara Ferragni e il crisis management, una tragedia annunciata? Ecco 5 errori strategici nella campagna di comunicazione!
Chiara Ferragni e il pandoro Balocco: sono giorni che sul web non si parla d’altro. Ormai, la situazione di crisi tra la popolare influencer di Cremona e l’Antistrust con la sua grassa multona di un milione di euro è un vero e proprio caso mediatico. Cosa lo definisce come tale? La ampissima copertura che sta ricevendo da parte dei social, dei media di ogni genere, coinvolgendo figure di spicco nell’opinione pubblica come lo stesso Fedez nonché la giornalista Selvaggia Lucarelli.
La Lucarelli, prima della fila a puntare il dito contro le azioni di beneficenza della regina delle influencer, ha usato la sua penna affilata per infarcire la questione di critiche, frecciatine e osservazioni pungenti. Non è stata la sola, ma un post di scuse profondamente controverso ha portato un po’ di chiarezza nella questione truffa, se non altro umanizzando la figura della famiglia Ferragnez e di Chiara. Il video con capelli legati e tuta grigia (andata sold-out in pochi giorni), aspetto dimesso e orecchie abbassate in stile di resa, ha convinto molti ma non tutti. C’è chi addita la Ferragni di piangere lacrime di coccodrillo, mentre chi si fida (o ha interessi nel mostrarsi fiducioso) aiuta a creare una figura martorizzata dalla altrui invidia.
Insomma, Chiara è una donna coraggiosa che non ha saputo gestire una crisi ma ha avuto l’onestà di ammetterlo o piange perché è stata scoperta senza riuscire a svignarsela dalla gogna mediatica? La risposta potrebbe non venire fuori mai, ma una cosa è certa: il crisis management non ha fatto del proprio meglio per arginare la situazione, mostrandoci un lato profondamente carente della comunicazione pubblica italiana. Ma cosa ha sbagliato esattamente? Vediamo i 5 passi falsi che potevano essere evitati o gestiti con maggior scaltrezza.
1. Chiara Ferragni e la crisi Pandoro Balocco: con le uova di Pasqua Dolci Preziosi un bis?
Chiara Ferragni è la regine delle influencer, una vera e propria diva del web sempre attenta ad ogni dettaglio della sua figura, un brand con capelli biondi e occhi celesti che ha solo se stesso come prodotto da offrire ai propri fruitori. Un business di successo che racconta un sogno all’italiana, di bellezza e lusso e vita possibile: la Ferragni è imprenditrice di se stessa e dei suoi cari, una analista abile e accorta che, suo malgrado, resta in ogni caso un essere umano. E l’essere umano, da quando esiste ed è definibile in quanto tale, è conosciuto per la sua immancabile propensione all’errore.
Che sia in buona o in cattiva fede nella questione Pandoro non è dato saperlo, ma certamente gli interventi per arginare la crisi – per intenderci, l’internazionalissimo campo del crisis management – non sono stati dei più abili. In cosa poteva essere migliore la campagna di scuse di Chiara Ferragni? Ecco i 5 punti cruciali.
1. Fedez
Fedez è il marito di Chiara, ma la sua presenza sui social e le risposte alla stampa non sempre risultano essere edificanti per la sua compagna di vita. Più di una volta, Federico è stato criticato dal grande pubblico per aver messo in ombra Chiara con la sua personalità.
Ancora una volta, Fedez si è dimostrato anello debole invece che supporto incrollabile alla sua donna: durante una intervista online, il rapper ha preso le distanze da Chiara nella questione Balocco, parlando di quanto gli affari di sua moglie fossero suoi e lui non fosse a conoscenza dei fatti riguardanti il pandorogate. Non un fronte troppo unito per quelli che si presentano (e vendono) comme Ferragnez!
2. Tempistiche ritardate rispetto all’accusa
Il padorogate è stata una brutta botta per la bionda e bella Chiara, ma il dolce natalizio griffato è stato capro espiatorio per esporre radicali critiche nei confronti della giovane donna e dei suoi adoratori. Le “scuse” di Chiara sono arrivate con netto di ritardo rispetto alle accuse, seppur non in tempo limite per renderla invisa definitamente agli occhi del grande pubblico. Chiara ci ha messo la faccia, ma ha aspettato diversi giorni prima di pubblicare un video contenente delle scuse ufficiali. Sarebbe stato, per le strategie di comunicazione vigenti, un video girato con naturalezza e immediato. Da qui, ci si connette automaticamente al terzo errore di comunicazione commesso.
3. Mancanza di fermezza nelle scuse, dichiarazione facilmente fraintendibile
Chiara è intervenuta troppo tardi, ma non è solo la mancanza di tempismo ad aver inficiato il valore del suo video: la Ferragni ha parlato in modo vago e – nonostante le scuse – la presa di responsabilità gioco un po’ sull’effetto Cappuccetto Rosso. Le parole pronunciate sembrano profondamente radicate in un rammarico personale e nel dolore, ma mancano di chiarezza e soprattutto una indipendente e ferma donna d’affari sembra diventare improvvisamente una sprovveduta Bambi vittima della altrui disattenzione o una campagna di comunicazione fallimentare. Peggio ancora, il discorso la fa sembrare vittima di un raggiro. Non è la Chiara che siamo abituati a vedere, così potente mediaticamente e simbolo femminista!
4. Il video registrato con una spontaneità equivoca
Il post di Chiara, con grande aggiunta di lacrime e commozione, ha avuto un effetto commovente per molti fan dell’ influencer. Tuttavia, sono diversi gli internauti che hanno faticato a trovare il video spontaneo e non studiato nel minimo dettaglio. Un post pre-registrato non era esattamente il massimo per trasmettere spontanea tristezza e rammarico per un gesto così equivoco.
Le lacrime sono ambigue, non chiare, non accompagnano né esprimono un messaggio di chiaro pentimento o presa di responsabilità. Chiara gioca la carta della Piccola Fiammiferaia e, per molti, l’ artificio è troppo evidente.
5. Mancanza di chiarezza anche nel video di scuse
Il video di Chiara ha diviso le folle, ma un’ unica impressione è rimasta chiara e forte nel cuore degli spettatori con occhio critico acceso e puntato sulle idiosincrasie della influencer: a completare la scarsa capacità di crisis management è la mancanza di chiarezza nelle dinamiche della crisi stessa da parte della Ferragni. Non spiega in cosa ha sbagliato, come ha creato la situazione attuale e soprattutto come una multa dell’ Antitrust può diventare un semplice “errore di comunicazione“.
I fan attendono la sorte delle uova di Pasqua per stabilire un’ opinione riguardo gli affari della Ferragni. Chi la venera spera nella buona fede. Che sia una sprovveduta in alcuni campi della comunicazione, dopotutto?