Chiedimi se sono felice: le frasi del film di Aldo, Giovanni e Giacomo
Rileggere le frasi di Chiedimi se sono felice, uno dei film più apprezzati di Aldo, Giovanni e Giacomo, può farci riflettere su tante cose. Ad esempio chi non ha mai ripensato alla citazione "una bugia detta a fin di bene vale più di cinquecento verità"?
Aldo, Giovanni e Giacomo – nei loro anni d’oro – hanno creato una serie di pellicole divertenti, belle da vedere ed estremamente riflessive. Una di queste è senza dubbio Chiedimi se sono felice, film del 2000 scritto, diretto e interpretato dai tre comici. Una commedia che racchiude un forte senso drammatico, spingendo lo spettatore alla riflessione. Ci sono delle frasi, in particolare, che – anche se divertenti – lasciano l’ombra di un sorriso amaro e che fanno strada a una serie di considerazioni post visione. Abbiamo dunque raccolto di seguito le citazioni migliori del film.
Le 13 frasi più belle di Chiedimi se sono felice
Il film comincia con la voce narrante di Aldo, che si rivolge direttamente allo spettatore, chiedendogli se ha mai visto qualcuno felice, nonostante stesse per morire.
Avete mai sentito di qualcuno che era felice mentre stava morendo? Forse quell’alpinista, l’ho letto sul giornale, che è arrivato su e non è più tornato giù. Ha raggiunto il suo scopo. Oppure quel sub che è andato giù e non è più tornato su. Ha fatto il suo record personale. Forse un sorriso gli è scappato. E poi ci sono io alla fine di questa storia… eccomi. Vi sembrerà strano ma, anche se sto per morire, sono felice!
Proprio nell’anno in cui Aldo sta per morire, il 2000, cerca di riappacificare i rapporti con i suoi vecchi amici.
Certo che tu sei veramente il campione olimpico dei minchioni, eh!
Lo so, visti così sembravamo tre coglioni… e forse lo eravamo.
Ma cosa c’hai nel cervello? Le scimmie urlatrici?
Giacomo, guarda, parlare con te o parlare con Biscardi è la stessa cosa…
La trama di Chiedimi se sono felice, per chi non lo sapesse, ruota attorno a tre uomini: Aldo, Giovanni e Giacomo, un tempo amici inseparabili e artisti che cercavano di farsi strada nel mondo dello spettacolo. I loro rapporti si sono deteriorati quando Giacomo ha sottratto Martina a Giovanni, una ragazza di cui quest’ultimo si era innamorato e che, per ironia della sorte, ha scelto di invaghirsi proprio di uno dei suoi migliori amici. E la frase che segue racchiude un po’ l’accaduto!
Ma possibile che come ti muovi pesti una merda? In un colpo solo gli hai fatto fuori il lavoro e la fidanzata! Adesso prendi una macchina, gli metti sotto la madre e finisci il lavoro. E comunque Giacomino se ti chiedo un favore, domani, non farmelo!
Il film si alterna tra passato e presente, tra il 1997 – quando i tre erano uniti, pronti per conquistare il mondo, mettere su un proprio spettacolo e continuare ad essere amici – e il 2000 – quando Aldo sta per morire, ma continua ad avere dei sogni: mettere su lo spettacolo Cyrano con i suoi due migliori amici.
Chiedimi se sono felice è ricchissimo di momenti e dialoghi divertenti, in cui vengono riprese battute o citazioni famose e rielaborate, come:
Cos’è un bacio? Un apostrofo rosa tra le parole franco e forte.
O ancora battute come:
Che cos’è il rancore? Il rancore è quella cosa… Che quando… Lo so, ti si… Eh la… Cioè il rancore, lo dice la parola stessa: ran-core, che la… Bisogna… Maria, ma proprio io dovevo fare la voce fuori campo!
Anche mia nonna quando doveva mettermi le supposte da bambino me le spalmava sul sellino della bicicletta!
Giacomino, ti prego, scarricamela
Aldo, non è che perché hai un frigo degli anni ’60 ci devi tener dentro la roba degli anni ’60!
Verso la seconda parte della pellicola, quando il viaggio in Sicilia sta per finire, arrivano i momenti più drammatici. Stiamo parlando della famosa teoria del piano inclinato spiegata in Chiedimi se sono felice.
Avete presente la teoria del piano inclinato? No? Ve la spiego. Se mettete una pallina su un piano inclinato la pallina comincia a scendere, e per quanto impercettibile sia l’inclinazione, inizia correre e correre sempre più veloce. Fermarla, è impossibile. Ma per fortuna gli uomini non sono palline: basta un gesto, un’occhiata, una frase qualsiasi a fermare il corso delle cose.
Cosa aggiungere potrebbe un narratore | a quanto già narrato dall’attore; | a me non resta altro che sparire, | fare un bell’inchino e poi svanire. | Come Cyrano che confessa e muore ai piedi del suo grande eterno amore, | anch’io finito il mio cammino mi accascio e vado verso il mio destino. | Che è quello di chi inizia e già finisce, | sboccia e dopo un attimo appassisce, | di chi vive soltanto un paio d’ore, | sperando in un applauso e dopo muore.
Chiedimi se sono felice: la scena finale del teatro e la teoria del piano inclinato
No, non disturbatevi, restate sulla sedia,
Signori mi presento, sono la commedia.
Non son fatto di ossa ma di atti
Che vi lascino rimborsati o soddisfatti
Il mio cuore è chiamato trama
Gente che si odia e che si ama,
Il mio sangue è tutto ciò che accade
Dal bacio, al duello con le spade,
Il mio cibo è il vostro battimani,
Il veleno, gli attori cani.
Io sono la commedia e mi divido in atti
Per raccontare a voi gli straordinari fatti
Di questi cavalieri e della loro dama
Di chi crede di amar
E di chi invece ama.
Si narrerà del poeta Cyrano e del suo naso
Che pare modellato con lo stucco;
ma non ditelo all’attore, non è il caso, perché ce l’ha davvero, mica è un trucco
E di Cristiano, giovane cadetto, che si esprime poco meglio di un gibbone
ma ha fascino ed è di bell’aspetto. Un po’ di fantasia questa è finzione,
Entrambi ardon d’amore, questo è il bello
Per Rossana, cugina di Cyrano
Di quest’ultimo ama cuore e cervello
ma ama corpo e viso di Cristiano.
Ma l’ora dei preamboli è finita
È l’ora che si vada ad incominciare
A tessere la trama e poi l’ordito
A svolgere, cucire e ricamare;
Che squillino le trombe signori spettatori
Inizia la commedia, che parlino gli attori.
Mio nonno diceva sempre: una bugia a fin di bene vale più di cinquecento verità.