Colpa delle stelle: la storia vera che ha ispirato il film
Nonostante il film possa essere interpretato come un prodotto cinematografico artificioso, pretenzioso ed emotivamente manipolativo, sarà una sorpresa scoprire che, in realtà, Colpa delle stelle è stato ispirato da una storia vera.
Alla sua uscita, Colpa delle stelle si è trasformato in un fenomeno che si potrebbe definire virale, un fenomeno che ha attirato a sé migliaia di giovani adolescenti, follemente innamorati della vicenda di Hazel Grace Lancaster (Shailene Woodley) e Augustus Waters (Ansel Elgort), apparentemente ispirata da una storia vera, su cui si focalizza l’intero film diretto da Josh Boone alla regia del suo secondo lungometraggio.
Per i meno esperti e per coloro che non hanno mai visto il film in questione, prima di essere trasformato in un film, Colpa delle stelle è nato come romanzo sentimentale scritto da John Green, l’autore americano che, con le sue storie alquanto realistiche, strappalacrime e stilisticamente ben scritte, è sempre stato capace di attirare su di sé l’attenzione del pubblico più giovane, il quale, dimenticandosi della finzione narrativa, riusciva a sentirsi terribilmente rappresentato durante la lettura dei libri dello statunitense. Allusione a Giulio Cesare, opera teatrale di William Shakespeare in cui il personaggio di Cassio osservava che “La colpa (…) non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi, che siamo subalterni”, il romanzo di Green e, conseguentemente, il film di Josh Boone si soffermava sulla vita della sedicenne Hazel Grace Lancaster, impegnata in una lotta contro il cancro alla tiroide e partecipe di un gruppo di supporto per i malati di tumore.
Sarà proprio grazie a questa comunità che la ragazza conoscerà, durante il primo giorno di partecipazione al gruppo, il giovane Augustus Waters. Costretti a vivere la loro vita in base alle loro condizioni di salute, dovendo spesso rifiutare di realizzare i propri desideri più nascosti, i due si innamoreranno inevitabilmente l’uno dell’altro e capiranno il significato del vero amore, del dolore e del sacrificio.
Guadagnando oltre 48 milioni di dollari al botteghino statunitense nel primo weekend di distribuzione, il film ha catturato l’attenzione di tutto il mondo, critica compresa, inevitabilmente scissa tra apprezzamento e insoddisfazione. Nonostante ciò, in pochi hanno pensato di andare oltre la narrazione, cercando di riflettere un po’ più in profondità, di focalizzarsi sulla materia narrata e di rispondere ad una domanda molto quotata all’interno della fanbase del lungometraggio: Colpa delle stelle è ispirato ad una storia vera?
Colpa delle stelle: chi è la ragazza che ha ispirato il personaggio interpretato da Shailene Woodley?
Nonostante il film possa essere interpretato come un prodotto cinematografico artificioso, pretenzioso ed emotivamente manipolativo, sarà una sorpresa scoprire che, in realtà, Colpa delle stelle è stato ispirato da una storia vera. Sarà anche semplice non piangere guardando il lungometraggio, ma sarà difficile non commuoversi leggendo la vicenda di Esther Earl, la giovane rappresentato nel lungometraggio dal personaggio interpretato da Shailene Woodley.
Nata il 3 agosto 1994 a Beverly, una cittadina statunitense del Massachusetts, Esther aveva scoperto che il suo corpo aveva iniziato ad essere consumato dalla tragedia del cancro all’età di appena dodici anni: proprio in quel momento, per esternare l’immenso dolore provato alla scoperta di questo male, la ragazza aveva deciso di pubblicare su YouTube un video in cui si raccontava, parlando della sua vita e della sua malattia, diventando una celebrità di internet. Pochi anni dopo, nel 2009, Esther conoscerà John Green durante una conferenza dedicata ad Harry Potter, di cui la giovane era una grande ammiratrice: “Mio fratello partecipa a molte di queste conferenze”, ha spiegato l’autore di Colpa delle stelle, “e, quindi, ne ho frequentata una a Boston. (…) Io e Esther siamo finiti a parlare in fondo alla stanza e così siamo diventati amici”. Eppure, purtroppo, la vita della giovane non sarebbe durata ancora molto.
“Penso che conoscere e prendersi cura di Esther sia probabilmente stata una delle cose più importanti e che più mi ha influenzato in termini di pensiero, cambiando la mia mente e il mio rapporto con le realtà emotive che seguono una malattia cronica”, ha affermato il romanziere. “Quello che mi ha ispirato di più (nella stesura del romanzo, ndr)” è stato l’insolito mix di leggerezza e profondità di Esther: era una persona molto attenta. Attenta nei confronti dei suoi amici e della sua famiglia. Però Esther era anche sciocca e divertente. Nonostante tutto ciò, non ho mai voluto appropriarmi della storia di Esther, che appartiene esclusivamente a lei e alla sua famiglia. Non a me. Hazel di Colpa delle stelle è, quindi, un personaggio immaginario: certi aspetti della sua personalità sono molto diversi dalla persona che Esther è stata”.
Mi è davvero piaciuta la sua forte e determinata personalità. (La determinatezza, ndr) è stata forse la cosa che più apprezzavo di Esther, mi è davvero piaciuta ed ero davvero arrabbiato dopo la sua morte. Ho deciso di scriverci un romanzo perché stavo disperatamente cercando una speranza, dopo questo tragico avvenimento”, ha spiegato in numerose interviste, “E sono ancora piuttosto triste, per la cronaca.
Malgrado tutta la sua tenacia, nonostante la giovane avesse lottato senza sosta contro una maledizione che si era manifestata così in tenera età, il tumore alla tiroide sconfisse Esther il 25 agosto 2010 all’età di sedici anni, età che John Green ha associato anche a Hazel Grace Lancaster, il personaggio principale del film Colpa delle stelle e interpretato dalla carismatica Shailene Woodley. Esther non ha mai visto nessuno dei libri prima di morire.
Il lungometraggio di Josh Boone non è ispirato unicamente ad una sola storia vera
Nonostante John Green abbia affermato diverse volte che la storia vera che ha più ispirato Colpa delle stelle è l’esistenza della sopracitata Esther Earl, il romanzo e, successivamente, anche il lungometraggio derivano anche da vicende di altre persone, quale, per esempio, la coppia formata da Katie e Dalton Prager.
Anche loro accumunati dalla tragedia della fibrosi cistica, Katie e Dalton Prager si sono incontrati virtualmente e quasi per caso su Facebook all’età di diciotto anni. Benché uno vivesse nel Kentucky e l’altro nel Missouri, i due giovani hanno vissuto una vera storia d’amore che prevede numerosi punti di tangenza con la storia d’amore fittizia di Hazel e Augustus, protagonisti del film. Gli avvenimenti che costellano la loro vicenda sentimentale sono, infatti, molto simili alla scena di Colpa delle stelle in cui ai due giovani innamorati viene vietato di recarsi ad Amsterdam per incontrare il loro idolo, Peter van Houten (Willem Dafoe): come nel lungometraggio, i medici vietarono a Katie e Dalton di incontrarsi a causa dell’alto pericolo di contagio che caratterizza i batteri della terribile malattia che ha distrutto le loro vite.
Malgrado le avvertenze dei loro medici, nella storia vera, la madre del ragazzo decise di portarlo nel Kentucky in modo che il figlio potesse conoscere Katie, la giovane di cui era follemente innamorato, la giovane che li aveva rubato il cuore. Nei due anni successivi, la coppia deciderà di sposarsi e di acquistare una casa insieme, coronando un sogno d’amore che, tanto desiderato, era stato tanto osteggiato. Nel 2014, però, la vita da favola che stavano vivendo avrà una fine: non c’era più niente che i medici potessero fare per aiutare i due giovani. Le condizioni pessime dei loro polmoni, i linfomi, le polmoniti e le infezioni virali costringeranno la coppia a separasi, riunendosi per l’ultima volta a luglio, durante il quinto anniversario del loro matrimonio. La malattia spegnerà prematuramente la vita di Dalton, che morirà il 17 settembre, per poi portare al termine anche l’esistenza di Katie: la ragazza ha ceduto alla sua malattia il giovedì seguente, circondata dal calore della sua famiglia e dall’amore dei suoi cani.
Tuttavia, anche un’altra vicenda ispirerà John Green nella stesura di Colpa delle stelle, questa volta, di nuovo, vissuta in prima persona dal romanziere: l’autore è stato, infatti, influenzato anche dal suo tempo trascorso lavorando come cappellano in un ospedale pediatrico infantile. Fu proprio lì che scoprì che i bambini erano proprio come le persone sane e che sentivano una sensazione orribile, la sensazione che “i romanzi (che parlavano di loro, ndr) fossero eccessivamente semplificati, talvolta persino disumanizzati. Penso che generalmente abbiamo l’abitudine di immaginare i malati o i morenti come altro.” Come afferma l’autore, “ho letto molti libri sul cancro, che sono stati estremamente utili, e ho anche parlato molto con le famiglie di persone affette da cancro, così come i bambini dell’ospedale in cui lavoravo. Si trattava di circa una dozzina di ragazzini affetti da cancro”.
È spontaneo, dopo questa breve ricapitolazione delle influenze che hanno portato alla creazione del romanzo e del lungometraggio, notare come Colpa delle stelle sia una vicenda totalmente a sé stante, autonoma e fittizia. Come affermava l’autore, egli non ha mai desiderato raccontare solamente la storia di Esther: ha, invece, preferito costruire un personaggio dal nome Hazel, un personaggio che fosse immaginario e che, quindi, fosse unicamente della sua mente.