Quanto è accurato Conclave? L’errore che rovina il finale e cosa non torna nella morte del Papa
Conclave ha commesso un errore. Ecco perché il film non è fedele alla realtà nella rappresentazione della morte del Papa!
Dopo il trionfo agli Oscar con la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, Conclave è tornato sotto i riflettori, complice l’eco suscitato dalla recente morte di Papa Francesco. Il film, diretto da Edward Berger e tratto dal romanzo di Robert Harris, racconta l’intrigante processo che si mette in moto dopo la scomparsa del pontefice, unendo dramma, tensioni ecclesiastiche e un colpo di scena finale che ha spaccato pubblico e critica.
La storia segue il cardinale Lawrence (interpretato da Ralph Fiennes), decano del Collegio cardinalizio, chiamato a guidare il Conclave in un momento delicatissimo per la Chiesa. Tutto si svolge in un crescendo di segreti, rivalità e silenzi che culminano con una rivelazione scioccante: l’elezione a Papa del cardinale Vincent Benítez, rivelatosi essere una persona intersessuale e nominato in pectore, cioè segretamente, dal Papa defunto.
Conclave e l’errore che mina la coerenza narrativa

Sebbene il film sia stato elogiato per l’accuratezza nella rappresentazione delle liturgie e delle dinamiche vaticane – supportato da consulenze ecclesiastiche durante la lavorazione – c’è un elemento chiave che mina la coerenza del finale: nella realtà, un cardinale in pectore non può partecipare al Conclave né tantomeno essere eletto, a meno che la sua nomina non sia stata resa pubblica dal Papa ancora in vita. Questo passaggio, ritenuto fondamentale nella prassi canonica, è stato ignorato nella sceneggiatura, rendendo di fatto impossibile l’elezione di Benítez. Una libertà narrativa che ha sicuramente un impatto forte, ma che si scontra con la realtà dei regolamenti vaticani, facendo vacillare la credibilità di un’opera altrimenti attenta ai dettagli.
Nonostante l’inesattezza, Conclave ha il merito di aprire un dibattito potente e necessario. Come ha sottolineato David Gibson, direttore del Centro per la religione e la cultura presso la Fordham University, il film riesce a stimolare riflessioni profonde sull’identità di genere, sull’inclusione e sul rapporto tra dogma e modernità. Sì, una persona intersessuale potrebbe teoricamente essere eletta Papa, come accaduto in passato con uomini gay. Ma il film, pur affrontando questo tema con coraggio, lo fa senza chiarire fino in fondo le implicazioni reali e teologiche, lasciando il messaggio in una zona ambigua.
Tra verità e finzione: una scelta consapevole
Il regista Edward Berger ha più volte affermato di aver voluto equilibrare precisione storica e forza drammatica. L’errore sul cardinale in pectore non è casuale, ma una scelta deliberata per potenziare il significato simbolico del finale. Conclave, in questo senso, si pone più come riflessione critica che come ricostruzione fedele, una “eresia cinematografica” – come qualcuno l’ha definita – che ci interroga sulla capacità della Chiesa di evolversi di fronte alle sfide del presente. In un panorama spesso troppo prudente, Conclave osa. Sbaglia, forse, ma lo fa con intenzione e visione. E questo, nel mondo del cinema, è ancora qualcosa che vale la pena difendere.