Darren Aronofsky: tutti i film del diretti dal regista prima di The Whale
Ripercorriamo assieme la carriera di Darren Aronofsky, con i 7 film diretti dal regista prima di The Whale, suo ultimo lavoro, nelle sale italiane dal 23 febbraio.
Un cinema che fin dai suoi primi vagiti ha diviso il pubblico tra chi lo ama e chi non riesce ad apprezzarlo, la ricerca di un’introspezione che si realizza nell’esagerazione e nell’alterazione della realtà; lo sguardo di Darren Aronofsky sul mondo è uno sguardo personale, che attualizza il thriller psicologico e ambisce ad insinuarsi, al di là della pelle, nelle trame più intricate dell’animo umano. Un’innovativa e visionaria rappresentazione dell’ossessione, dell’isolamento psicologico, con un protagonista contrapposto a sé stesso e ai fantasmi originati dal suo stesso pensiero e dalle sue stesse paure.
Alla ricerca, quindi, di qualcosa di personale per sé, per il pubblico e, soprattutto, per i propri personaggi, Aronofsky non necessita di alti budget per portare in sala la propria visione e così, nella prima fase della sua carriera, si dedica esclusivamente a piccole produzioni. La sua cifra stilistica si differenzia, fin da subito, per un uso efficace dello split-screen e di ingombranti primi piani, che si alternano a campi lunghi e lunghissimi, ma soprattutto è evidente un lavoro di post-produzione che dedica al montaggio un’attenzione rara, causata dalla rappresentazione di sequenze fortemente segmentate. La poetica e lo stile del regista lo accompagno dal 1998 ad oggi: 25 anni conditi da 7 lungometraggi, in attesa dell’uscita del nuovo The Whale, capaci di renderlo uno dei cineasti contemporanei più interessanti.
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1. π – Il teorema del delirio è l’opera prima di Darren Aronofsky
Bianco e nero e camere a spalla dipingono l’immaginario di Max Cohen (Sean Gullette) nell’opera prima di Darren Aronofsky, che ne disvela la poetica senza alcun indugio. Il protagonista è un matematico che vive in solitudine, afflitto dalle continue emicranie e dalle frequenti crisi epilettiche e convinto che nel mondo ogni cosa, compreso l’andamento della borsa di Wall Street, possa essere compresa e rappresentata per mezzo dei numeri.
2. Il cult firmato da Aronosfky: Requiem for a Dream
2 anni più tardi, nel 2000, arriva un film divenuto culto: Requiem for a Dream. L’opera, tratta dal omonimo romanzo di Hubert Selby, si divide in 3 capitoli e mostra il percorso dei suoi protagonisti, tra cui si registrato Jennifer Connely e Jared Leto, entrati nell’infernale e vizioso circolo della droga.
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3. The Fountain – L’albero della vita
La finzione letteraria si mescola al racconto di un malattia, il cancro di cui soffre Isabel (Rachel Weisz) e per cui il marito Tomas (Hugh Jackman), medico ricercatore, cerca una cura in The Fountain – L’albero della vita. Il libro scritto all’interno del film dalla protagonista si interroga sul rapporto che sussiste tra la vita e la morte, in un gioco di sovrapposizioni tra il reale e l’ultradimensionale.
4. The Wrestler
Il meritatissimo Leone d’Oro vinto a Venezia nel 2008 spiega il tripudio suscitato da The Wrestler, il film di Aronofsky che più facilmente si apre al pubblico e lo accoglie in un altro gioco di scavo interiore. Onore alla scelta del cast che, oltre ad una meravigliosa Marisa Tomei, vanta la partecipazione di Mickey Rourke nel ruolo del protagonista Ram Robinson, atleta in forte declino che prova a rilanciarsi al centro del ring; un personaggio che sembra essere stato scritto su misura per l’attore, in un’operazione simile a quella fatta recentemente per The Whale e Brendan Fraser.
5. Anche Il cigno nero è targato Darren Aronofsky
Non per capire Darren Aronofsky ma bensì per comprendere la sua complessità e avere un esempio trasparente della sua poetica, basta guardare Il cigno nero, una visione che nel disturbare può aiutare a trovare una nuova chiave di lettura per l’opera cinematografica in generale. La cieca ambizione che si lega all’onirismo, un’ossessione resa carnale, viva e straziante da una protagonista eccezionale (Natalie Portman) e dalla sua controparte (Mila Kunis).
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6. Noah
Nel 2014 Aronofsky collabora con lo sceneggiatore Ari Handel, già al suo fianco per diversi lavori precedenti, nella realizzazione di Noah, film in cui Russell Crowe indossa le vesti di Noé, in un’immaginifica rappresentazione dei capitoli della Genesi dedicati al diluvio universale e alla costruzione dell’arca. La Bibbia viene ripresa fedelmente per poi lasciare un più libero spazio al pensiero dell’autore, restituito con il consueto montaggio serrato.
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7. Madre! è l’ultimo lungometraggio realizzato da Aronofsky prima di The Whale
Presentato a Venezia, dove riceve un’accoglienza abbastanza ingenerosa, Madre!, fin qui penultima pellicola girata da Darren Aronofsky, con protagonisti Javier Bardem e Jennifer Lawrence, per un breve periodo compagna del regista, è un altro importante tassello nel quadro poetico dell’autore che, ancora una volta, si scontra con i mostri della psiche in un racconto allegorico del rapporto di coppia tra i due protagonisti, scontratisi in apertura con due personaggi inattesi.
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