Diabolik 2: anticipazioni e ipotesi sul sequel del film (senza Luca Marinelli)
Diabolik, Eva, Ginko e una storia ancora tutta da scrivere: da quali albi dello storico fumetto i Manetti Bros potrebbero attingere per il loro sequel?
Nonostante Diabolik sia al cinema da poco più di una settimana (è uscito nelle sale italiane il 16 dicembre, dopo un rinvio di un anno esatto in conseguenza della pandemia di Covid-19), già sappiamo che sono in lavorazione ben due seguiti, sempre diretti dai Manetti Bros. Una scelta divenuta ormai standard per il mercato americano (soprattutto quello riguardante i supereroi), ma assai anomala per le produzioni nostrane, e che lascia bene intendere come il progetto sia tenuto in alta considerazione da produttori (Rai Cinema e Mompracem) e distributori (01 Distribution).
Pochissimo si sa delle nuove riprese, iniziate a ottobre 2021, e si tratta essenzialmente di conferme. Quella relativa alle location – Milano e Trieste su tutte – lascia intendere che le avventure del Re del terrore e della sua compagna Eva Kant continueranno a svolgersi tra Ghenf e Clerville (gli Stati fittizi in cui operano e risiedono i personaggi). Mentre quella sul cast nasconde un piccolo enigma: voci di corridoio raccontano infatti di una clamoroso cambio di protagonista. Non più Luca Marinelli, quindi, ma l’italo-canadese Giacomo Gianniotti, una delle star di Grey’s Anatomy.
In attesa di raccogliere altri indizi su trama e contenuto dei sequel, abbiamo provato a capire quali potrebbero essere gli albi storici a cui i Manetti Bros si ispireranno, considerata anche la loro approfondita conoscenza del fumetto ideato nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Storie di amore e di vendetta divenute di culto, tasselli utili e importanti per approfondire la conoscenza dei caratteri in gioco.
Ipotesi 1: Sepolto vivo e Il treno della morte – Diabolik ed Eva ad un passo dalla morte
L’ottavo albo della cosiddetta “prima serie” di Diabolik – pubblicato nell’agosto del 1963 – è la prima storia del Genio del crimine divisa in due puntate: Sepolto vivo e Il treno della morte, un unico racconto extralarge per fissare nei lettori l’idea che le vite di Diabolik, Eva Kant e Ginko siano strettamente connesse tra loro. Se nella prima parte infatti Diabolik viene catturato e per evitare la ghigliottina riesce a simulare temporaneamente una morte apparente, per permettere a Eva di recuperarne il corpo ormai sepolto, nella seconda sarà proprio Eva a venire arrestata, ad essere messa su un convoglio blindatissimo diretto al carcere e a rischiare la vita.
Una vicenda piuttosto movimentata, che all’epoca servì anche per spiegare il rapporto ambivalente tra buoni e cattivi, tra giustizia e fuorilegge. Una delle avventure più amate dai fan (perlomeno fino al numero 100, La morte di Eva, e al numero 107, Diabolik, chi sei?), non a caso inserita anche nell’adattamento cinematografico del 1968 diretto da Mario Bava, quel Diabolik psichedelico e ultra-kitsch forse filologicamente non ineccepibile ma comunque ricordato con affetto. E se nei due seguiti i Manetti Bros volessero mettere in scena proprio questo rocambolesco racconto?
Ipotesi 2: Diabolik, chi sei? – Il passato del Re del terrore
In seguito alle continue richieste da parte dei lettori, che dopo 5 anni continuavano a seguire le storie dell’antieroe mascherato senza sapere nulla del suo passato, le sorelle Giussani decisero di dare alle stampe la prima vera pietra angolare della saga: l’albo Diabolik, chi sei?, uscito nelle edicole il 4 marzo 1968. Un episodio celeberrimo e chiacchieratissimo, che svela finalmente una fetta importante della vita pregressa del protagonista. Diabolik e Ginko sono infatti rinchiusi in una cella senza via d’uscita, destinati a morte certa. Ginko quindi ne approfitta per soddisfare una curiosità che lo assilla da sempre, da quando cioè ha iniziato a dare la caccia al suo arcinemico.
Diabolik cede alla richiesta, convinto forse per la prima volta di essere davvero giunto al termine della sua esistenza. In 120 pagine scopriamo che il criminale è stato cresciuto su un’isola da un gruppo di criminali, che il suo padre putativo si chiama King e che sarà proprio lui – nel momento più intenso dell’albo – a dargli quel nome, Diabolik. Una storia affascinante e unica, che forse però, nella sua trasposizione, potrebbe andare incontro a qualche problema: su tutti, il rischio di una certa ripetitività, considerando che il 90% della vicenda si svolge in flashback. Oltre alla non trascurabile pressoché totale assenza della partner di Diabolik, Eva Kant.
Ipotesi 3: Nel tunnel della pazzia – Il ritorno di Elisabeth Gay
E se invece uno dei due sequel fosse incentrato su Elisabeth Gay, l’ex compagna di Diabolik? Colei la quale ne smaschera la doppia vita, portandolo ad un passo dal patibolo? La storia editoriale del personaggio è peculiare: pare infatti che le Giussani si siano rese conto troppo tardi di aver affiancato al protagonista del loro fumetto un personaggio dall’indole troppo debole, e abbiano deciso di sbarazzarsene in fretta e furia. Impossibile farla sparire però del tutto, e infatti nel corso degli anni Elisabeth fa capolino continuando, a suo modo, a tormentare Diabolik (che, del resto, per vendicarsi del torto subito non esita a farla rinchiudere in manicomio).
L’albo più significativo da questo punto di vista resta Nel tunnel della pazzia, edito nell’agosto del 1995. Elisabeth riemerge dal passato più sconvolta che mai, ma capace di ideare e realizzare con lucidità e freddezza un piano fatto di raffinate torture e indicibili sofferenze. Diabolik qui è alle corde, rinchiuso in un sotterraneo, quasi sempre privo di coscienza e impossibilitato a mettersi in contatto con Eva. Un vortice di orrore e follia, che rappresenterebbe per i Manetti Bros una scommessa nella scommessa, ma che aggiungerebbe pathos e fisicità ad una saga che rischia altrimenti di radicalizzarsi in un immaginario eccessivamente affettato e démodé.