Donnie Brasco: la storia vera dietro al film con Al Pacino e Johnny Depp
Le vicende criminali raccontate nel film Donnie Brasco sono accadute veramente: ecco la storia dell'agente sotto copertura Joe Pistone!
3 novembre 1997. Una data che probabilmente a molti di voi non dirà nulla. Quel giorno, però, nelle sale italiane debuttò uno dei film cult che il cinema ci ha saputo regalare durante gli anni novanta, ovvero Donnie Brasco. Diretto da Mike Newell, il film viene non solo ricordato per le ottime interpretazioni di Al Pacino e Johnny Depp – nei panni rispettivamente del criminale Benjamin “Lefty” Ruggiero e dell’agente dell’FBI sotto copertura Joseph D. Pistone – ma soprattutto per la celebre frase “Che te lo dico a fare?“, nominata dall’American Film Institute tra le cento migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi.
La storia vera dietro Donnie Brasco
Donnie Brasco è basato sul libro del 1988 “My Undercover Life in Mafia” dell’agente dell’FBI Joseph Dominick Pistone. Nato a Erie, in Pennsylvania, il 17 settembre 1939, Pistone è cresciuto nel quartiere Sandy Hill di Paterson, nel New Jersey, da padre calabrese e madre siciliana. Nel 1965 si è laureato in antropologia al Paterson State College e, dopo un anno, ha iniziato a lavorare per l’Office of Naval Intelligence. Nel 1969 è diventato agente speciale del Federal Bureau of Investigation e nel 1974 è stato trasferito a New York e assegnato alla squadra per i furti di camion. La sua abilità nel guidare gli autoarticolati e bulldozer si è rivelata fondamentale, tra il 1975 e il 1976, per infiltrarsi in una banda specializzata nel furto di veicoli, portando all’arresto di oltre 30 persone lungo la Eastern Seabord.
La prima grande operazione nel mondo della mafia di Joe Pistone è stata quella denominata “Sun-Apple“, composta da due operazioni simultanee che si verificarono a Miami (Sunny Miami) e a New York (The Big Apple). Pistone venne scelto come agente sotto copertura dall’agenzia per via delle sue origini siciliane, della sua ottima conoscenza della lingua italiana e per essere cresciuto a Paterson. Dopo un intenso lavoro, nel settembre 1976 Pistone ha iniziato a lavorare sotto copertura – con il nome in codice “Donnie Brasco” – vestendo i panni di un ladro di gioielli. Il suo obiettivo non è mai stato quello di infiltrarsi nel mondo della mafia, come lui stesso ha dichiarato, bensì quello di indagare su un gruppo di persone che vendeva beni rubati che provenivano dal gran numero di furti di camion che avvenivano ogni giorno in quell’epoca (da cinque a sei al giorno). L’operazione doveva durare circa sei mesi inizialmente, ma alla fine durò ben sei anni.
Nello stesso periodo in cui Donnie Brasco stava investigando sulla famiglia Bonanno, Bob Delaney, agente sotto copertura con il nome di Bobby Covert, iniziò ad indagare sul crimine organizzato nel New Jersey. Durante le indagini mantenne un legame con le famiglie mafiose, che, a un determinato prezzo, avrebbero potuto allentare le pressioni dei sindacati sui suoi affari. I due agenti si incontrarono attraverso il capo regime della famiglia Colombo Nicholas Forlano, anche se nessuno dei due sapeva dell’altro. In seguito, Pistone strinse un rapporto molto stretto con il capo regime della famiglia Bonanno Dominick “Sonny Black” Napolitano, con Michael Sabella ed Anthony Mirra, mentre Benjamin “Lefty” Ruggiero, soldato della famiglia Bonanno, divenne per lui una vera e propria guida nel mondo criminale. L’operazione giunse al termine quando Napolitano ordinò a Donnie Brasco di uccidere Anthony Indelicato, che aveva in precedenza eluso un incontro in cui suo padre Alphonse Indelicato, insieme a Phillip “Philly Lucky” Giaccone e Dominik “Big Trin” Trinchera erano morti. Pistone non ha mai testimoniato, né è stato coinvolto nell’omicidio dei tre. Due giorni dopo, agenti dell’FBI informarono Napolitano e Ruggiero che il loro associato da lungo tempo era di fatto un agente dell’FBI.
Poco dopo, Napolitano fu assassinato per aver permesso a un agente dell’FBI di infiltrarsi nella famiglia: gli spararono e poi, come segno dello sgarro che doveva pagare, gli mozzarono le mani. Il boss dei Bonanno Joseph Massino è stato condannato nel 2004 per aver ordinato l’omicidio. Ruggiero rischiò a sua volta di essere ucciso, ma fu arrestato dall’FBI per prevenirne l’uccisione. Dopo l’omicidio di Napolitano, la mafia mise una taglia di 500.000 dollari sulla testa di Donnie Brasco. Anche se il contratto sembra non più valido, Pistone vive sotto falso nome e per di più gli è stato vietato di mettere piede ad Atlantic City, nel New Jersey, a New York City o in qualunque località con un’alta presenza della mafia.
Nel corso degli anni Joe “Donnie Brasco” è diventato autore ed è stato consulente di organismi preposti all’applicazione della legge, come Scotland Yard. Inoltre, è stato chiamato a testimoniare davanti al Senato statunitense come esperto sul crimine organizzato. Nel corso della sua carriera come agente dell’FBI – iniziata nel 1969 e terminata nel 1986 – Pistone è riuscito ad accusare 200 membri della mafia e a condannare un centinaio di criminali.