Elena Ferrante: svelata l’identità della misteriosa autrice de L’amica geniale?
Con il successo internazionale de L'amica geniale, tutti vogliono sapere chi è Elena Ferrante.
Chi è Elena Ferrante? Si dice che domandare è lecito, rispondere è cortesia. Dietro allo pseudonimo della scrittrice si sono accampate varie teorie. Soprattutto con la pubblicazione della tetralogia de L’amica geniale la curiosità è divenuta assillante. Il successo della trasposizione televisiva in Italia e nel mondo, specialmente negli Stati Uniti, ha reso ancor più affascinante il mistero che ruota attorno alla figura dell’autrice.
Nel 2016 sembrava fosse emersa la verità, con la presunta ammissione della principale indiziata, attraverso un profilo Twitter creato ad hoc e subito dopo cancellato. Insomma, una vicenda ingarbugliata, che richiederebbe le migliori capacità investigative. Noi di Cinematographe.it abbiamo provato a raccogliere le diverse voci emerse in proposito.
Elena Ferrante chi è e come è diventata famosa?
Prima di addentrarci nella questione, vediamo chi è il personaggio di Elena Ferrante e quali opere l’hanno portato sulla bocca di tutti. Nel corso della prolifica attività letteraria, l’autrice ha rilasciato pochissimi dettagli sul suo conto. In alcune interviste ha “svelato” di essere nata a Napoli il 5 aprile 1943, città dove sarebbe poi cresciuta.
Il primo romanzo che ne porta la firma è L’amore molesto, titolo mandato in stampa nel 1992 vincitore del Premio Procida Isola di Arturo-Elsa Morante. Dal libro è stato tratto l’omonima pellicola diretta da Mario Martone, in concorso al Festival del cinema di Cannes. La seconda opera, I giorni dell’abbandono, è stata quella della conferma per il pubblico e la critica, al punto da meritarsi l’approdo sul grande schermo. Il lungometraggio, affidato alla regia di Roberto Faenza, è stato proiettato durante la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2005.
Risale al 2003 il lancio del volume La frantumaglia, in cui viene raccontata la personale esperienza di scrittrice. Ma nelle pagine la Ferrante aveva avvertito i lettori. Non una, bensì in due passaggi. “Io non odio affatto le bugie, nella vita le trovo salutari e vi ricorro quando capita per schermare la mia persona”, scriveva. Per poi aggiungere: “Italo Calvino nel 1964 scriveva a una studiosa che chiedeva informazioni personali: “Mi chieda pure quel che vuol sapere e glielo dirò. Ma non le dirò mai la verità. Di questo può star sicura”. Questo passo mi è sempre piaciuto e almeno parzialmente l’ho fatto mio”. In sostanza, una semi-confessione: qua e là avrebbe mentito. Lo sottolineiamo perché ci permetterà di comprendere appieno le sfumature su chi è Elena Ferrante.
Le teorie più diffuse sull’identità di Elena Ferrante
Nel 2006 è uscito La figlia oscura, da cui nel 2007 si è preso spunto per La spiaggia di notte, un racconto indirizzato ai bambini. Le fondamenta della consacrazione internazionale vengono gettate nel 2011, con l’arrivo del primo atto della saga L’amica geniale, al quale sono seguiti Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta. In un unico testo, Cronache del mal d’amore (2012) si sono poi accorpati i primi tre lavori della scrittrice (L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura), accomunati dal tema di un amore negativo, traumatico e destabilizzante.
Alla luce degli ampi consensi, per la categoria chronicler, la rivista Foreign Policy l’ha inserita nel novembre 2014 tra i cento pensatori più influenti. Nell’aprile 2016 è entrata nella lista dei 100 artisti più influenti secondo il Time. La tetralogia, dapprima pubblicata in un audiolibro, ha dato il là alla serie L’amica geniale, prodotta dall’emittente statunitense HBO in collaborazione con la Rai.
Il 7 novembre 2019 è giunto in Italia il romanzo La vita bugiarda degli adulti, che è, pertanto, l’ultimo libro di Elena Ferrante. La piattaforma di streaming Netflix se ne è presto accaparrata i diritti per una serie con Valeria Golino, Alessandro Preziosi e la giovane Giordana Marengo. Sotto la categoria saggi sono confluiti L’invenzione occasionale e I margini e il dettato.
Anita Raja ed Elena Ferrante sono la stessa persona? Cosa sappiamo sul marito e sulla sua vita privata
La portata del fenomeno ha incrementato esponenzialmente il numero di persone vogliose di scoprire chi è Elena Ferrante. Secondo diversi giornalisti e appassionati de L’amica geniale, la trama sarebbe basata sulle esperienze reali dell’autrice. Nell’ottobre del 2016, un articolo dell’inserto domenicale de Il Sole 24 Ore sembrava aver trovato abbastanza prove per stabilire con la quasi assoluta certezza la vera identità. Gli indizi raccolti da Claudio Gatti portavano tutti in un’unica direzione: Anita Raja, saggista napoletana, moglie e traduttrice del celebre scrittore Domenico Starnone.
Stando alle evidenze “documentali” – riportate pure dal magazine americano The New York Review of Books, il portale d’oltralpe Mediapart e il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung – gli introiti economici sia di Edizioni e/o (la casa che ha pubblicato tutti i libri della Ferrante) sia di Anita Raja sono aumentati in maniera vertiginosa dal 2014, l’anno di uscita appunto del primo libro de L’amica geniale. Allora Edizioni e/o Srl ha incrementato i ricavi di oltre il 65 per cento sul 2013. Dunque, nel 2015, segnato dalla pubblicazione di Storia del nuovo cognome, i bilanci hanno chiuso con un più 150 per cento rispetto al 2014.
Trend in forte ascesa replicato dai compensi corrisposti da Edizioni e/o a Raja. La somma pagata nel 2015 è giunta a superare di oltre sette volte quella del 2010, quando Elena Ferrante non era ancora diventato un caso internazionale. Tale balzo, di cui non risulta abbiano beneficiato altri dipendenti, scrittori o collaboratori di Edizioni e/o, non è giustificabile da un semplice incremento della mole di lavoro di traduttrice, non essendo particolarmente remunerato. Le retribuzioni nel biennio dichiarate da Raja appaiono coincidere proprio con le somme generate dai diritti d’autore.
Da visure catastali il Sole 24 Ore ha peraltro appreso che, nel 2000, dopo il successo de L’amore molesto di Mario Martone, ispirato al primo romanzo di Ferrante, Anita Raja ha acquistato un appartamento di valore a Roma e una piccola casa di campagna in un paesino della Toscana noto per essere frequentato dall’élite giornalistico-letteraria italiane. Investimenti immobiliari effettuati pure dal marito.
Esattamente come la Ferrante, pure Anita Raja è nata a Napoli, sebbene abbia lasciato il capoluogo campano a soli tre anni, con un fratello minore e una mamma che, insegnante di tedesco nata in Germania ma ebrea di origine polacca, è scampata ai soprusi nazisti, per trasferirsi a Roma, dove tutt’oggi vive.
Piccole note personali le avrebbe disseminate nei vari scritti. Nino, personaggio di cui Elena è innamorata ne L’amica geniale, sarebbe il marito della Raja, quel Domenico affettuosamente chiamato con un vezzeggiativo. La descrizione della Normale di Pisa, frequentata dalla prima donna di Starnone, rispecchierebbe i racconti della figlia Viola Starnone, studentessa dell’istituto.
Il nome di Elena e la scelta dello pseudonimo dipenderebbero dall’amore provato dalla Raja nei confronti di Elena Raja, zia da parte del padre Renato, magistrato partenopeo. Infine, la Raja avrebbe attinto i temi sviluppati ne L’Amica Geniale da Christa Wolf, scrittrice tedesca di cui è traduttrice.
Nel corso del 2016 i dubbi sembravano essersi trasformati in certezza, sotto forma di un tweet, che recitava: “Sì sono io Elena Ferrante. Ma ora lasciatemi vivere in pace”. Si è poi scoperto che il profilo da cui era partito fosse fasullo, ovvero non lo avesse aperto Raja, bensì un “falsario”
Per gli accertamenti di rito, il Sole 24 Ore ha provato a contattare telefonicamente Domenico Starnone e il fratello di Anita Raja, riportando dettagliatamente gli indizi trovati e le conclusioni a cui è giunto. Ma la traduttrice ha sempre respinto il confronto, come anche i due comproprietari di e/o Sandro Ozzola e Sandro Ferri, manifestando disappunto per l’incursione nelle questioni private.
In rete circolano due teorie alternative. La prima vuole che dietro a Elena Ferrante operi un gruppo di ghostwriter e il nome della scrittrice costituirebbe un anagramma dei nomi dei vari autori de L’anima geniale. Stando alla seconda ipotesi, avanzata dal critico e romanziere Marco Santagata, ci sarebbe, invece, lo zampino di Marcella Marmo, una storica laureata alla Normale di Pisa che insegna all’Università Federico II di Napoli. La sola certezza – citando Plinio il Vecchio – è che niente è certo…