Elisabeth Moss: il cinema horror ha eletto la sua regina
In questi anni Elisabeth Moss è protagonista di un exploit nel genere thriller e horror, continuando ad essere scelta come protagonista di alcuni dei progetti più prestigiosi a livello seriale e cinematografico. Il suo rapporto con le opere dell'orrore, però, risale a molto tempo fa, quando l'attrice era ancora bambina.
Due Golden Globes, un Emmy e una lunga lista di successi. Elisabeth Moss parla di sé come se ogni suo lavoro fosse un’anticipazione di ciò che verrà. A guardare i suoi progetti futuri verrebbe da crederle: una serie per Apple, una per Hulu e i primi prodotti della sua nuova casa di produzione. Icona del nuovo cinema, si muove dal grande al piccolo schermo con agilità, trovando spazi creativi in ogni forma che le è concessa. Dal celebre Mad Men al cinema d’autore, sotto la regia di personalità come Ruben Östlund (The Square) e Wes Anderson (The French Dispatch).
Il suo percorso testimonia un cambiamento e funge da monito per i colleghi. Ma, come se non bastasse, l’attrice sta vivendo una seconda fama grazie al new horror americano. Elisabeth Moss non è nuova al genere. Anzi, Us di Jordan Peele e L’uomo invisibile di Whannell sono l’inevitabile arrivo di una filmografia intessuta nell’horror. Dalle prime apparizioni in film per la tv (quando significava basso budget e scarsi risultati), agli esperimenti di show thriller e mistery, ecco come Elisabeth Moss è diventata regina di un genere in veloce mutamento.
Gli esordi di Elisabeth Moss: 10 anni, due denti e un accenno di talento
Elisabeth Moss inizia presto, prestissimo. Prima del 1994, anno del Crimini immaginari di Drazan, da tempo segnalato come suo debutto. Nel 1992 c’è stato Midnight’s child, horror per la tv diretto da Colin Bucksey. Un pizzico di onirismo, misteriose soggettive e una dose mai eccessiva di culti e patti con il diavolo. Qui Elisabeth Moss conquista subito un primo piano. Dal cappellino da Baseball spuntano capelli biondi inclinati in una frangetta (era già Peggy di Mad Men). A seguirne i ciuffi scopriamo due dentini da latte, presto scavalcati da una voce cantilenante. Il legame con l’horror è già qui un patto per la vita. Quando la pericolosa babysitter le chiede quando compie gli anni, la piccola pronuncia un perfetto “24 luglio”. Bucksey non le chiede di recitare, la giovane Moss riferisce la data del suo vero compleanno. Non ha molte battute, ma condivide con Marcy Walker il ruolo di protagonista. La tata svedese ha bisogno della bambina per compiere il proprio complotto satanico. Nell’ingenuità di un personaggio molto semplice, Elisabeth Moss esercita la sua impareggiabile espressione di disgusto.
Con questo Mary Poppins Horror, Moss non abbandona il ruolo di piccola peste. Due anni dopo appare in Vite Separate, thriller sulla sindrome dissociativa di personalità. È la figlia di un Jim Belushi nel doppio ruolo di psicologo e poliziotto. Ancora nell’età in cui “non pensa ai ragazzi”, ci informa il padre.
Prove generali di grandi successi
Scocca il nuovo millennio. Elisabeth Moss toglie la salopette di jeans e veste il ruolo dell’adolescente. Una delle età preferite dell’horror, riscoperta proprio nei primi anni 2000. Con il personaggio di Kelly, protagonista di Spirit, inaugura la parte del protagonista che non riesce a convincere i comprimari del pericolo in agguato. Negli anni a seguire appare in Medium, in Ghost Whisperer e guida l’episdio Eater della serie Fear Itself. Tema: serial killer cannibali. Lo stile della Moss non sposa però i dettami della sexy innocente sacrificata all’horror di serie b. Infatti, nel 2007 l’interessante The Attic si apre con una giovane Alexandra Daddario brutalmente assassinata nella vasca da bagno. Chiuso il prologo, a favore delle forme dell’attrice, entra in gioco la Moss, su cui il film sorregge teorie psicologiche e complessi.
Ne esce una recitazione esasperata e nevrotica. Capace di perfezionare una sceneggiatura che inciampa di continuo. Vede la gemella morta, ma nessuno le crede. Interpreta così un doppio ruolo, come in Us di Peele. Il trucco, in debito con la Avril Lavigne di quegli anni, dimostra la sua capacità di muoversi nelle maschere del genere. Da paranoica e spaventata, nel delirio dell’ultima scena pronuncia una doppia minaccia: punta la pistola su uno dei paramedici che la circonda, ma mira in realtà a se stessa. Quando il colpo parte, stramazza a terra, vittima della sua allucinazione.
Nella sua semplicità, The Attic anticipa molti elementi su cui l’attrice tornerà. Un film sulla mente, con l’attico (in questi anni riportato in auge da Hereditary di Ari Aster) a figurare il cervello umano. Al suo interno uno specchio che ci mostra diversi. Come accade a Lupita Nyong’o entrata per errore nella giostra del parco divertimenti nelle prime scene di Us.
Nel film di Jordan Peele, Elisabeth Moss non è protagonista. Anche se la sua scena madre è probabilmente la più iconica. Nell’attimo prima di morire (uccisa da se stessa come in The Attic) tenta di chiedere aiuto all’assistente vocale installato in casa: “call the police”, e un pezzo dei N.W.A risuona in soggiorno. Resta in scena il suo doppio, anche se per poco. Chiusa in stanza prova il lucidalabbra. Tre lunghi solchi le avvolgono la fronte fino a far scoppiare un sorriso. Una Joker ironica e lasciva.
Il 2020 di Elisabeth Moss
Nell’ultimo anno Elisabeth Moss ha interpretato due ruoli da protagonista. Un horror dallo sceneggiatore di Saw e un thriller claustrofobico sul tema della scrittura. Ne L’uomo invisibile è ancora la paranoica a cui nessuno crede. Vede un “fantasma”, ma questa volta non si arrende e ne dimostra l’esistenza. Una volta in più, il suo personaggio non vuole uscire di casa. A spaventarla è l’ex fidanzato, suicidatosi da poco. Nei momenti di distensione la Moss carica le emozioni. L’impalcatura del volto le permette di anticipa le battute, come ci fosse del subliminale nella sua mimica facciale. Nel film di Leigh Whannell ha alcuni stunt. La vediamo strattonata da una parte all’altra da un uomo invisibile. Deve tirare pugni al nulla, volgere sguardi di odio a stanze vuote. Recita quasi sempre a bocca aperta, sfoderando terrore o angoscia a seconda delle scene. Nel culmine della paranoia il suo personaggio non indietreggia, cerca la soluzione. E infine compie giustizia. Già l’antieroina che ora dice di essere felice di interpretare nel futuro Candy.
Diverso invece è Shirley di Josephine Decker, dove le vicende della scrittrice Shirley Jackson le concedono la costruzione di un personaggio in forma di strega. Ricurva il naso sino al mento mentre legge alla giovane Rose Nemser (Odessa Young) i tarocchi. Non è un horror, ma molta dell’atmosfera di tensione è costruita sull’ambiguità della Moss. La scrittrice, in cerca di ispirazione, sembra nutrirsi della ragazza, totalmente assoggettata a lei. Cammina barcollando, anche se è nei primissimi piani che Elisabeth Moss spagina un film affascinante e un po’ confuso. Nelle parole del marito, interpretato da Michael Stuhlbarg, la sintesi perfetta: “my horrorrifically talented bride”.
La Moss che verrà: progetti futuri e speranze
La carriera di Elisabeth Moss non accenna a rallentare, e tra un film e una serie l’attrice ha avviato la propria casa di produzione. Si chiama Love and Squalor e si occuperà di contenuti per tutte le piattaforme. “Vogliamo sviluppare storie forti e uniche per il grande e piccolo schermo, che rappresentino il mondo che vediamo intorno a noi” ha recentemente dichiarato l’attrice. Tra i primi progetti dello studio un film basato sul libro di Eilen Zimmermann dedicato ai misteri di una giornalista e dell’ex marito tossicodipendente, Imperfect Woman, progetto televisivo sui lati oscuri dell’amicizia femminile, e Idaho, sulla perdita della memoria.
Appena annunciata è invece la produzione di Shining Girls, nuova serie originale Apple. Elisabeth Moss sarà protagonista e produttrice con la love and Squalor che affiancherà la Appian Way di Leonardo DiCaprio. Tratto dal bestseller di Lauren Buekes, la serie sarà ambientata a Chicago negli anni ’30. L’horror, imbracciato dalla Moss come simbolo di una lotta, “combatto l’uomo invisibile” ha avuto modo di affermare, avrà un ruolo centrale nei suoi prossimi lavori. Nella serie Candy interpreterà l’assassina che negli anni ’80 si macchiò dell’omicidio dell’amica Betty Gore. La produzione permetterà a Elisabeth Moss di tornare a lavorare con Robin Veith, già sceneggiatore di Madmen.
Hulu l’ha invece scelta come protagonista e produttrice di Black Match. Un “thriller psicosessuale neo-noir ambientato nella moderna Los Angeles”. L’attrice ha collaborato con la piattaforma già per l’acclamata The Handmaid’s tale, serie che la vede protagonista e che si presta a tornare con una quarta stagione, recentemente rimandata al 2021.
Infine, per ora, Moss attende il grande schermo per il nuovo film di Dana Reid, Run Rabbit Run. Dove veste i panni di una dottoressa esperta in fertilità costretta ad affrontare i fantasmi del passato. Di recente accolta nel cast dell’ultimo film di Taika Waititi, Next Goal Wins, l’attrice sembra spingere i rumors riguardanti il sequel de L’uomo invisibile. Rivolgendosi ai fan non ha celato l’entusiasmo: “fatevi sentire e io vi aiuterò a chiederlo”.