Elvis (2022): il film di Baz Luhrmann è fedele alla storia del personaggio? Le differenze tra finzione e vicende reali
Il film Elvis del 2022, diretto da Baz Luhrmann sulla leggenda del rock Elvis Presley, è una delle pellicole più chiacchierate del momento. Il film, elogiato da pubblico e critica, si concentra sul complesso rapporto tra Elvis e il suo manager, il colonnello Tom Parker . Il film racconta un giovane Presley, passando per gli esordi, la fama mondiale e realizzando anche un ritratto dell’uomo dietro il mito. Il regista Baz Luhrmann è famoso anche per realizzare biopic che hanno distintivi elementi che si allontanano dalla realtà dei fatti, ma che riescono comunque ad entusiasmare i fan e che, non sempre, si possono definire disturbanti. Alla fine nessun film, neanche il più biografico, deve essere solo mera rappresentazione degli eventi.
Come in Moulin Rouge! i parigini del 900 cantavano canzoni pop dell’era di MTV e Romeo + Juliet di William Shakespeare presentava personaggi americani del 20° secolo che parlavano come se il film fosse ambientato nel 16° secolo; anche l’ultimo successo del 2022, Elvis, presenta delle differenze con la realtà. Elvis Presley è una delle figure più mitizzate nell’immaginario statunitense e mondiale: incombe sulla cultura pop attraverso imitatori, innumerevoli tributi e tutte le teorie del complotto sulla sua morte. È per questo che ci si potrebbe aspettare che l’Elvis di Baz Luhrmann riguardi la leggenda e non l’uomo. Ma Luhrmann, che ha iniziato a lavorare al film otto anni fa, ha studiato a fondo la vita di Presley, e, nonostante il film sia stato girato in Australia, il regista aveva ormai chiari i luoghi dove aveva vissuto Elvis, anche attraverso i viaggi in America e gli incontri con persone che lo avevano conosciuto prima che diventasse appunto, un mito.
L’inizio di un sodalizio passato alla Storia
Elvis ha ottenuto recensioni generalmente positive, in particolare per la straordinaria performance di Austin Butler nei panni di Presley. Ma il film non è comunque esente da alcune distorsioni della realtà. Ad esempio l’incontro tra il colonnello Tom Parker e Elvis Presley al Louisiana Hayride, quanto il cantante esegue il suo singolo di debutto That’s All Right, nel film avviene al Louisiana Hayride. La scena nella realtà è però riconducibile a due momenti diversi, avvenuti a settimane di distanza. Il colonnello Parker vide effettivamente Presley per la prima volta durante un evento del Louisiana Hayride a Texarkana, in Arkansas, il 15 gennaio 1955 su raccomandazione di un socio, Oscar Davis, ma non incontrò Presley quella sera. Anzi subito dopo contattò l’allora manager del cantante, Bob Neal. Né Oscar Davis né Bob Neal sono presenti nel film, il che suggerisce che Parker si sia imbattuto in Presley stesso quando nessuno stava gestendo la carriera del cantante a parte suo padre Vernon Presley.
Tre settimane dopo, Parker ha visto prima Presley eseguire due concerti all’Ellis Auditorium di Memphis il 6 febbraio e lo ha poi incontrato subito dopo in un bar dall’altra parte della strada insieme a Bob Neal e al produttore Sam Phillips. Ecco che la poetica e memorabile scena di Parker e Presley su una ruota panoramica non è mai avvenuta. Rapidamente, è stata poi avviata una collaborazione che sarebbe durata decenni e avrebbe fatto guadagnare a entrambi centinaia di milioni di dollari. Parker in realtà non è però diventato subito l’unico manager di Presley: il sodalizio risale ufficialmente a un anno dopo quell’incontro, quando un Bob Neal ormai stanco di quel mondo decise di aprire un negozio di dischi rinunciando al rinnovo del suo contratto con Presley.
La morte del fratello e “l’incontro” con Crudup
Elvis aveva davvero un gemello morto alla nascita come si vede nel film. Gladys Presley partorì due gemelli, Elvis Aron Presley e Jesse Garon Presley. Jesse, nato morto, venne sepolto in un cimitero a Tupelo e Gladys disse realmente che: “quando un gemello muore, quello che è sopravvissuto ha tutta la forza di entrambi“, proprio come l’attrice Helen Thomson dice nei panni di Gladys. Anche la sua “conoscenza” di Crudup potrebbe essere tanto accurata quanto la storia legata a Jesse. Nel film di Luhrmann un Elvis Presley 12enne a Tupelo, in Mississippi sbircia dalla fessura di un muro e vede Arthur “Big Boy” Crudup, interpretato nel film dall’artista vincitore del Grammy Gary Clark Jr. cantare That’s All Right, brano che Presley un giorno avrebbe pubblicato come il suo primo singolo. In queste scene, Presley indossa una collana con il logo di un fulmine, come omaggio simbolico di Luhrmann all’amore del ragazzo per i fumetti di Captain Marvel Jr., ma da bambino Elvis non ha mai indossato un oggetto del genere.
Crudup comunque era effettivamente del Mississippi, e aveva iniziato la sua carriera a Clarksdale, a due ore dalla città natale di Presley. Le persone che conoscevano Presley hanno attestato che la musica di Crudup era nella collezione di dischi di Presley e Crudup ha pubblicato That’s All Right su RCA Victor. Ma in un’intervista del 1956 del The Charlotte Observer, Presley suggerì di aver visto anche lui il bluesman di persona da bambino, dicendo: “Giù a Tupelo, nel Mississippi, sentivo il vecchio Arthur Crudup battere su una scatola come faccio io ora“.
I hate Elvis
Nel 1956, Elvis Presley era estremamente popolare, ma era anche una di quelle figure che più divideva l’opinione pubblica, in particolare per le sue mosse di danza provocatorie al Milton Berle Show e per il “nuovo Elvis” in smoking, presentato allo Steve Allen Show. Parker, che stava già guadagnando milioni di dollari, è riuscito a trarre profitto dal contraccolpo, vendendo i bottoni con scritto I Hate Elvis, come mostrato nel film di Luhrmann. Non ci sono prove, tuttavia, che i fan si siano appostati fuori dalle case di Presley con cartelli che dicevano “We Want Old Elvis” e “Don’t Change, Elvis”, come rappresentato in una delle scene della pellicola. Per quanto riguarda invece il nome della figlia di Presley, Lisa Marie, scelto dopo la sua nascita, nel film si vede la figlia per la prima volta quando la moglie Priscilla dice: “forse dovremmo chiamarla Lisa Marie” quando la bambina aveva già diversi mesi. Priscilla Presley ha però una volta rivelato di aver comprato un libro di nomi di bambini durante la gravidanza, e che lei ed Elvis avevano scelto un nome maschile e uno femminile, prima di sapere se avrebbero avuto un bambino o una bambina. “Abbiamo deciso che Lisa Marie era un bel nome“, aveva dichiarato. “Adoravo anche il nome John Baron se fosse stato un maschio e Elvis era d’accordo“.
Anche il riferimento all’assassinio di Robert F. Kennedy è da definirsi un elemento di finzione sullo speciale del ’68 rappresentato nel film. In Elvis, l’assassinio del senatore Robert F. Kennedy avviene mentre si sta registrando Singer Presents… Elvis, l’evento in prima serata della NBC che sarebbe diventato noto come The ’68 Comeback Special. Ed è il suono di uno sparo ad accompagnare Presley durante la registrazione; ma il loro palcoscenico hollywoodiano non era assolutamente vicino all’Ambassador Hotel dove fu ucciso Kennedy. In realtà, Presley stava ancora facendo le prove in quel momento. Inoltre la nuova canzone ispiratrice che è stata scritta per chiudere lo speciale, If I Can Dream, è stata forse più scritta in risposta all’assassinio di Martin Luther King, Jr., con il testo che alludeva al suo discorso “I have a dream“. La sequenza comunque dove la scelta di cantare If I Can Dream che annulla i desideri del colonnello Tom Parker di chiudere lo spettacolo con una canzone di Natale, è abbastanza fedele alla realtà.
Fama e popolarità di Elvis e il licenziamento di Tom Parker
In una scena del film Elvis, lo si vede, ricoverato in ospedale, coprire le finestre della sua stanza con dei fogli di alluminio per evitare occhi indiscreti. Questa era un’usanza che Presley aveva iniziato a utilizzare anni prima durante i tour: la troupe copriva le finestre della sua camera d’albergo con un foglio per lasciare il buio in modo che il cantante potesse dormire durante il giorno; Presley preferiva uscire e vivere la sua vita di notte, considerando anche che alla luce del giorno sarebbe stato più facilmente individuato e assalito dai fan. Un’altra nota scena del film è quando un Elvis Presley disorientato conclude un’esibizione al The International di Las Vegas scagliandosi contro il colonnello Tom Parker e informandolo di esser stato licenziato. Parker riuscirà poi comunque a tenersi il proprio lavoro presentando a Vernon Presley un conto di milioni di dollari che il cantante presumibilmente gli doveva.
Nella realtà, l’unica volta in cui Presley licenziò Parker fu proprio a Las Vegas durante la sua residenza nel 1973 al The International, ma non ci sono conferme riguardo l’essersi scagliato contro Parker. Presley rilasciò invece una dichiarazione dal palco a sostegno di un cameriere con cui aveva stretto amicizia in hotel, Mario, e ha chiamato la direzione dell’Hilton per non far licenziare Mario. Poi nel backstage dopo lo spettacolo Presley ha licenziato Parker, ma solo per alcuni giorni: il manager ha riavuto il suo lavoro fatturando al cantante una grande somma di denaro.
Elvis Presley quasi protagonista di A Star Is Born
Se c’era una cosa che Elvis Presley desiderava e che avrebbe potuto rilanciare la sua carriera era la possibilità di recitare in A Star Is Born. Il più grande film su Elvis Presley fino ad oggi minimizza sempre la sua carriera come attore cinematografico. Nonostante Presley abbia recitato in oltre 30 film, per lo più musical romantici e commedie, l’Elvis di Baz Luhrmann menziona rapidamente il suo primo contratto per 7 film e abbandona poi l’argomento per un paio di decenni. Ma è verso la fine del film chePresley e il colonnello Tom Parker discutono della possibilità di recitare in un remake di A Star Is Born, al fianco di Barbra Streisand, che aveva espressamente proposto Elvis per la parte.
È vero che Presley incontrò la Streisand e che discussero di girare insieme A Star Is Born. Presley non recitava dal 1969 e vedeva il progetto come la sua occasione per essere finalmente preso sul serio come attore drammatico, come il suo modello Marlon Brando, anch’egli considerato per A Star Is Born. Ma come è chiaro in Elvis, Parker era meno entusiasta della prospettiva e alla fine il film andò avanti senza Presley. L’amara ironia della sorte volle che Presley nel film avrebbe interpretato una rockstar durante un declino autodistruttivo e che muore alla fine del film, mentre nella vita Elvis morì meno di un anno dopo che A Star Is Born era uscito nei cinema.