Escape Plan – Fuga dall’inferno: 10 cose da sapere sul film con Sylvester Stallone

10 cose da sapere sul film che vede Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone fare squadra contro un nemico comune.

La possibilità di vedere Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone fare squadra in un film action avrà fatto esultare di gioia tutti gli appassionati del genere che sono cresciuti vedendo questi due interpretarne di eccezionali. Tale possibilità ci viene regalata dal film Escape Plan.

In Escape Plan vediamo Stallone nei panni di un uomo che si guadagna da vivere facendosi rinchiudere nei carceri di tutto il mondo. Il suo scopo? Scappare dalle prigioni di massima sicurezza per poi riferire ogni punto debole di quest’ultimi. Un giorno però, qualcuno lo tradisce e viene imprigionato nella Tomba, una prigione sperimentale designata secondo le informazioni fornite proprio dal personaggio di Stallone. Al suo interno, unirà le forze con un altro misterioso carcerato, interpretato da Schwarzenegger, e insieme tenteranno la fuga.

Riuscirà Escape Plan a soddisfare le aspettative? Leggete e lo scoprirete

I deludenti titoli di testa

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Ora, so che è una cosa strana sul quale lamentarsi, ma pensate agli iconici titoli dei film action degli anni ’80 e ’90 (film nei quali hanno spesso recitato Stallone e Schwarzenegger); il rumore metallico alla comparsa del titolo di Die Hard; lo stacco netto verso il nero di Predator; l’effetto metallico del titolo di Terminator 2: il giorno del giudizio (con tanto di fiamme riflesse nel mezzo!). Questi titoli avvertivano lo spettatore che stava per vedere un film con un bel po’ di azione al suo interno e che quindi era il caso di mettersi comodi e godersi l’avventura. Invece il titolo di Escape Plan è effimero e fugace e ha uno tipo di carattere talmente generico da poter passare facilmente per una di quelle pubblicità sulla fiancata di una macchina da corsa.

Dovrebbe essere più brutale

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All’inizio del film, prima del titolo, si vede Stallone che, al centro del cortile della prigione, fa a pugni e accoltella un grosso energumeno con qualcosa di affilato. Ma questo è il picco massimo di brutalità che si trova. Il punto è: con un film che ha per interpreti Schwarzenegger e Stallone e che in qualche modo vuole rilanciare il brivido del rischio che erano il cuore pulsante dei film action anni ’80 e ’90, il minimo sarebbe vedere un po’ più di movimento. Era praticamente una legge immutabile che almeno una scena di tutti questi film si svolgesse in uno strip club e che il sangue non fuoriuscisse solo dalle ferite d’arma da fuoco o da taglio, ma che praticamente sgorgasse a fiumi. Il fatto che Escape Plan sia così raffinato per la maggior parte del tempo è un po’ un disappunto e sa molto di mancata opportunità.

Jimmy Bobo – Bullet to the Head e The Last Stand – L’ultima sfida sono molto più belli

All’inizio del 2013, la Warner Bros ha fatto uscire nelle sale Jimmy Bobo – Bullet to the Head, diretto da una vera leggenda del genere: Walter Hill. Il film con interprete Stallone era divertente ed entusiasmante e anche incredibilmente violento, un film che si accompagnava bene a quello con Schwarzenegger The Last Stand – L’ultima sfida, uscito giusto un mese dopo dell’altro.

Quest’ultimo film è stato il debutto in lingua inglese del regista sud coreano Kim Jee-Woon e, al suo interno, aveva un buon assortimento di battute umoristiche e di effetti visivi, che spesso sembravano quasi caleidoscopici. Presi insieme, sono due film interessanti che si contrappongono perfettamente. In The Last Stand, Schwarzenegger fa continue battute sul suo essere diventato vecchio mentre, In Bullet to the Head, Stallone si rifiuta di considerasti vecchio. Il punto è che entrambi questi film sono meglio di Escape Plan.

Qualcosa non va con Vincent D’Onofrio

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C’è qualcosa di strano nell’interpretazione di Vincent D’Onofrio. Sebbene nel doppiaggio in italiano questa sfumatura si perda, la voce che Vincent D’Onofrio fa per impersonare il suo personaggio nell’originale è decisamente strana. Di fatto, sembra quasi che stia facendo un’imitazione di Dan Aykroid, il che sarebbe potuta valere da sola il prezzo del biglietto per il solo fine di vedere dove sarebbe andata a finire.

Ancora a New Orleans

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Nel 2013 sembra esserci stato un boom di film che si svolgono nella città di New Orleans, ma forse è arrivato il momento di darci un taglio. I film in questione sono stati così tanti che probabilmente iniziamo a conoscere la città quasi meglio di chi ci abita veramente.

50 Cent interpreta un criminale informatico

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Pensiamoci su per un minuto e cerchiamo di capire quanto possa essere credibile 50 Cent in questo ruolo… a voi l’ardua sentenza.

La prigione super high tech è prelevata direttamente da Quella casa nel bosco

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Vi ricordate quando alla fine di Quella casa nel bosco ci sono tutte le celle dei mostri che escono fuori e si vede la struttura che sembra una specie di pazzesco puzzle? Ecco, quello è l’aspetto che ha più o meno la prigione soprannominata la Tomba. Le guardie armate indossano persino delle inquietanti maschere in faccia. La prigione dovrebbe essere super tecnologica e invece sembra più una rielaborazione di un vecchio modello, solo più brutto.

Arnold si vede solo dopo 35 minuti di film

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Anche se Escape Plan è stato pubblicizzato come il grande film in cui Stallone e Schwarzenegger uniscono le proprie forze contro un nemico comune, Arnold non si vede prima del trentacinquesimo minuto. Una volta che effettivamente i due uniscono le forze, il film diventa piuttosto interessante. Arnold ha più che altro il ruolo di spalla comica ma è una variazione molto gradita. In una scena finale però, torna di nuovo a interpretare il ruolo da duro che ha probabilmente fatto sognare tutti i nostalgici.

L’apparizione di Sam Neill

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Del tutto inaspettatamente, il talentuoso Sam Neill (The Piano, Jurassic Park) fa la sua comparsa in questo film, nei panni di un dottore della Tomba, alle prese con un conflitto morale non indifferente.

La grande rivelazione dell’ubicazione della prigione è piuttosto efficace

Se non si fosse ancora capito, Escape Plan è una pellicola sofferta, piena di dialoghi pesanti, personaggi bidimensionali e svolte sbagliate. Ma c’è una scena piuttosto efficace che è quella in cui Stallone scopre dove si trova la prigione in cui è rinchiuso e quanto è disperata la sua situazione. È una scena molto ben fatta, anche se ripensando alla scena della fuga dalla prigione di Face/Off non si può fare a meno di pensare che quella sia decisamente migliore.