Eterno Femminile: 4 cose da sapere prima di vedere il film
Rosario Castellanos è una donna, una filosofa, una madre e una femminista messicana della prima metà del Novecento. La regista Natalia Beristain racconta la sua storia in Eterno femminile, accentuando la complessità del personaggio.
Eterno femminile è un film di Natalia Beristain e racconta la vita di Rosario Castellanos, una delle intellettuali più rilevanti della storia messicana contemporanea. Distribuito nelle sale italiane strategicamente il giorno della Festa della Donna, la pellicola è un manifesto di cultura femminista, filtrato da un biopic elegante e formale.
Natalia Beristain è un’autrice profonda e cerebrale, figlia dei due grandi attori messicani Arturo Beristáin e Julieta Egurrola e formatasi negli anni come sceneggiatrice e casting director. Questo suo amore per la scrittura e la grande propensione al lavoro sugli attori traspare perfettamente dalla sua ultima fatica artistica che convince, nonostante alcuni evidenti stonature. Con una fotografia sublime, che regala un autentico e costante piacere per gli occhi, Eterno Femminile è un film colto, raffinato ma purtroppo penalizzato dal doppiaggio che guasta il tutto con una salsa un po’ soap.
Eterno Femminile: è tratto dalla vera storia di Rosario Castellanos
Con una mentalità in netto anticipo sui tempi, Rosario Castellanos (Karina Gidi) ha vissuto nella prima metà del Novecento, fino alla sua prematura morte nel 1974 a Tel Aviv dove si trovava come ambasciatrice. Femminista, scrittrice, amante e madre: il ritratto con cui la Beristain omaggia questo personaggio descrive una donna a tutto tondo, sia nei suoi aspetti più spirituali e intellettuali, sia nella sua appassionata sensualità. La Castellanos, nonostante sia nata a Città del Messico, era originaria del Chiapas, dove trascorre anche la sua infanzia. Quel periodo – che nel film il personaggio ricorda come un Carnaval – ha inciso molto sui primi studi della scrittrice che ha dedicato due romanzi e alcuni racconti alla drammatica condizione degli indigeni mesoamericani. Sin dalle prime pubblicazioni, tuttavia, emerge la fortissima vocazione della Castellanos per le tematiche di genere che esprimerà nei suoi saggi, nella sua prosa e nella sua poesia. Tra questi, la critica riconosce come apice lo scritto Mujer que sabe latin pubblicato un anno prima della sua morte, il cui titolo si riferisce al detto Mujer que sabe latin, no tiene marido, ni tiene buen fin, piuttosto emblematico della condizione femminile in Messico (e non solo).
Eterno femminile, l’importanza del titolo
“Tutto l’effimero è solo un Simbolo.
L’Inattuabile si compie qua.
Qui l’Ineffabile è Realtà.
Ci trae, superno verso l’Empireo
il Femineo eterno”.Johann Wolfgang von Goethe, Faust
Nonostante le difficoltà riscontrate nella trasposizione (vedi: doppiaggio), apprezzabile è la scelta del titolo nell’edizione italiana. Eterno femminile – in originale, Los adioses – è un riferimento alla produzione letteraria di Rosario Castellanos (El eterno feminino è una sua pièce teatrale del 1975) e, di conseguenza, a un importante concetto espresso da Goethe nel Faust. Femminile per Goethe non è una connotazione sessuale, ma spirituale: femminile è quella capacità esclusiva dell’essere umano di pensare, di porsi delle domande, di cercare una soluzione. Femminile è curiosità e conoscenza. Per questo motivo risulta particolarmente adatto alla storia di una donna, un’intellettuale, che ha fatto del continuo interrogarsi una cifra culturale ed esistenziale. Ogni tappa della sua vita, resa universale dalla speculazione filosofica, è messa in discussione: la formazione, il primo amore, il matrimonio, la maternità, la perdita, ogni fase è un’occasione per riflettere in maniera rivoluzionaria sul ruolo della donna nella società.
Eterno femminile: tra pubblico e privato
Come si intuisce nel film, Rosario Castellanos è stata una voce molto importante della letteratura politica latinoamericana: questa centralità è ben raccontata dalla regista, che tuttavia non manca mai di sottolineare il conflitto tra dimensione personale e dimensione pubblica del personaggio. Se all’esterno la Castellanos è riconosciuta e stimata, tra le quattro mura domestiche è costretta a lottare per emanciparsi e affermare le proprie esigenze e i propri spazi. A rendere ancora più dolorosa questa battaglia è la figura emblematica del compagno, poi marito, Ricardo Guerra (Daniel Giménez Cacho) ideologo marxista e primo amore della scrittrice. Seguendo il doppio piano narrativo del presente filmico e del flashback, la Beristain mostra allo spettatore la nascita della coppia Castellanos/Guerra ai tempi dell’università, accostandola alla loro vita matura di sposi e genitori. Interessante constatare come la forza dei due personaggi varia in maniera simbiotica ed alternata: se Rosario è un’adolescente fragile e timida e Ricardo un giovane spavaldo e sicuro di sé, le loro versioni adulte si scambiano del tutto i ruoli mostrando una donna forte e indipendente e un uomo alla costante ricerca di attenzioni e conferme. Nonostante la sua grande cultura, Ricardo non è ancora pronto ad accettare pienamente la natura di Eterno Femminile della moglie, stentando – anzi – a comprenderla.
Eterno Femminile: un finale fuori dal tempo
La storia di Rosario e Ricardo, dal suo finale poetico eppure così banale, è una vicenda fuori dal tempo e dallo spazio, che potrebbe essere ambientata nel Messico degli anni Cinquanta così come nell’Italia degli anni Duemila. Eterno femminile è un’esperienza intellettuale, che non parla alla pancia, ma agli occhi e alla mente e che vale la pena fare per avvicinarsi a una protagonista e a dei temi sempre di primo piano.