Euforia: la storia vera del film di Valeria Golino
Euforia è una storia vera potente, trasformata in un film altrettanto potente, che riesce a coinvolgere lo spettatore e renderlo parte integrante degli eventi narrati.
Presentato al festival di Cannes nel 2018, Euforia (QUI la nostra recensione) è un film diretto da Valeria Golino, candidato ai David di Donatello del 2019 in otto categorie, tra cui quella di miglior film. La regista ha dato il compito di interpretare questo suo film agli attori Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea, accompagnati da Isabella Ferrari, Valentina Cervi e Jasmine Trinca.
Euforia racconta la storia di due fratelli completamente diversi tra di loro, uniti però da un profondo affetto. Matteo (Scamarcio) è ricco e spigliato e prende in mano la situazione quando Ettore (Mastandrea) si ammala di un male incurabile, per il quale gli restano solo pochi mesi di vita. Matteo si rifiuta di vedere il fratello affrontare la malattia e la sua mania di controllo gli fa credere di poter tenere tutto in ordine, pilotando la situazione. Matteo quindi, attraverso le sue possibilità – quali soldi e conoscenze – permette al fratello di vivere questi ultimi mesi all’insegna di quell’euforia che non aveva mai avuto prima, non vivendo appieno la sua vita.
Euforia: l’incredibile storia vera del film di Valeria Golino
La storia di Matteo ed Ettore riesce a essere convincente, perché è reale. La vicenda dei due fratelli diversi, uniti dalla malattia, è ispirata a una storia realmente accaduta proprio a due amici della regista. In un’intervista, infatti, la regista ha affermato che ci sono alcune storie che le interessano particolarmente, che le accendono qualcosa dentro perché: “mettono alla prova la mia percezione del giusto e dello sbagliato.” La storia di Ettore e Matteo nasce da un’esperienza personale. La creatrice della pellicola è stata ispirata da qualcosa che lei ha visto in prima persona.
Un amico della regista, che nel film è impersonato da Matteo (Scamarcio), è stato coinvolto in questa situazione scomoda e dolorosa con il fratello. Nell’ultimo anno della vita dell’uomo malato – che nel film è Ettore – Matteo era andato a vivere con lui. Durante questo anno di convivenza, l’amico si era confidato con Valeria Golino, raccontandole – di tanto in tanto – dei suoi tentativi di rendere la malattia del fratello più sopportabile, non solo per quest’ultimo, ma anche per se stesso. La Golino, nel frattempo, stava cercando materiale per il suo secondo film, leggendo e facendo ricerche, finché un giorno è arrivata l’illuminazione: “questo è un film”, la storia dei due fratelli, della malattia dell’uno e della disperazione dell’altro, mascherata da forza per rendere piacevole il tempo che la malattia piano piano porta via, le è apparsa all’improvviso una base di partenza perfetta per il suo nuovo film.
Per la sua sensibilità e per quella dei personaggi coinvolti, Euforia è un film che è piaciuto non solo al pubblico, ma in primis agli stessi attori che hanno preso parte al progetto. Quando Riccardo Scamarcio ha letto il copione, conosceva già un po’ la storia, ma solo con la lettura ha capito quanto il suo personaggio fosse pazzesco. Anche Mastandrea ha rivelato che più che dal semplice personaggio, è stato colpito da tutto il film, visto dall’attore come “un terreno minato”, pronto a far esplodere i personaggi, in cui saltando in aria si poteva raggiungere, tuttavia, “uno stato quasi di pacificazione con il tema centrale del film, che è la capacità di amare e il coraggio di farsi amare”.
Euforia è una storia vera potente, trasformata in un film altrettanto potente, che riesce a coinvolgere lo spettatore e renderlo parte integrante degli eventi narrati.