Figli del sole: i “prodigiosi” bambini di Majid Majidi, reclutati per le strade di Teheran
Dal 2 settembre al cinema, Figli del sole di Majid Majidi unisce realismo ad avventura, dando centralità al mondo dei bambini, impreziosito dalle interpretazioni di attori non professionisti presi dalla strada.
Il diritto di essere un bambino può apparire scontato e sacrosanto, eppure non è retorico ricordare che in vari paesi viene tuttora negato. Sono molti i bambini che sin dalla tenera età vengono forzati nel mondo adulto, complici situazioni di estrema indigenza e di impedimenti familiari e sociali. L’osservazione dei bambini è un tema che compare spesso nel cinema mediorentale, che non può che mantenere ben saldi i legami con la realtà e manifestare sovente una nota d’urgenza. Ne è esempio la filmografia di Majid Majidi, regista iraniano che nel 1997 diresse I ragazzi del paradiso, film candidato all’Oscar al miglior film straniero l’anno seguente che tramite i giovani protagonisti, Ali e Zahra, esplora il mondo della fanciullezza. Stabilendo un fil rouge tematico all’interno del proprio cinema, Ali e Zahra sono i nomi di due dei protagonisti anche dell’ultimo film di Majidi, Figli del sole, presentato alla 77° edizione del Festival del cinema di Venezia e distribuito nei cinema italiani a partire dal 2 settembre.
Figli del sole si radica superficialmente al realismo, raccontando dei molti giovani che, con alle spalle una situazione familiare disastrata, sono costretti a lavorare, con forte incidenza di povertà e violenza, mostrando però un nucleo da film d’avventura e intrattenimento. Questa mescolanza è inusuale per il cinema mediorientale che giunge fino a noi e ascrive il film di Majidi a una maggiore istituzionalità.
Figli del sole – Alla ricerca del tesoro
Il dodicenne Ali e i suoi tre amici fanno piccoli lavori e compiono piccoli reati per sopravvivere e per sostenere le proprie famiglie. Con un colpo di scena quasi miracoloso, ad Ali viene affidata la responsabilità di recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Il giovane e i suoi amici si mettono all’opera, ma per ottenere l’accesso al tunnel dovranno iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficenza volto a formare ragazzi di strada e bambini lavoratori, situato vicino al tesoro nascosto.
Alla Mostra del cinema di Venezia 2020 Figli del sole ha ottenuto un discreto successo, vincendo il Premio Lanterna Magica, assegnato dai Cinecircoli Giovanili Socioculturali, e il Premio Marcello Mastroianni per l’interpretazione di Rouhollah Zamani, che è succeduto come miglior attore emergente a nomi come Gael García Bernal, Jennifer Lawrence, Jasmine Trinca e Mila Kunis. In supporto al realismo di fondo che avvolge il film, Majid Majidi per i ruoli principali si è affidato a ragazzi reclutati per le strade di Teheran. Zamani ha ottenuto la parte battendo la concorrenza di oltre 3000 bambini, arrivando a vincere il prestigioso premio al festival veneziano con una interpretazione densa di energia.
Sono soprattutto i volti, di Zamani e dei co-protagonisti, a stabilire la coabitazione del realismo dal quale i giovani realmente provengono, non distante dal mondo che viene narrato, e dell’avventura alla quale sono chiamati nel racconto. Interpretazioni pure, intense e determinate. Dopo l’esordio cinematografico, per Rouhollah Zamani le porte del cinema non si sono richiuse: con il supporto del team di Figli del sole si è iscritto a una scuola di recitazione e ha già ottenuto un nuovo ruolo, in The Bakeri Martyrs.