I 7 film che hanno maggiormente sconvolto il Festival di Cannes
La casa di Jack, Crash, Irréversible e gli altri film che hanno sconvolto il festival, arrivato quest'anno alla sua 76ª edizione
76 volte Cannes, 76 volte in cui, a maggio, l’industria cinematografica si paralizza focalizzando la sua attenzione sulla kermesse che, da 76 anni, dà lustro alla Costa Azzurra. Con i film che hanno sconvolto il Festival di Cannes riscopriamo quelle pellicole che hanno ispirato le reazioni più controverse; fischi, polemiche, aspre critiche e accesi dibattiti, con lungometraggi che hanno visto il pubblico abbandonare la sala o spingersi sino all’ultimo fotogramma unicamente per poter manifestare il proprio dissenso, lungometraggi spintisi oltre i limiti dell’eccesso, ponendo importanti quesiti sulla riproducibilità di un cinema turpe, impudico, vizioso, un cinema agli estremi, che sfida l’etica e la morale collettiva nel tentativo di spingersi oltre, di mostrare ciò che ancora non è stato visto, poiché pericoloso. Se il film che lo scorso anno ha vinto la Palma d’oro, Tringle of Sadness, oltre ai plausi della critica aveva suscitato reazioni di disgusto a causa della lunga sequenza in cui tutti i passeggeri di una nave da crociera si sentono male durante la cena d’inaugurazione, andando indietro nel tempo troviamo le pellicole che, principalmente a causa di un’esasperata violenza o di una sessualità senza filtri, hanno scosso maggiormente la Croisette, partendo dal più discusso dei film di Lars von Trier, La casa di Jack.
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1. La casa di Jack
Definito dallo stesso regista “Il film più brutale che io abbia mai realizzato“, La casa di Jack, presentato a Cannes nel 2018, scatenò moltissime polemiche. Dopo che già aveva diviso la critica con le sue precedenti opere presentate al festival, Antichrist e Melancholia, Lars von Trier porta un’opera dalla violenza inaudita, un film volto a rappresentare “quanto la vita sia crudele e spietata” e che, impregnato di concetti filosofici e riferimenti artistici, racconta la storia del serial killer Jack, interpretato da Matt Dillon. Si dice che all’epoca, dopo i fischi e le lamentele, uscirono indignate dalla sala circa 100 persone, lasciando la platea mezza vuota al termine dei titoli di coda.
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2. Anche Crash di David Cronenberg è tra i film che hanno sconvolto il Festival di Cannes
Pur essendo riconosciuto come uno dei più grandi registi degli ultimi 50 anni, anche David Cronenberg appartiene a quella cerchia di autori dal grande profilo ma non per tutti. Il pioniere del body horror si è sempre spinto oltre le convenzioni, oltre il suo tempo, con uno sguardo carnale e sanguigno sul cinema e sull’arte in generale. Prima della sua ultima opera presentata al Festival di Cannes, Crimes of the Future, che lasciò il pubblico tutt’altro che indifferente, l’autore fece discutere, e non poco, con il suo Crash, nel 1996. Il thriller che associa un’insana passione per gli incidenti autostradali all’erotismo fece scappare molti spettatori e, nonostante sia poi stato insignito del Premio della giuria, diversi giurati si astennero dal votare, come dichiarato dal presidente di quell’anno, Francis Ford Coppola.
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3. Irréversible
Prima di Enter the Void e Love, il regista francese Gaspar Noè arriva a Cannes nel 2002 con uno dei film più detestati e aspramente criticati di sempre, Irréversible. Il film interpretato dalla coppia Vincent Cassel–Monica Bellucci che racconta, a ritroso, il tentativo di vendicare uno stupro, ancora oggi spacca a metà il pensiero critico. Stando alle stime dei presenti, la scena che per 9 minuti, con telecamera fissa, riprende l’aggressione subita dall’attrice italiana destò tanto scalpore da fare uscire dalla sala circa 200 persone e da far intervenire i medici per assistere una ventina di spettatori sentitisi male.
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4. Sotto il sole di Satana è indubbiamente uno dei film che hanno sconvolto il Festival di Cannes
Anche il film targato Maurice Pialat e interpretato da Gérard Depardieu e Sandrine Bonnaire, Sotto il sole di Satana, che riuscì persino ad aggiudicarsi la Palma d’oro nel 1987, rientra nella lista dei film che hanno maggiormente sconvolto Cannes. Il controverso rapporto tra un giovane e tormentato prete di campagna ed una contadina dal fare libertino, che pone la delicata relazione tra religione e sessualità, non venne per nulla apprezzato dal pubblico che fischiò apertamente l’opera, tanto che il regista sfidò l’intera platea dicendo: “Se voi non mi amate, non vi amo nemmeno io“.
5. La vita di Adele
Anche il regista tunisino Abdellatif Kechiche, nel 2013, è finito sotto la dibattuta lente d’ingrandimento del festival. La vita di Adele, vincitore della Palma d’oro, è un film dall’erotismo quasi ineguagliabile, un erotismo per alcuni esagerato, eccessivo, figlio di uno sguardo maschile fine al suo stesso piacere, con lunghe scene di sesso, alquanto esplicite, che portarono una parte del pubblico ad abbandonare la sala prima del termine della proiezione. Lo scandalo vero e proprio, però, esplose qualche mese più avanti, quando le due interpreti Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos, anche loro premiate con la Palma d’oro, si scagliarono contro il regista per le orribili condizioni in cui avevano dovuto lavorare e per le sue richieste, fino troppo spinte, tanto da dichiarare che entrambe non avrebbero più lavorato con lui.
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6. La maman et la putain
Tornando indietro al 1973, arriviamo al film che al 26° Festival di Cannes ottenne il Grand Prix Speciale della Giuria. L’opera di Jean Eustache, La maman et la putain, che racconta del triangolo amoroso tra Bernadette Lafont, Jean-Pierre Léaud e Françoise Lebrun, destò scandalo soprattutto per gli spinti dialoghi a sfondo sessuale a cui la platea non era affatto abituata. Fu questo, probabilmente, il motivo principale per cui l’opera venne sostanzialmente dimenticata, fino a che, di recente, grazie all’intervento del figlio di Eustache, la pellicola è stata restaurata e distribuita in sala, per la prima volta anche in Italia.
7. Anche The Brown Bunny tra i film che hanno maggiormente sconvolto il Festival di Cannes
Concludiamo con la pellicola che scandalizzò il pubblico proprio con la sua conclusione. Il film The Brown Bunny, che vede il motociclista Bud Clay attraversare gli Stati Uniti nel tentativo di liberarsi dalla sua ossessione per l’ex fidanzata Daisy, fu presentato a Cannes nel 2003 e diede adito a molte polemiche a causa della scena finale in cui Chloë Sevigny pratica una fellatio, tutt’altro che censurata, al protagonista, nonché regista del film, Vincent Gallo. Dopo aver assistito alla proiezione, il famigerato critico Roger Ebert la definì la peggior pellicola della storia del festival, suscitando una pubblica diatriba. A causa dell’autenticità del rapporto orale, inoltre, le due attrici precedentemente ingaggiate per il ruolo, Kirsten Dunst e Winona Ryder, declinarono l’offerta.