Siamo soli nell’Universo? 20 film di fantascienza sulla vita fuori dalla Terra
Se vi state chiedendo quali sono i migliori film di fantascienza con alieni ed extraterrestri siete arrivati nel momento giusto. Infatti proprio ieri la Nasa annunciato al mondo intero la scoperta di un sistema con caratteristiche simili al nostro e in grado di ospitare la vita, solleticando così immediatamente la mente degli appassionati di film di fantascienza e non solo. Nel corso della storia del cinema, molti registi e sceneggiatori hanno attinto a piene mani dalla possibilità della vita al di fuori dalla Terra, regalandoci pellicole toccanti e indimenticabili, che continuano a intrattenere, commuovere e fare sognare milioni di appassionati in tutto il mondo. Noi di Cinematographe abbiamo quindi deciso di stilare per voi una lista di imprescindibili film di fantascienza sugli extraterrestri, che vi proponiamo di seguito.
Siamo soli nell’Universo? Ecco in risposta i 20 film di fantascienza sulla vita fuori dalla Terra
Alien (Ridley Scott, 1979)
Gli alieni con cui cominciamo questo nostro viaggio fra i film di fantascienza sulla vita fuori dalla Terra sono fra i più terrorizzanti e inquietanti mai visti al cinema, ovvero i protagonisti del seminale Alien di Ridley Scott. L’equipaggio dell’astronave da trasporto Nostromo viene infatti a contatto con una misteriosa e pericolosa razza aliena, che comincia ben presto a seminare sangue e morte a bordo. Dall’indimenticabile parto alieno alla prima terrificante apparizione dell’iconico mostro, fino alla durissima battaglia finale, non c’è un attimo di tregua per lo spettatore. Un vero e proprio incubo a occhi aperti, claustrofobico e angosciante, che ha segnato indelebilmente la storia del cinema e lanciato definitivamente il grande Ridley Scott nell’Olimpo del cinema, dando inoltre il via a una lunga e fortunata saga che tornerà sul grande schermo nel 2017 con Alien: Covenant.
Mars Attacks! (Tim Burton, 1996)
I prossimi alieni nella nostra lista hanno una provenienza ben precisa, cioè il pianeta Marte, e sono il frutto della geniale mente di Tim Burton, che con Mars Attacks! dà fondo a tutto il suo humour nero e alla sua sconfinata conoscenza dei film di fantascienza anni ’50 e ’60, realizzando al tempo stesso un grande omaggio al cinema del passato e un’irresistibile commedia sci-fi. I marziani arrivano sulla Terra con il preciso obiettivo di sterminarne tutti gli abitanti, ma l’oggetto dell’irresistibile satira del regista non sono gli invasori, bensì gli stessi terrestri e in particolare gli americani, che non perdono occasione di dimostrare la propria stupidità e la loro irrimediabile bassezza d’animo. Una sfilata di star hollywoodiane (fra gli altri Jack Nicholson, Michael J. Fox, Pierce Brosnan, Jack Black e Natalie Portman) per un tagliente cult della fantascienza che sa intrattenere e fare riflettere.
Independence Day (Roland Emmerich, 1996)
Ancora il 1996 per un altro imperdibile film di fantascienza, ovvero Independence Day. La Terra è anche in questo caso minacciata da diverse astronavi aliene, che si posizionano minacciosamente in alcuni dei maggiori centri abitati del pianeta. Ben presto la situazione precipita, e per il genere umano ha così inizio una vera e propria lotta per la sopravvivenza, guidata dal Presidente degli Stati Uniti Presidente Thomas Whitmore (un ottimo Bill Pullman), dallo specialista in telecomunicazioni David Levinson (Jeff Goldblum) e dal Comandante dell’aviazione Steve Hiller (Will Smith). Independence Day si eleva rispetto allo standard dei blockbuster del genere per degli attori in ottima forma,per degli effetti speciali ancora più che godibili e per il messaggio di pace e solidarietà fra i popoli che lancia, facendo così chiudere gli occhi su qualche forzatura e ingenuità a livello di trama. Decisamente dimenticabile il seguito del 2016 Independence Day – Rigenerazione.
La guerra dei mondi (Byron Haskin, 1953)
Dalla penna di un gigante della fantascienza come H. G. Wells e dalla maestria alla macchina da presa di Byron Haskin nasce La guerra dei mondi, un classico del genere rivisitato nel 2005 da Steven Spielberg con risultati non altrettanto soddisfacenti. Anche in questo caso a invadere la Terra sono i marziani, che attraverso le loro macchine da guerra vanificano progressivamente tutti i tentativi degli umani di arrestare i loro attacchi.
Questi esseri, apparentemente troppo superiori per mezzi e conoscenze rispetto ai terrestri, celano però un punto debole, semplice ma quanto mai realistico, che consiste nell’incapacità di sopportare i più banali virus e batteri che convivono con il genere umano. Attraverso questo azzeccato escamotage narrativo, La guerra dei mondi riesce a farci riflettere sulla fragilità di qualsiasi organismo vivente e sulla incrollabile capacità della vita di prevalere su qualsiasi forza intenta a distruggerla. Degli effetti speciali per l’epoca avveniristici e un sottotesto fortemente critico nei confronti della società americana fanno il resto, proiettando il film nell’Olimpo del cinema fantascientifico.
District 9 (Neill Blomkamp, 2009)
Nella sempre più omologata fantascienza degli ultimi anni, District 9 si eleva rispetto alla media delle produzioni del genere per il suo punto di vista decisamente originale sull’incontro-scontro fra uomini e alieni, mettendo in piedi una non banale riflessione sulla convivenza fra essi che ricalca quanto avvenuto in Sudafrica (patria del regista Neill Blomkamp) durante l’apartheid. Nella realtà alternativa della pellicola, gli extraterrestri sono arrivati sulla Terra in condizioni difficili, e sono stati sconfitti, umiliati e costretti dagli umani a vivere in condizioni di schiavitù in un’area appositamente costruita per loro. A ogni schiavitù prima o poi fa però seguito una ribellione, e anche per i cosiddetti gamberoni arriva il giorno del riscatto. Non solo un film di fantascienza dunque, ma una fortissima critica a qualsiasi forma di xenofobia e segregazione razziale, che fa riflettere sull’innata tendenza dell’uomo a trattare il diverso con diffidenza e violenza.
Incontri ravvicinati del terzo tipo (Steven Spielberg, 1977)
Un poco più che trentenne Steven Spielberg nel 1977 lascia per sempre un segno nel cinema di fantascienza e non solo con Incontri ravvicinati del terzo tipo, che, in controtendenza per l’epoca, presenta gli extraterrestri come esseri pacifici e gioviali, realmente interessati a instaurare un rapporto positivo e proficuo con gli umani. Un film intimo e toccante, che sfrutta lo scenario fantascientifico per raccontare il mistero e i segreti dell’infanzia e di come proprio durante questa splendida età, attraverso giochi o gesti semplici, sia più facile creare legami scevri da pregiudizi e opportunismi. Uno dei capolavori di un regista geniale e visionario, capace ancora oggi di fare sognare intere generazioni di cinefili.
2001: Odissea nello spazio (Stanley Kubrick, 1968)
Un anno prima del tanto discusso allunaggio da parte degli Stati Uniti, Stanley Kubrick si cimenta con il mistero dell’umanità e dell’Universo, centrando con 2001: Odissea nello spazio quello che prima di essere un film di fantascienza è un capolavoro assoluto del cinema di ogni epoca. Il cineasta americano, dopo aver vagliato numerose ipotesi, sceglie di rappresentare gli alieni nel modo più fedele possibile: non mostrandoli per nulla. Comincia così un viaggio lungo tutto il cammino dell’Uomo, accompagnato nei suoi momenti più cruciali da una presenza silenziosa, misteriosa e dai poteri sconfinati e inimmaginabili, che indirizza il percorso del genere umano lasciando dietro di sé solo un enigmatico monolito nero, al tempo stesso guida e sentinella.
Al culmine di un irripetibile viaggio nella fragilità dell’uomo e della tecnologia, assistiamo al celebre trip alle porte di Giove: un’allucinata e allucinante orgia di colori, forme e suoni che ha lo scopo di mostrare ciò che l’uomo non può vedere e forse neanche comprendere: una civiltà incommensurabilmente più evoluta dei terrestri, che accoglie l’astronauta Bowman, per poi restituirlo al pianeta natale sotto forma di bambino delle stelle, guida dell’umanità nel suo imminente futuro. Un punto di vista sull’Universo unico e irripetibile, apice del genio di uno dei più grandi cineasti di sempre.
2010 – L’anno del contatto (Peter Hyams, 1984)
Con 2010 – L’anno del contatto, Peter Hyams realizza quello che è probabilmente il sequel più difficile della storia del cinema, riuscendo a portare a casa un risultato inaspettatamente soddisfacente. La pellicola si pone in continuità con il già citato 2001: Odissea nello spazio, rispondendo ad alcuni dei tanti quesiti lasciati in sospeso dal suo predecessore. Come spesso accade nel cinema però, le risposte sono decisamente meno affascinanti delle domande, ponendo 2010 – L’anno del contatto su un livello non comparabile a quello del film di Kubrick. Ci troviamo nel pieno della Guerra Fredda, durante un escalation di tensione che ha portato Stati Uniti e Unione Sovietica sull’orlo di un conflitto nucleare.
Ancora una volta, un aiuto al genere umano arriva dallo spazio, nella persona di un redivivo ed evoluto Bowman, di cui viene captato un ultimo affascinante messaggio lanciato nel corso degli eventi del film precedente: “Mio Dio, è pieno di stelle!”. Sarà proprio Bowman, ormai essere alieno a tutti gli effetti, a guidare e indirizzare il cammino dell’umanità verso una convivenza pacifica e collaborativa, simboleggiata da un secondo sole che arriverà a rendere la vita sulla Terra sempre chiara e illuminata.
Stargate (Roland Emmerich, 1994)
Nella nostra lista di pellicole su alieni ed extraterrestri una menzione la merita certamente Stargate, sottovalutato film di Roland Emmerich del 1994 che ha dato vita a un vero e proprio franchise composto fra l’altro da ben tre serie televisive. Il regista tedesco unisce sapientemente il tema della vita al di fuori della Terra con i misteri di uno dei popoli più affascinanti della storia umana, ovvero l’Antico Egitto, condendo il tutto con qualche spunto derivante dalla Teoria degli antichi astronauti, secondo la quale la vita sulla Terra sarebbe stata indirizzata se non creata ex novo da esseri alieni giunti più o meno fortuitamente sul nostro pianeta. Il risultato è un buon film di fantascienza, che nonostante qualche debolezza e livello di sceneggiatura riesce a intrattenere e fare meditare sul percorso dell’Uomo nel corso della storia.
La saga di Star Wars
Non potevamo certo escludere dal nostro elenco di film sulla vita al di fuori della Terra una saga di cui tutti gli episodi sono accomunati dallo storico incipit “Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…“. Star Wars ha segnato la storia della fantascienza e del cinema tutto, utilizzando l’ambientazione spaziale per mettere in piedi una storia senza tempo di lotta fra Bene e Male, di faide familiari e di convivenza nello stesso universo fra popoli di diverse origini e sembianze. Proprio quest’ultimo aspetto ha contribuito a creare un mondo potenzialmente sconfinato, in cui personaggi dalle fattezze umane lottano fianco a fianco con altri dalle caratteristiche variegate e decisamente improbabili. La saga creata da George Lucas abbatte così le differenze fra razze e origini, mettendo al centro di tutto l’essere vivente, e fondando su esso un franchise illimitato e che accompagnerà la cultura pop/geek ancora per tanti decenni.
Star Trek (1979) e i sequel
Dopo avere citato Star Wars, non potevamo che citare la sua saga “rivale” Star Trek, nata in televisione e poi sbarcata a partire dal 1979 anche sul grande schermo con (per il momento) 13 pellicole. Quest’immortale franchise basa il suo universo su una convivenza fra extraterrestri e umani, che ha permesso a questi ultimi di evolversi e raggiungere importanti traguardi in ambito sociale e tecnologico. Questo contesto crea terreno fertile per incontri e scontri fra diverse civiltà e specie, che dà luogo a riflessioni sorprendentemente mature su etica, filosofia e religione, rendendo Star Trek un franchise più unico che raro nel genere, capace di appassionare ancora intere generazioni di spettatori a più di 50 anni dalla sua nascita.
Ultimatum alla Terra (Robert Wise, 1951)
Fra i primi film di fantascienza a sviscerare la tematica della convivenza fra extraterrestri e umani, Ultimatum alla Terra di Robert Wise è ancora oggi più attuale che mai nel mettere in luce la paura del diverso e dello sconosciuto, anche quando quest’ultimo si presenta in modo totalmente pacifico. L’alieno Klaatu, sbarcato sulla Terra con le più miti intenzioni, viene infatti immediatamente e barbaramente accolto con diffidenza e violenza, intraprendendo una difficile opera di civilizzazione nei confronti degli umani, che arriveranno a un passo dalla distruzione. Fra i capostipiti della fantascienza matura e intelligente, Ultimatum alla Terra è un classico imprescindibile per ogni appassionato, la cui portata non è stata sminuita dal dimenticabile remake del 2008.
Predator (John McTiernan, 1987)
Fra i film di fantascienza più importanti degli anni ’80 figura certamente Predator, apprezzata pellicola con Arnold Schwarzenegger e capostipite di una saga che godrà di un reboot nel 2018 con The Predator. La componente fantascientifica del film consiste fondamentalmente nell’origine aliena della mostruosa creatura che comincia a seminare panico e morte all’interno di una squadra di soldati statunitensi in America Centrale. Ha così inizio una vera e propria battaglia nella giungla, che contrappone i massimi esponenti delle forze militari terrestri a un predatore dalla forza sovrumana e dall’avveniristica tecnologia, animato apparentemente dalla sola voglia di sangue e distruzione, ma sostenuto da una sorta di codice d’onore, che nel momento decisivo lo porta a rinunciare ai suoi vantaggi per affrontare gli umani ad armi pari.
I numerosi seguiti (fra cui due non esaltanti crossover con la saga di Alien) riveleranno poi di più sulle origini e sui pensieri di questi particolari e iconici extraterrestri, indelebili nella memoria degli appassionati.
Interstellar (Christopher Nolan, 2014)
Non è un mistero che il punto di riferimento più o meno esplicito di Christopher Nolan per il suo Interstellar sia stato il già citato 2001: Odissea nello spazio. Come avviene nella pietra miliare di Stanley Kubrick, anche in Interstellar i protagonisti sono aiutati e in qualche modo guidati da qualche entità invisibile e sconosciuta di probabilissima origine extraterrestre, che dona a Cooper la capacità di rompere le barriere del tempo e dello spazio, permettendogli così di comunicare con la figlia e aiutare quest’ultima nella ricerca della salvezza per la Terra. Un messaggio di collaborazione e pacifica convivenza fra popoli che nemmeno si conoscono, che nobilita una pellicola visivamente imponente e dall’impeccabile ricostruzione scientifica, certamente fra i migliori film di fantascienza dell’ultimo decennio.
Starship Troopers – Fanteria dello spazio (Paul Verhoeven, 1997)
Fra i più originali film di fantascienza sulla vita al di fuori della Terra c’è sicuramente Starship Troopers di Paul Verhoeven, che con una pungente satira sociale punta il dito sia contro l’intrinseca tendenza alla violenza del genere umano che contro la becera macchina propagandistica che viene spesso messa in piedi per sostenerla e giustificarla.
I protagonisti della pellicola sono i membri della cosiddetta Fanteria Mobile, che, in un futuro in cui vengono conferiti poteri civili solo a chi si arruola, scorrazzano per la galassia alla ricerca di nuove popolazioni da soggiogare, motivando la loro sete di violenza con presunti attacchi ricevuti da queste razze aliene. Non è difficile scorgere in questo atteggiamento una dura critica all’atteggiamento degli Stati Uniti in politica estera, che può però essere generalizzata ed estesa a tutta l’umanità, diventando così un un insolito punto di vista su un’ipotetica convivenza fra extraterrestri e gli umani, con questi ultimi che per una volta non sono dipinti come miti e indifesi oppressi, ma come aggressivi e brutali invasori.
L’invasione degli ultracorpi (Don Siegel, 1956)
Dalla penna di Jack Finney e dalla maestria alla regia di Don Siegel nasce nel 1956 L’invasione degli ultracorpi, caposaldo della fantascienza e dei film sulle invasioni aliene. Gli extraterrestri si manifestano in questo caso con le sembianze di grandi baccelli, che utilizzano per replicarsi e sostituirsi progressivamente a tutti gli esseri umani. Anche a causa della mancanza di adeguati budget e mezzi tecnici, la pellicola evita gli effetti speciali e punta tutto su un’angosciante e crescente suspense, incentrata non solo sugli invasori dallo spazio, ma anche sull’apatia che caratterizza i terrestri, capaci di reagire e ribellarsi solo a situazione ormai compromessa. Da non perdere anche il remake Terrore dallo spazio profondo, con protagonista il grande Donald Sutherland.
Arrival (Denis Villeneuve, 2016)
Fra i maggiori successi dell’ultima stagione cinematografica, Arrival esplora con profondità e intensità il tema della convivenza con gli extraterrestri, concentrando la narrazione sulla possibilità di comunicazione fra gli esseri umani e dei misteriosi alieni sbarcati sulla Terra a bordo di giganteschi gusci. Denis Villeneuve dirige un’altra pregevole pellicola, capace sia di omaggiare la grande tradizione fantascientifica che di abbracciare la modernità, proponendo una riflessione originale e attuale sull’integrazione e sul linguaggio, impreziosita dalla superba prova di Amy Adams (incomprensibilmente scartata dalle nomination all’Oscar). Fra paradossi temporali, drammi familiari e critica sociale, Arrival sfocia poi in un finale struggente e difficilmente dimenticabile, che costringe a riflettere su quanto visto anche e soprattutto dopo la visione.
Essi vivono (John Carpenter, 1988)
Dopo aver utilizzato la tematica extraterrestre come spunto iniziale sia per La cosa (1982) che per Starman (1984), il Maestro John Carpenter utilizza ancora gli alieni per il decisamente più inquietante Essi vivono, in cui ci mostra un’umanità sfruttata da questi ultimi per le sue risorse naturali e governata da mostruosi esseri e messaggi subliminali inneggianti al consumismo e all’obbedienza, visibili solo con appositi occhiali da sole. Un formidabile Roddy Piper è il protagonista di un film di fantascienza indispensabile e mai troppo citato, che sotto l’allarmante superficie complottista cela una dura e spietata critica al capitalismo sfrenato e a uno stile di vita abulico e apatico, da sempre terreno fertile per i più o meno evidenti regimi schiavisti.
E.T. l’extra-terrestre (Steven Spielberg, 1982)
Ancora Steven Spielberg per un altro film di fantascienza che ha permanentemente segnato l’infanzia di milioni di cinefili in tutto il mondo, ovvero E.T. l’extra-terrestre. Difficile non sentire stringersi il cuore ripensando al dolce e affettuoso sguardo del protagonista della pellicola e alla sua amicizia con il piccolo Elliot e i suoi compari, che inaspettatamente diventano anche la sola difesa dell’alieno dal cinismo e dall’aggressività del genere umano. Impossibile non commuoversi di fronte alle struggenti scene finali, che sanciscono la conclusione di una straordinaria favola per adulti e piccini e di una delle più toccanti storie sull’infanzia mai viste sul grande schermo, inesauribile fonte di ispirazione per le successive generazioni di registi (J. J. Abrams e gli ideatori di Stranger Things Matt e Ross Duffer ne sanno qualcosa).
Contact (Robert Zemeckis, 1997)
Concludiamo questo nostro excursus sui film di fantascienza sulla vita fuori dalla Terra con Contact, sottovalutato film di Robert Zemeckis con una straordinaria Jodie Foster e un giovane Matthew McConaughey. Quando le antenne su cui lavora una scienziata del SETI (il programma per la ricerca di vita intelligente al di fuori della Terra) captano un segnale di origine aliena, per la protagonista comincia un viaggio ai confini della conoscenza e dello spazio, che la porterà a rivalutare la propria vita e le proprie convinzioni e a incontrare degli extraterrestri dalle sembianze familiari, che come lei cercavano di comunicare con altri esseri viventi. Un messaggio di speranza, di condivisione e di fratellanza, che scegliamo per concludere il nostro percorso in un giorno così importante per la scienza e per la ricerca.
Voi siete una specie interessante, un interessante ibrido. Siete capaci di sogni di tale bellezza e anche di orribili incubi. Vi sentite così sperduti, così isolati, così soli. Ma non lo siete.