10 film Director’s Cut più brutti della versione cinematografica
Andiamo a scoprire quali versioni estese di alcuni celebri film sono state criticate dal pubblico.
Nel mondo cinematografico la figura del regista è colui che raccorda l’intero impianto progettuale del film, che gestisce in qualche modo tutti i reparti cercando di coordinare scrittura, estetica, fotografia, attori, effetti speciali e scenografia, contribuendo attivamente alla percezione finale delle varie opere. Un compito sicuramente molto arduo e non privo di criticità che spesso porta a dei problemi non indifferenti nella gestione del girato. Si tende, infatti, a girare più del necessario ed è molto raro che quello che vediamo al cinema è totalmente lo stesso materiale registico accumulato. Di conseguenza diverse scene vanno spesso oltre questo conteggio, rappresentando comunque una buona parte del lavoro dietro alle pellicole, nonostante non si traduca in un nulla di fatto.
Da qualche tempo, però, tutto questo girato aggiuntivo che poi non confluisce effettivamente in qualcosa di concreto, è diventato comunque una parte fondamentale dell’esperienza cinematografica a tutto tondo. Si è infatti iniziato a parlare di Director’s Cut, quindi versioni estese di pellicole che contengono, per l’appunto, anche quelle sequenze extra che sono state eliminate all’inizio dalla versione finale del progetto. Non sempre, però, tali versioni complete delle realizzazioni sono viste di buon’occhio dal pubblico che spesso fa notare effettivamente dei difetti che invece la versione iniziale dei lungometraggi non hanno. Andiamo quindi a scoprire 10 Director’s Cut che, al contrario di quanto si possa pensare, sono state ritenute più brutte della versione originale.
1. Donnie Darko: The Director’s Cut (2004)
La trama di Donnie Darko, film diretto da Richard Kelly (Soutland Tales – Così finisce il mondo, The Box), è sicuramente molto peculiare. Il lungometraggio vede al centro del racconto Donnie Darko, che, dopo essere scampato ad uno strano incidente di sonnambulismo, inizia ad avere delle visioni di una figura che indossa un costume demoniaco. A quanto pare, nella versione estesa, tutta questa enigmaticità e mistero si perdono, perché la Director’s Cut spiega fin troppo, svelando la magia.
2. Aliens: The Director’s Cut (2003)
Aliens, sequel del celebre Alien di Ridley Scott (Blade Runner, The Last Duel), è ambientato diversi anni dopo l’originale e vede la mitica Ellen Ripley (incarnata da Sigourney Weaver) tornare sul pianeta dove ha incontrato l’equipaggio per la prima volta. Come nel caso di Donnie Darko, anche questa Director’s Cut in realtà perde il fascino perché elimina tutta la parte di ambiguità e di non conosciuto, anche qui rompendo la magia.
3. Zach Snyder’s Justice League (2021)
Uno dei film più discussi ma anche apprezzati di Zach Snyder (L’alba dei morti viventi, Batman v Superman: Dawn of Justice) è il famoso Justice League (2017) dove Batman (Ben Affleck) e Wonder Woman (Gal Gadot) chiamano a raccolta gli eroi più potenti della Terra per fermare Steppenwolf (Ciarán Hinds) e i suoi Parademons. L’accoglienza della Zach Snyder’s Justice League è stata decisamente migliore, anche se molti hanno criticato comunque la costruzione della narrazione.
4. Scemo & più scemo: Unrated (2006)
Scemo & più scemo è un lungometraggio comico con protagonisti Jim Carrey e Jeff Daniels, rispettivamente nei panni di Lloyd Christmas ed Harry Dunne che finiscono coinvolti in un rapimento collegato alla Mafia a causa di alcuni soldi misteriosi. Ebbene, la versione estesa di Scemo & più scemo purtroppo aggiunge scene totalmente inutili, volgari e riempitive, che vanno a minare l’efficacia della realizzazione originale.
5. Il Signore degli Anelli Extended Cut (2001-2003)
Il Signore degli Anelli è una delle trilogie cinematografiche più incredibili di sempre firmate da Peter Jackson che ha collezionato la bellezza di 17 statuette su 30. Già i lungometraggi sono di per sé molto ma molto lunghi e alcuni utenti non hanno apprezzato le Director’s Cut della trilogia che, oltre ad aggiungere degli importanti e fondamentali elementi della trama di Tolkien, hanno allungato eccessivamente la durata generale dei tre film.
6. La piccola bottega degli orrori: The Director’s Cut (2012)
La piccola bottega degli orrori è il film diretto da Frank Oz (Tutte le manie di Bob, I Muppet alla conquistano di Broadway) ispirato all’omonimo musical di Alan Menken ed Howard Ashman. La storia vede una pianta carnivora cibarsi di carne umana, ma porta vantaggi nella vita. Il taglio del lungometraggio purtroppo ha apportato delle modifiche eccessivamente drastiche, con anche un finale alternativo che cambia le cose.
7. L’esorcista: Director’s Cut (2000)
L’esorcista è il grande capolavoro di William Friedkin (Vivere e morire a Los Angeles, Il braccio violento della legge) che vede una madre disperata che cerca l’aiuto di due preti cattolici quando la figlia di 11 anni viene posseduta da un’entità demoniaca. La Director’s Cut, invece, per alcuni spettatori rovina completamente il ritmo e la credibilità di alcune azioni dei personaggi, cambiando quindi totalmente il progetto in sé.
8. Amadeus: Director’s Cut (2002)
Amadeus è la pellicola, diretta da Miloš Forman (L’ultimo inquisitore, Qualcuno volò sul nido del cuculo) che racconta la tumultuosa vita del compositore Wolfgang Amadeus Mozart (interpretato da Tom Hulce) tramite gli aneddoti del suo rivale, Antonio Salieri (F. Murray Abraham), rinchiuso in un manicomio. Il taglio del regista, purtroppo, aggiunge decisamente molto contesto, ma va ad interrompere la fruibilità e la forte tensione scenica.
9. Music Graffiti: Extended Cut (2007)
Music Graffiti è un film iconico diretto da Tom Hanks (presente anche nel film come protagonista) che racconta la storia di una band che trova finalmente un membro cruciale per la crescita del gruppo ovvero il batterista Guy Patterson (interpretato da Tom Everett Scott). Pieno di nostalgia, di musica, la versione alternativa lascia decisamente perplessi perché dà corpo ad una sottotrama casuale, non aggiungendo nulla al corpo principale della storia.
10. Midsommar: Director’s Cut (2019)
Midsommar – Il villaggio dei dannati è un film horror molto apprezzato diretto e scritto da Ari Aster (Hereditary – Le radici del male, Beau ha paura) che racconta un viaggio che fa Dani (Florence Pugh) insieme al suo gruppo di amici nella Svezia rurale per un festival di mezza estate che si trasforma in un incubo. La versione estesa del lungometraggio ha avuto un impatto minore per alcuni rovinando, con alcuni dialoghi extra, tutto il mistero e l’intrigo.
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