I migliori film horror del 2018 secondo Cinematographe.it
Quali sono i migliori film horror usciti in sala nel 2018? Ecco alcuni prodotti di genere che dovete assolutamente recuperare!
Si avvicina l’ultimo giorno dell’anno e con esso si iniziano a tirare le somme, stilando classifiche contenenti i migliori titoli prodotti e distribuiti nel 2018, il quale si è rivelato essere un periodo abbastanza fertile per il cinema horror.
Dopo essere passato in sordina per un lungo periodo, il cinema del terrore è riuscito, negli ultimi anni, a risorgere dalle sue ceneri, presentando al pubblico prodotti cinematografici che, degni di nota, hanno entusiasmato – e diviso – la critica mondiale. Ma quali sono i migliori film horror usciti in Italia nel 2018? Di seguito la nostra lista, nella quale abbiamo inserito solamente i titoli selezionati dalla nostra redazione e con un punteggio che oscilla dal Pollice Verde al nostro ambito Play Oro. Quindi si: quelli che vedete in classifica non sono solo i film più chiacchierati, ma anche quelli che vi consigliamo vivamente di non perdere!
Gli 11 film horror del 2018 che dovete vedere assolutamente e che riusciranno a togliervi il sonno
The End? L’inferno fuori di Daniele Misischia
The End? L’inferno fuori: leggi qui la recensione del film
Claudio (Alessandro Roja) è un giovane economista a cui capita di vivere una situazione paranormale durante un giorno per lui molto importante: un colloquio lavorativo. Bloccato nell’ascensore che avrebbe dovuto condurlo in ufficio, capisce presto che la situazione esterna alla scatola in cui è rinchiuso è davvero allarmante. Roma è invasa dagli zombie!
Un horror italiano basato su pochi e fondamentali dettagli che fanno di questo film diretto da Daniele Misischia e prodotto dai Manetti Bros. un prodotto efficace, claustrofobico e ricco di tensione.
Il nostro voto: 3.1
Halloween di David Gordon Green
Rinchiuso per quarant’anni, l’inquietante Michael Myers si trova bloccato tra le mura di un ospedale psichiatrico che lo ospita dalla famigerata notte di Halloween di Haddonfield del 1978. Un trasferimento in una nuova struttura gli permetterà di scatenare, di nuovo, la sua furia omicida, materializzando le paure e le paranoie da cui è afflitta l’unica sopravvissuta: Laurie Strode (Jamie Lee Curtis).
Dopo quarant’anni dall’uscita del Halloween di John Carpenter, David Gordon Green torna a terrorizzare il pubblico con un sequel del primo capitolo, totalmente focalizzato sull’agghiacciante figura di Michael Myers.
Il nostro voto: 3.2
Slender Man di Sylvain White
Slender Man: scopri qui origini e storia vera del terrificante creepypasta
Ispirato al personaggio creato da Victor Surge, il film horror diretto da Sylvain White si ispira a fatti realmente accaduti e racconta la storia di alcune adolescenti che, dopo aver invocato Slender Man, si ritrovano a fare i conti con la scomparsa di una loro amica. Convinte che sia stato il misterioso uomo a catturarla, decidono di invocarlo nuovamente nella speranza di riportarla indietro, ma ciò non provocherà altro che allucinazioni, terrore e pazzia.
Slender Man si rivela essere semplice ma efficace. Privo di scene splatter, sa dosare bene la paura e portare lo spettatore dritto al centro della trama, riuscendo nella sua missione di terrorizzare nell’era di Internet.
Il nostro voto: 3.3
La casa delle bambole – Ghostland di Pascal Laugier
Leggi anche La casa delle bambole – Ghostland: la spiegazione del film
Trasferirsi in una casa isolata, arredata in maniera inquietante, immersa in un’atmosfera di mistero e paura. Dopo aver abbandonato la propria abitazione abituale, Pauline –una mamma single interpretata dalla celebre cantautrice francese Mylène Farmer– si trasferisce nella residenza di una zia morta con le due figlie, la sognatrice Beth e la cinica Vera –rispettivamente, Emilia Jones e Taylor Hickinson. Improvvisamente la loro apparente tranquillità famigliare verrà sconvolta dall’arrivo di due maniaci (Rob Archer e Kevin Power).
Arrivato nelle sale cinematografiche della penisola il 6 dicembre 2018, La casa delle bambole – Ghostland è un horror nato dalla creatività di Pascal Laugier, nome noto all’interno del paesaggio del cinema dell’orrore, autore dell’incubo Martyrs, prodotto e distribuito dieci anni fa, nel 2008.
Il nostro voto: 3.4
Apostolo di Gareth Evans
Apostolo: leggi qui la spiegazione del film Netflix
Film prodotto da Netflix e ambientato nei primi anni del Novecento in terra britannica, Apostolo – diretto dal regista gallese Gareth Evans – segue le vicende di Thomas Richardson (Dan Stevens) sulle tracce della sorella Jennifer (Elen Rhys) che, prigioniera di una setta misteriosa, attende la salvezza, isolata nell’isola gallese di Erisden, meta del viaggio del protagonista.
Immersa in un clima di incertezza e oscurità, il lungometraggio si presenta come un horror atipico, privo di tutti gli elementi che, nell’immaginario culturale, meglio rappresentano il cinema dell’orrore. Bisogna salutare, quindi, mostri e jumpscares: Apostolo è un film che ha l’obiettivo di inquietare la profondità della psiche dello spettatore e che, lavorando su scenari all’apparenza quotidiani che celano paura e timore, riesce ad impressionare psicologicamente il suo pubblico.
Il nostro voto: 3.5
The Cloverfield Paradox di Julius Onah
The Cloverfield Paradox: la spiegazione del finale [SPOILER]
Prequel e spin-off di Cloverfield e 10 Cloverfield Lane, l’horror fantascientifico diretto da Julius Onah e uscito su Netflix è ambientato in un futuro in cui sulla Terra scarseggiano risorse energetiche, il che porta alcune agenzie spaziali a testare l’acceleratore di particelle Shepard. Le controindicazioni? Il famoso “paradosso di Cloverfield”, che potrebbe aprire portarli spazio-temporali.
Il risultato è un film intricato, vivace, a tratti adrenalinico, che vi lascerà col fiato sospeso fino all’ultima scena. Il degno proseguimento di un saga interamente basata sul teorema dell’assurdità.
Il nostro voto: 3.6
Cam di Daniel Goldhaber
Cam: la spiegazione del film Netflix
La sexy e carismatica Alice Ackerman –i cui panni sono vestiti da Madeline Brewer, nota per aver partecipato nel cast di The Handmaid’s Tale e di Orange Is The New Black– trova la propria fonte di guadagno nell’essere camgirl, sotto lo pseudonimo di Lola, e nell’esibirsi in rete in spettacoli hard, dove fonde eros e paura, pulsione vitale e attrazione verso la morte, guadagnandosi la stima del pubblico spettatore. L’idillio, però, inizierà rapidamente a scomparire quando scoprirà l’impossibilità di accedere nel proprio account, così come l’esistenza di una ragazza identica a lei.
Grazie al lungometraggio Cam, una produzione Netflix scritta a sei mani insieme a Isa Mazzei e Isabelle Link-Levy e fortemente apprezzata da Stephen King –che, impressionato, ha dedicato al film un tweet–, Daniel Goldhaber materializza gli incubi dell’epoca odierna e i fantasmi di una virtualità sempre più presente e pericolosa, potenzialmente in grado di inglobare l’intera realtà degli individui che la popolano.
Il nostro voto: 3.6
Hereditary – Le radici del male di Ari Aster
Hereditary – Le radici del male: scopri la spiegazione del finale del film di Ari Aster
Annie Graham (Tony Colette) e il marito Steve (Gabriel Byrne), accompagnati dai figli Charlie (Milly Shapiro) e Peter (Alex Wolff) cercano di rielaborare e superare l’inaspettato lutto della nonna Ellen, donna eccentrica e fortemente toccata dall’oscurita dello spiritismo. La tranquillità della famiglia verrà a vacillare con l’avvento di una festa di compleanno a cui Peter è stato invitato a partecipare e a cui sarà costretta a partecipare anche la silenziosa Charlie.
Grazie alla solidità della trama, all’inaspettata sceneggiatura –scritta dal regista Ari Aster, al suo esordio cinematografico–, al realismo della messinscena e alle eccezionali interpretazioni degli attori che ne compongono il cast, Hereditary – Le radici del male è un prodotto fresco e impeccabile che, privo di difetti, riesce ad sconcertare lo spettatore rappresentando –attraverso l’utilizzo del non-detto e del non-pronunciato– un dramma familiare quotidiano, ma non per questo meno inquietante.
Il nostro voto: 3.9
A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski
Un luogo inspiegabilmente deserto, dove cercare di ricominciare a vivere una quotidianità all’apparenza normale, trascosta obbediendo ad una massima impossibile da rifiutare, ovvero non proferire parola, fare il massimo del silenzio.
Soffermandosi sulla vita di una famiglia qualsiasi, formata dai genitori –interpretati dai coniugi John Krasinski e Emily Blunt, sposati dal 2010– e da tre figli, il regista confeziona, con A Quiet Place – Un posto tranquillo, un lungometraggio dagli spunti interessanti, in grado di affascinare il pubblico con la sua atipicità. Senza focalizzarsi sulla descrizione di ciò che circonda i protagonisti, senza citare i loro nomi, senza dare una spiegazione alla situazione in cui ci troviamo.
Il nostro voto: 4
Annientamento di Alex Garland
Annientamento: leggi qui la spiegazione del film di Alex Garland
Dopo aver fatto parte di una missione segreta, il soldato Kane –interpretato da Oscar Isaac– incontra, dopo un lungo periodo di separazione, la moglie Lena (Natalie Portman), una brillante biologa che nota le gravi condizioni psico-fisiche del marito. Grazie alle ricerche di cui Kane sarà oggetto, Lena verrà a conoscenza dell’esistenza della cosiddetta Area X, una regione dall’origine incognita e in continua espansione.
Dopo Ex Machina, il suo esordio alla regia, Alex Garland si ispira a Annihilation, romanzo fanta-scientifico di Jeff VanderMeer e primo capitolo della sua Trilogia dell’Area X, dando vita ad un lungometraggio ambizioso e coinvolgente in cui vengono abilmente fusi le più disparate tematiche, che si muovono tra fantascienza e filosofia.
Il nostro voto: 4
Ghost Stories di Andy Nyman e Jeremy Dyson
Ghost Stories: leggi qui la recensione del film con Martin Freeman
Completamente scettico e apatico di fronte ai fenomeni surreali, Philip Goodman (Andy Nyman), conosciuto da tutti con l’appellativo di “Professore”, decide di confutare le pratiche spiritiche e le presunte apparizioni di fantasmi attraverso l’utilizzo della rigidità e della precisione degli strumenti scientifici. Le sue presunte certezze, però, verranno a sgretolarsi con il proseguire della sua ricerca.
Senza ricorrere a figure mostruose e senza rinunciare ad improvvisi jumpscare, Ghost Stories riesce ad impressionare e a suscitare una sensazione di profonda inquietudine. Confezionato in una struttura avvincente che, riprendendo fortemente il meccanismo delle scatole cinesi, riesce a sedurre il pubblico, empatizzando con esso, il film si presenta come un’horror classico che segue i tradizionali stilemi del cinema d’orrore e che riesce a mostrare la potenza dell’eredità cinematografica del genere.
Menzione d’onore alla performance attoriale del brillante Martin Freeman, uno dei narratori dei tre episodi di cui il lungometraggio è composto.
Il nostro voto: 4.3