Quando la tv è assassina – 8 film in cui la televisione uccide

L’amato e odiato televisore (tv) è ormai da decenni parte integrante della vita di tutti noi e la sua popolarità, nonostante l’avanzamento della tecnologia, non accenna a diminuire, anzi: le Smart TV sono in grado di accedere a servizi di streaming, permettono di navigare in internet e contengono anche alcuni giochi, avvicinandosi sempre di più alle potenzialità di un vero e proprio computer. Parallelamente a questo percorso di progressiva fusione nelle attività delle persone e anche nelle conversazioni (pensiamo all’esplosione recente delle serie televisive americane e al loro impatto culturale), il televisore si è insinuato anche nella mente di sceneggiatori e registi, ispirandoli a inserire nelle loro storie questo dispositivo tanto amato per le sue doti d’intrattenimento e allo stesso tempo odiato per come riesce a veicolare l’opinione pubblica e a distrarre le persone da questioni più serie. Questi potenziali pericoli insiti nel televisore hanno spesso portato il mondo del cinema, in particolare nel genere horror, a rappresentarlo in maniera estremamente negativa e a volte addirittura letale per coloro i fruitori di questo strumento. Vediamo insieme alcuni esempi.

Non guardate quel televisore: la morte nel cinema a causa della TV:

 

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The Ring

Se si parla di televisori che uccidono, a molti verrà in mente un cult del genere horror oggi poco ricordato, ma che al tempo dell’uscita fece scalpore e spaventò gli spettatori di tutto il mondo. Stiamo parlando di The Ring (remake americano del film giapponese Ringu), uscito nel 2002 per la regia di Gore Verbinski, che l’anno dopo girò La maledizione della prima luna, e interpretato dalla splendida Naomi Watts, reduce dalla sua consacrazione internazionale arrivata l’anno prima con Mulholland Drive. Senza anticipare troppo per coloro i quali non hanno ancora visto il film, possiamo dire che la trama verte sostanzialmente su una videocassetta maledetta che causa a chiunque la visioni la morte nel giro di una settimana, preceduta da un’inquietante telefonata in cui una sinistra voce sottolinea il concetto con le parole Sette giorni…
Una delle scene più paurose e disturbanti del film mostra la bambina protagonista del filmato contenuto nella videocassetta che esce dalla televisione per uccidere una persona: non potevamo chiedere di meglio per aprire questo nostro speciale. Per completezza d’informazione per gli appassionati, segnaliamo che la pellicola ha avuto un sequel uscito nel 2005 dal titolo di The Ring 2, a cui farà seguito un ulteriore episodio, chiamato Rings, che arriverà in sala nel 2016. Il già citato film originale Ringu ha invece avuto i due sequel Spiral e Ring 2, il prequel Ring 0: Birthday e i due spin-off Sadako 3DSadako 3D 2. C’è solo l’imbarazzo della scelta!

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Halloween III – Il signore della notte

Questo capitolo della saga di Halloween molto particolare, in quanto l’icona della serie Michael Myers non è né presente, né citato, né in qualche modo collegato agli eventi del film. La regia viene affidata a Tommy Lee Wallace, colui che in seguito terrorizzerà un’intera generazione con la miniserie televisiva It, il quale abbandona lo stile slasher tipico della serie in favore di una trama dai risvolti fantascientifici che cela maldestramente una grossolana critica al mondo delle multinazionali e dei mass media. Proprio quest’ultimo aspetto è esplicitato da quella che, pur nella sua assurdità, è probabilmente la scena più significativa del film: un bambino viene messo davanti a un televisore con in testa una delle tipiche zucche di Halloween; al passaggio sullo schermo di un’altra zucca di Halloween la testa del bambino comincia a contrarsi fino a ucciderlo, per poi lasciare fuoriuscire serpenti e piccoli insetti che uccidono anche i genitori. Spesso si dice che la pubblicità ci condiziona attraverso i messaggi subliminali, ma questo mi pare un po’ eccessivo!

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Nightmare 3 – I guerrieri del sogno

Uno dei serial killer cinematografici più spaventosi ed estrosi non poteva farsi mancare di trasformarsi in un televisore assassino per uccidere una povera malcapitata, colpevole solo di essersi addormentata lasciando campo libero al demone. In una scena che mescola orrore e black humour di questo terzo episodio della saga, Freddy Krueger esce dalla TV estroflettendo delle grandi braccia meccaniche, che utilizza per afferrare la fanciulla e farla letteralmente entrare dentro all’elettrodomestico, non prima di averle urlato la celebre frase “Welcome to Prime Time, bitch!”, che in italiano è stata adattata con un più edulcorato “Non volevi entrare in televisione?”. Da segnalare che l’ultima scena che la sventurata vede in TV prima di morire è la trasformazione del conduttore Dick Cavett in Freddy Krueger per attaccare una diva dell’epoca d’oro di Hollywood come Zsa Zsa Gabor.

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Terror vision – Visioni del terrore

Come avrete intuito dall’immagine, con Terror vision – Visioni del terrore sconfiniamo apertamente nel trash. La trama di questa delirante commedia horror verte su un’allegra famigliola americana che porta a casa una particolare antenna satellitare, convinta di vedere così canali televisivi particolarmente interessanti. Il dispositivo fa così bene il proprio da lavoro che riesce a catturare una mostruosa creatura aliena dalle fattezze simili a quelle di un Muppet cosparso di liquidi non meglio definiti, che si rivela essere un pericoloso criminale ricercato dalle forze dell’ordine di tutta la galassia e che inevitabilmente fuoriesce dalla televisione e comincia a seminare il panico sulla Terra. Film dal valore artistico nullo, ma sicuramente dopo averlo visto non guarderete più alla TV satellitare nello stesso modo.

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L’implacabile

In questo adattamento cinematografico del romanzo The Running Man di Stephen King (scritto con lo pseudonimo di Richard Bachman), a uccidere non è tanto il televisore inteso come oggetto, ma il sistema stesso della televisione, che per intrattenere il proprio pubblico trasmette un agghiacciante programma dove i concorrenti vengono esposti a un gioco al massacro, in cui devono superare prove di sopravvivenza e scontri sanguinosi per potersi mantenere in vita e guadagnare la libertà. Il film non coglie pienamente la carica dispotica del romanzo da cui è tratto, ma il sempre ottimo Arnold Schwarzenegger assicura azione e spettacolo. Il tema successivamente sarà affrontato, con toni e risvolti diversi, anche dal nipponico Battle Royale e dalla serie Hunger Games.

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Poltergeist – Demoniache presenze

Film dal grande impatto culturale, sceneggiato e prodotto da Steven Spielberg e ispirato a ricordi giovanili dello stesso regista Tobe Hooper, che dichiarò di avere assistito a fenomeni paranormali noti come Poltergeist, ovvero oggetti spostati ed elettrodomestici accesi o spenti senza alcun intervento umano. Il televisore in Poltergeist – Demoniache presenze è un tramite fra la dimensione terrena e quello popolata dagli spiriti che terrorizzano la famiglia protagonista del film e rapiscono la piccola Carol Anne, interpretata da Heather O’Rourke, la quale morirà poi alla tenera età di 12 anni. Dopo la visione di questa pellicola, sarà per tutti più difficile guardare un televisore acceso in una stanza buia. Per un commento più articolato vi rimando alla nostra recensione di questa pietra miliare dell’horror.

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Quinto potere

Una delle critiche più feroci alla televisione intesa come mass media arriva da questo capolavoro di Sidney Lumet, che personalmente considero fra i film migliori mai realizzati. In un mondo in cui la qualità del lavoro delle persone si misura in base all’indice di gradimento e al calo o alla crescita di pochi punti percentuali degli ascolti, non stupisce che il protagonista della pellicola Howard Beale, interpretato da un monumentale Peter Finch che morirà poco prima di ricevere l’Oscar postumo come migliore attore protagonista, decida di annunciare il suo suicidio in diretta televisiva dopo aver saputo di essere licenziato. La clamorosa dichiarazione risolleva immediatamente gli ascolti, prolungando il lavoro di Beale e portandolo a cospetto dei poteri forti della rete e del sistema televisivo in generale, che dimostreranno nuovamente il loro cinismo e la loro disumanità non appena gli ascolti riprenderanno a calare. Un film durissimo e attuale ancora oggi, a quasi 40 anni dalla sua uscita, che consiglio a chiunque di recuperare o rivedere.

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Videodrome (1983)

Non potevamo chiudere questo articolo se non con il capolavoro di David Cronenberg Videodrome, con protagonista un James Woods in grande spolvero. In quest’altro memorabile film, il televisore viene usato per causare tumori al cervello e conseguenti allucinazioni ai soggetti considerati pericolosi dalle autorità governative. Riuscite a immaginare qualcosa di più inquietante? Come tipicamente avviene nel cinema del Maestro canadese, uomo e tecnologia si fondono per poi deflagrare insieme in un finale spiazzante e surreale, che non sveliamo per non togliere il piacere della sorpresa a coloro i quali non l’hanno ancora visto, ma che chiude idealmente la nostra riflessione sulla relazione fra morte e TV nel cinema.