Gli 8 migliori film in bianco e nero recenti, usciti dopo il 2000
Nell'era del colore il bianco e nero non passa mai di moda, lo confermano gli 8 film da noi scelti tra quelli usciti negli ultimi 23 anni
Nell’ampio ed infinitamente divisibile spettro cromatico, i colori si annullano in funzione dell’essenza; bianco e nero, nel tracciato storiografico del cinema, si mantengono incancellabili, non vengono scalfiti dal rapido procedere del tempo, continuando a proporsi come valida e credibile scelta artistica alternativa. Luci e ombre, campo e controcampo, totalità e annullamento, molti cineasti giocano ancora oggi sottraendo alla realtà il suo colore, non per esigenza, come accadeva quando ancora i mezzi a disposizione non permettevano la proiezione rifrattiva e prismatica del vero, ma bensì per volontà, per quel potere impattante, quasi destabilizzante, in quanto comunicativo ed emozionale, proprio della scala di grigi che, un tempo, non poteva essere colto. E quindi Robert Eggers con The Lighthouse, il trio Rodriguez, Miller, Tarantino con Sin City, e molti altri come loro, nel nuovo millennio hanno saputo dirigere pellicole meravigliose, con il solo utilizzo dei due colori che vivono della privazione del colore stesso.
1. The Lighthouse (2019)
Dopo l’esordio con The VVitch, nel 2019 Robert Eggers dirige il suo secondo film da regista, partendo da un’idea del fratello che intendeva riadattare per il cinema Il faro, componimento incompiuto di Edgar Allan Poe. Spiazzante, perturbante, divisivo, The Lighthouse si impregna di simbolismo e significati da sviscerare, sfumando dal bianco sporco delle pelli dei protagonisti (Willem Dafoe e Robert Pattinson), al nero dello loro vesti, dalla lucentezza accecante del faro all’oscurità sinistra della remota realtà in cui esso è inserito.
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2. Sin City (2005) tra i film in bianco e nero da vedere
La mano di Frank Miller calca pesante sulla pellicola scritta e diretta a 6 mani con Robert Rodriguez e Quentin Tarantino. Sin City viene direttamente tratto dal fumetto dello stesso Miller, il quale si impegna a preservarne l’aspetto più caratterizzante di un bianco e nero dall’estetica rarefatta che sembra essere disegnata più che fotografata ed impressa, un’estetica che vive nel lucido contrasto. I brevi accenni di colore, di rosso e di giallo non ne macchiano l’autenticità ma, anzi, ne esaltano l’intento.
3. Good Night, and Good Luck (2005) e la scelta di raccontare il bianco e nero in bianco e nero
Rumoroso quanto, probabilmente, inaspettato, il successo ottenuto nel 2005 da Good Night and Good Luck. Al film che racconta la storia vera del giornalista statunitense Edward R. Murrow e che vede la direzione di George Clooney e l’interpretazione memorabile di David Strathairn, vincitore a Venezia della Coppa Volpi, va riconosciuto il merito dell’utilizzo di una colorazione che aiuta lo spettatore a ritornare a quella realtà radicata nel suo immaginario, per mezzo dei giornali e delle televisioni.
4. Roma (2018) tra i film in bianco e nero moderni
Il mirabile atto d’amore di Alfonso Cuaron è un tributo alle sue origini e alla magnificenza del cinema. Con Roma, la sua opera più apprezzata sia dal pubblico che dalla critica, il cineasta centroamericano fa un’operazione simile a quella messa in atto da Spielberg con The Fabelmans, ma qua egli racconta il suo passato e i suoi ricordi dipingendo di bianco e di nero il quartiere Colonia Roma di Citta del Messico.
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5. Coffee and Cigarettes (2003), frammenti di bianco e nero
11 cortometraggi, frammenti in disunione collegati solamente da due elementi: caffe e sigaretta. Un tripudio di essenzialità, il bianco della sigaretta, il nero del caffe, la scacchiera di un tavolino, con Coffee and Cigarettes, il tocco di Jim Jarmush gioca con l’aspetto produttivo e si diverte ad ironizzare, con l’aiuto di un ricchissimo cast, sulle dipendenze di una società costruita sul consumo.
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6. Polytechnique (2009)
Nel 2009 Denis Villeneuve dedica alle famiglie e alle vittime del massacro del Politecnico di Montréal (1989), il suo terzo film, Polytechnique. Nel raccontare un terribile fatto di cronaca anche il cineasta canadese opera sottrazioni, minimizza i dialoghi ed essenzializza il visivo, per scarnificarne ancor di più l’atrocità del racconto e non dar colore a un evento che dimora nella più profonda oscurità.
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7. Il nastro bianco (e nero) (2009)
Il male raccontato nell’eterno confronto generazionale, un cinema tagliente, che ferisce e lascia cicatrici; Michael Haneke nel 2009 vince la Palma d’oro a Cannes con Il nastro bianco. Intransigente e inflessibile, il regista tedesco ancora una volta agghiaccia dopo la glaciazione (la trilogia alle origini della sua carriera), e il suo far cinema rigoroso e spietato si appoggia in più di una occasione alla rettitudine del bianco e nero.
8. Il cavallo di Torino (2011) tra i film in bianco e nero recenti
Non Cannes ma Berlino, non un tedesco ma due ungheresi. Nel 2011 Béla Tarr e Ágnes Hranitzky si aggiudicano l’Orso d’argento grazie a Il cavallo di Torino. Il film che trova il suo pretesto in un aneddoto nietzschiano e nasce dal violento rapporto tra un cavallo e il suo vetturino, è l’opera che conclude la carriera di Tarr, racchiudendone gli aspetti più distintivi del suo far cinema, abbracciandone e riprendendone i principali tratti estetici, come l’utilizzo del bianco e nero, sempre impattante, sempre efficace.
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