5 film sulla prostituzione da non perdere

Un viaggio nel cinema che racconta di sex workers.

Spesso il cinema si è occupato di rappresentare la prostituzione, talvolta con figure marginali all’interno di storie thriller o di commedie, talvolta invece la figura della “sex worker” ha preso una centralità specifica all’interno della storia, mettendo in evidenza proprio il ruolo della prostituzione all’interno della vita del singolo individuo (la prostituta) o della società. Andiamo a segnalare cinque film sulla prostituzione che svolgono al meglio il compito di riflettere su questioni etiche, sociali, morali di chi esercita tale professione.

1. Personal Services (1986) tra i film sulla prostituzione

Partendo dalla storia vera di Cynthia Payne, una cameriera, madre single, che decise di prostituirsi per sbarcare il lunario, raccattando clienti della middle-class londinese, fino ad aprire un bordello tutto suo.
Appoggiandosi all’interpretazione di un’ottima Julie Walters ed alla fotografia di un giovane Roger Deakins, il regista Terry Jones, ex membro dei Monty Python, abbandona la comicità anarchica e surreal-demenziale per offrire un tratteggio abbastanza pungente, qua e là divertente, da un punto di vista femminile sulle ipocrisie della morale borghese, dove i personaggi e le loro fragilità ed eccentricità ed un messaggio di gioiosa giocosità sessuale contano più della trama stessa che appare un essenziale canovaccio sull’ascesa all’indipendenza sociale, sul filo della legalità, di una donna comune.

2. Whore (1991)

Ritratto tragicomico di una prostituta britannica (interpretata da Theresa Russell), da un matrimonio sbagliato ad un figlio da mantenere, fino ad un pappone che la sfrutta, finisce poi in strada a vendersi nei pressi di un ponte e in squallidi locali.
Uno dei più rappresentativi film sulla prostituzione, narrato forma di monologo, rivolto allo spettatore oltre la quarta parete, è un dramma vivido, con toni da commedia verace, interpretato da una bravissima Russell, messo in scena con onesta sgradevolezza, in modo da lasciare un segno variegato e tangibile nello spettatore, dal sempre verde Ken Russell, autore provocatorio del british cinema anni ’70.
Inoltre, evitando lungaggini narrative, nei circa 90 minuti, il film ci sciorina non solo il ritratto di una donna libertina e sfortunata, gioiosa e disperata, ma anche il contorno di una curiosa società, maschilista e finto perbenista, sguaiata e mercificatoria.

3. Tokyo Decadence (1992)

Tra i film sulla prostituzione più emblematici quest’opera giapponese è Il resoconto delle giornate di Ai una entraineuse specializzata in prestazioni sadomaso, ma dalla vita privata anonima, perennemente alla ricerca della felicità.
Il regista (e noto romanziere, non soltanto in patria) Ryu Murakami adatta una sua opera letteraria (Topaz), per uno scrupoloso ritratto femminile di donna in carriera, una sex worker. Mostrando un erotismo sul filo dell’hard-core (ma senza compiacimenti o eccessi espliciti) il regista esamina con distacco, ma seguendo la prospettiva, quasi disincantata, della sua protagonista, un mondo di perversioni ma anche di professionalità, dove alla fine cliente e prostituta si salutano con rispetto e dove gli appuntamenti sono fissati telefonicamente, come un lavoro comune.

4. Whores’ Glory (2011) tra i film sulla prostituzione

Un documentario che si muove su tre luoghi differenti: il Messico, l’India e la Thailandia. In queste tre zone remote ci racconta di tre bordelli differenti, come una sorta di viaggio all’inferno in quelli che dovrebbero essere luoghi di paradisiaco piacere. Un film sulla prostituzione che ci parla del lato ombroso e oscuro del mestiere, come una testimonianza senza troppi moralismi o (pre)giudizi che mette in luce l’ambiente delle schiave del sesso in tre località dall’aspetto tutt’altro che consolatorio. Un film dall’aspetto estetico suggestivo e dal contenuto piuttosto impattante.

5. Tangerine (2015)

Tra i film sulla prostituzione più recenti che si segnalano all’attenzione, certamente va tracciato questo film indipendente dell’allora giovane regista Sean Baker, balzato agli onori della critica con l’ottimo Un sogno chiamato Florida (2017) e recentemente premiato al Festival di Cannes con il suo ultimo film Anora.
Tangerine è girato con l’uso di iPhone e si ambienta nella Los Angeles in clima natalizio, raccontando l’arco di una giornata di un transessuale che deve regolare dei conti con il suo uomo che sembra avere una nuova amante.

Leggi anche Sean Baker, vincitore della Palma d’Oro, sullo stato di salute del cinema: “è scoraggiante”