Fino all’ultimo indizio: la storia vera che potrebbe aver ispirato il film con Denzel Washington e Rami Malek
Le storie sui più famosi serial killer che potrebbe aver ispirato il film Fino all'ultimo indizio, con nel cast anche Jared Leto.
Fino all’ultimo indizio, diretto da John Lee Hancock è stato uno dei film più attesi del 2021, arrivando sulle piattaforme streaming di tutto il mondo a poca distanza dall’uscita nelle sale statunitensi e su HBO Max. Tra poliziesco e thriller noir il cast composto da grandi star di Hollywood come Jared Leto, Rami Malek e Denzel Washington, rendeva il film una di quelle pellicole considerate imperdibili. Ambientato in una Los Angeles sui generis nel 1990 Fino all’ultimo indizio è un thriller singolare che racconta un dramma tramandato da una generazione all’altra dove l’intuizione diventa ossessione e paranoia. Protagonisti del film l’ex detective prossimo alla pensione Joe Deacon e il giovane detective capo Jim Baxter che, insieme, si metteranno sulle tracce di un killer che, secondo Deacon, è tornato a colpire dopo anni. L’omicida in questione sarebbe lo stesso che segnò un punto di non ritorno per Deacon e per la sua carriera, oltre ad essere stato un caso irrisolto con molte vittime che aspettavano giustizia. Ma c’è un segreto, un trauma, qualcosa di non detto che tormenta Deacon, un errore che ha cambiato e continua a cambiare tutto.
Fino all’ultimo indizio è basato su una storia vera?
Le indagini che si susseguono nel film ricordano molto le più famose cacce ai serial killer che per anni hanno terrorizzato il mondo. Fino all’ultimo indizio non è basato su nessuna storia specifica in particolare, nonostante si arrivi addirittura a menzionare Night Stalker, alias Richard Ramirez, prima di iniziare a formulare ipotesi o impegnarsi nel trattare un vero killer del passato. In una recente intervista di The Wrap, Hancock ha affermato che “la ragione per cui ha scritto la sceneggiatura” era quella di raccontare l’ambiguità e la frustrazione che concerne le indagini per omicidio e che spesso si trasformano in ricerche a tempo indeterminato.
Nei quasi 20 anni che sono passati dalla prima bozza della sceneggiatura al montaggio finale del film, uno di quei casi dai quali Hancock ha preso ispirazione, è stato chiuso; l’altro invece è rimasto aperto, ed entrambi continuano ad affascinare, ossessionare e far inorridire investigatori, familiari delle vittime e tutti colori che si definiscono “patiti del crimine”, spesso interessati agli omicidi seriali.
Il killer dello zodiaco
Fino all’ultimo indizio non è né una rivisitazione né un’allegoria delle indagini sul killer dello Zodiaco, ma vi sono molte somiglianze. La sequenza di apertura del film mostra una donna che guida mentre canta Roam, successo dei B-52. Fino al primo piano dell’autista, la scena è un ovvio tributo a quella della pellicola Il silenzio degli innocenti in cui lo spettatore segue la prossima vittima di Buffalo Bill, Catherine Martin, interpretata da Brooke Smith. Ma ricorda anche il devastante incidente di Kathleen Johns che il 22 marzo 1970, all’età di 22 anni, incinta di 7 mesi e con una bambina di 10, accostò incoraggiata da un uomo che le disse che una delle sue gomme sembrava allentata.
Dopo averle affermato di aver stretto i dadi della ruota, quando Johns tornò in strada, la ruota, del tutto allentata, la mandò fuori strada. L’uomo, tornato, si offrì nuovamente di portarla in una stazione di servizio, ma dopo quasi un’ora e mezza in macchina e superati numerose stazioni di servizio, l’uomo non si fermava. Johns, rendendosi conto di esser stata rapita, saltò fuori dall’auto con sua figlia in braccio quando la macchina si fermò a un semaforo. In seguito Johns dichiarò che l’uomo corrispondeva a un identikit della polizia sul presunto killer dello Zodiaco.
Tutto ciò che si vede dell’autista nella scena iniziale di Fino all’ultimo indizio sono i suoi stivali, che diventano protagonisti centrali del caso. Le calzature del killer incombono allo stesso modo nella mitologia del killer dello Zodiaco. L’unico testimone di quel famoso caso attesta che il serial killer, chiamato appunto Zodiac, che perseguitò la California del Nord alla fine degli anni ’60, indossava stivali Wing Walker. L’affermazione negli anni ha assunto una rilevanza sempre maggiore, in particolare grazie al libro di Robert Graysmith, Zodiac, da cui poi David Fincher prese ispirazione per l’omonimo film del 2007.
Anche quel libro del 1986 e la trasposizione cinematografica sono cruciali nell’alimentare l’immaginario popolare del brutale serial killer mai stato arrestato. Entrambe le opere suggeriscono fortemente che Arthur Leigh Allen fosse il killer dello Zodiaco sulla base di prove circostanziali. Allen era un solitario, congedato con disonore dalla Marina degli Stati Uniti, e che lavorò per poco tempo come insegnante in una scuola elementare. Successivamente venne licenziato, accusato di cattiva condotta sessuale con i bambini, svolgendo in seguito una serie di lavori saltuari. Un amico di Allen riferì che nel 1971 lui gli aveva detto di voler uccidere le persone e di aver adottato il nome Zodiac. Tre anni dopo Zodiac iniziò a schernire le autorità e la stampa.
La polizia, dopo le affermazioni dell’amico di Allen, emise un mandato di perquisizione della sua casa e poi continuò a indagare su di lui a intervalli di 20 anni con molteplici mandati di perquisizione, comparizione, arresto, e interviste, senza però arrivare mai a una vera e propria incriminazione o condanna. Alla fine del film Zodiac di David Fincher, si vede Allen lavorare come commesso di un negozio di ferramenta. Allo stesso modo in Fino all’ultimo indizio, Sparma, volto di Jared Leto, lavora come riparatore di frigoriferi prima di catturare l’attenzione delle forze di polizia locali. Come Allen, anche casa di Sparma viene perquisita, illegalmente nel film di Hancock, e l’uomo viene poi interrogato, senza appunto però arrivare a nulla di concreto.
La più grande somiglianza tra Zodiac e Sparma riguarda il fatto che nessuno dei due è mai andato a processo. Allen è morto di infarto il 26 agosto 1992. Secondo il film Zodiac, è successo poco prima che stesse per essere arrestato. Tuttavia, i recenti test del DNA della saliva sulle lettere che il killer dello Zodiaco inviò alle autorità sembrano suggerire che Allen non fosse in realtà l’assassino.
L’assassino di BTK
All’inizio di Fino all’ultimo indizio, Jimmy Baxter, volto di Rami Malek, e Joe Deacon, interpretato da Denzel Washington, discutono dei rituali e delle depravazioni dell’assassino che stanno cercando. L’ultima delle sue vittime era stata accoltellata e il corpo era stato spostato, dopo esser stato legato e avvolto in un lenzuolo. Baxter dice che l’assassino è molto organizzato, le vittime hanno subìto terribili torture, con morsi, ma non vi è nessun segno di stupro o elmenti di sodomia. Il sospettato uccide per piacere sessuale. Dopo un omicidio, il killer sarebbe tornato a casa di una vittima, spostando il corpo, radendole le gambe e poi mettendola in posa. “Si organizza come per una piccola festa“, aggiunge Deacon.
In questa sequenza, Fino all’ultimo indizio sembra rimandare a Dennis Rader, il killer di BTK, acronimo che sta per bind, torture, kill, e che ha dato a se stesso lo stesso nome. Come Sparma e Zodiac anche BTK scherniva le autorità. Rader, che è stato poi arrestato, ha commesso 10 omicidi, per lo più di donne, tra il 1974 e il 1991, mantenendo sempre una corrispondenza a intermittenza con la polizia. Rader ha messo il corpo nudo di una delle sue vittime in posizione di schiavitù in una chiesa e ha scattato delle foto prima di seppellirla in un fosso.
Inoltre, quando Hancock scrisse per la prima volta Fino all’ultimo indizio, nel 1993, il killer di BTK era ancora latitante, eludendo la polizia per decenni, prendendosene gioco tramite lettere. Nel 2004, la voglia di fama di Rader è diventata la sua rovina, quando ha iniziato a scrivere ai media e alle stazioni televisive locali dopo 10 anni di silenzio. Alla fine, Rader ha inviato un floppy disk ai media, ignaro che le autorità potessero cercare i metadati del disco per trovare documenti cancellati. Ciò ha portato le autorità a iniziare a indagare su Dennis Rader, che è stato poi arrestato nel febbraio del 2005.
Anche Jeffrey Dahmer ha posizionato i corpi delle sue vittime, scattando della foto. Anche Jack lo Squartatore, famigerato assassino svanito nel nulla dopo essere riuscito a compiere 5 macabri omicidi, e lo Strangolatore di Boston, hanno spostato e messo i corpi delle vittime in posizioni particolari. Secondo il National Center for Biotechnology Information, “lasciare il corpo di una vittima in una posizione insolita è un’azione criminale consapevole per depistare l’indagine, scioccare gli investigatori o per un proprio piacere perverso. È più probabile che i corpi in posa includano aggressioni sessuali, spesso in omicidi seriali. Quando un corpo viene lasciato in una posizione insolita, spesso viene legato“.
L’elenco di Baxter dei morsi sui corpi delle vittime potrebbe rimandare anche Ted Bundy, che è stato condannato, in parte sulla base delle prove emerse dai segni dei morsi lasciati sui corpi durante gli omicidi alla confraternita Chi Omega del Florida State University nel 1978.