Float e Loop: la spiegazione dei cortometraggi Disney Pixar sull’autismo
Disney Pixar presenta Float e Loop, due cortometraggi della serie SparkShorts, dedicati alla comprensione del mondo dell'autismo. Un mondo all'apparenza complicato ma ricco di sorprendenti ricchezze.
Con i cortometraggi Float e Loop, in sintonia con le finalità della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, Disney Pixar si pone in prima linea nel cercare di accrescere le conoscenze delle persone su tale sindrome, composta da una combinazione variegata e spesso unica di caratteristiche, il cui minimo comune denominatore è un differente approccio percettivo alla realtà circostante.
L’autismo, o sarebbe meglio dire gli autismi, racchiude in sé numerose caratteristiche: si va dai sintomi più sfumati, caratteristici delle sindromi ad alto funzionamento e dei così detti Asperger a problematiche meno adattive, in cui il ritardo cognitivo (di varia entità) si fonde con varie difficoltà nella gestione degli stimoli ambientali e – di conseguenza – anche delle relazioni interpersonali.
Ciò che è importante comprendere, tuttavia, è che nessun autistico – per quanto apparentemente riluttante al contatto sociale – vuole essere lasciato da solo. Ma è necessario trovare un modo per entrare in contatto col suo mondo, diverso da quello dei neurotipici ma non per questo meno interessante e ricco.
Disney Pixar ha realizzato, a tal proposito, due bellissimi cortometraggi: Float (già disponibile sulla nuova piattaforma streaming Disney+) e Loop, ognuno con una specifica finalità informativa.
Float: il diritto e la gioia di essere se stessi
Float è il racconto tenerissimo di un bambino speciale, che si rivela tale agli occhi del suo papà fin dai primi passi: è in grado, infatti, di volare, fluttuando nell’aria, e attirando per questo motivo gli sguardi allarmati e sorpresi delle persone, impreparate ad accogliere tale diversità.
Il papà, spinto dall’urgenza di proteggere il proprio piccolo dal giudizio degli altri, decide così di tenerlo nascosto al mondo. Ma quando il bimbo manifesta il desiderio di esplorare l’ambiente esterno, l’uomo deve arrendersi, decidendo tuttavia di prendere una precauzione per far apparire suo figlio il più normale possibile: mettergli sulle spalle uno zainetto con dentro alcune zavorre, per tenerlo a terra.
Una volta giunti al parco giochi, il desiderio del piccolo di raggiungere gli altri bambini e di esprimere la sua personalità è troppo forte e – sfuggendo al controllo del papà – si libra nell’aria, fluttuando libero, senza il bisogno del sostegno dell’altalena. Ciò, come prevedibile, attira subiti gli sguardi increduli e allarmati del resto dei genitori e figli presenti al parco. Il papà della magica creatura corre allora ai ripari prendendolo fra le braccia e urlandogli in faccia, con evidente frustrazione, delle parole semplici ma dolorose: “perché non puoi essere normale?“
A questo punto, gli avventori del parco si bloccano, raggelati dalla durezza di quella domanda e il piccolo si spegne, chiudendosi in se stesso e tornando concretamente (e simbolicamente) “con i piedi per terra” , col volto esanime e rigato dalle lacrime.
Il papà capisce allora di aver privato il bambino del valore più prezioso della sua vita: la gioia di sentirsi accettato e amato per com’è, senza dover fingere di essere più normale, solo per non disturbare gli altri.
Tenendolo fra le braccia si siede allora con lui sull’altalena, cominciando a fluttuare avanti e indietro nell’aria ed entrando finalmente nel suo mondo: un mondo diverso, a volte complicato ma assolutamente meraviglioso e condivisibile, con un piccolo sforzo di volontà e consapevolezza.
Ora papà e figlio sono finalmente felici, come le persone intorno a loro, ognuna libera di esprimere a modo suo la propria straordinaria e irripetibile natura.
Loop: comunicare senza le parole
Loop, invece, pone l’accento sulle difficoltà nella comunicazione, nel caso di un autismo non verbale. Parla di un ragazzo che arriva in ritardo all’imbarco della sua canoa, trovandosi a condividere il giro con una ragazza autistica che non parla.
René sembra chiusa nel suo mondo, rassicurata solo dal suono ripetitivo emesso dal suo telefonino, seguito dal verso del cane. Markus vorrebbe interagirci, condividendo la gita con lei, ma i suoi discorsi loquaci appaiono come rumori ovattati e confusi nella mente di René, che riesce a coglierne solo una parte.
Il ragazzo cerca in tutti i modi di decifrare il modo in cui René percepisce e vive il mondo, riuscendo infine a farle esprimere le sue esigenze attraverso un’immagine che la ragazza sceglie sul suo telefonino e che sembra suggerire la necessità di andare in bagno.
Una volta giunti in prossimità della sponda sulla quale si trovano i servizi igienici, René rivela tuttavia la sua reale intenzione: godersi il contatto con l’erba alta mentre la canoa scivola verso la riva. Un’attività che anche Markus trova sorprendentemente piacevole.
Il ragazzo comincia così a capire che la ragazza è in realtà perfettamente in grado di comunicare i suoi bisogni, solo lo fa in modo differente, cercando scaltramente a sua volta di raggirare le difficoltà di comprensione delle persone “normali”, per ottenere ciò che vuole.
Decide allora di portarla con la canoa in una grotta, in cui poter sentire il suono del telefonino, che tanto le piace, in modo amplificato. René tuttavia si trova in preda a un sovraccarico sensoriale e comincia ad agitarsi, smaniando per andare via e gettando rabbiosamente in acqua il cellulare.
La canoa si ribalta sulla riva e la ragazza si nasconde sotto di essa, per proteggersi da quel momento di panico.
Markus non sa cosa fare, quindi decide saggiamente di non fare nulla, sedendosi accanto a lei e attendendo che la crisi passi.
Quando René si sente sufficientemente rassicurata, esce fuori dalla canoa e strofina sul palmo della sua mano un filo d’erba, riproducendo con la bocca il suono del telefonino perduto. Markus si unisce delicatamente a lei completando il suono col verso del cane.
In quel momento, René si sente finalmente compresa e accolta e restituisce a Markus un ampio sorriso. I due sono pronti per tornare a casa, arricchiti della preziosa capacità di stare insieme e divertirsi anche senza le parole.
Loop spiega come sia sempre possibile entrare nel mondo dell’altro, semplicemente abbandonando i codici convenzionali della comunicazione e calibrandosi sulle reazioni dell’altro, l’unica vera mappa per stabilire un contatto autentico e arricchirsi a vicenda.