Francesco Freda: da Sophia Loren a Monica Vitti, racconto di un truccatore
In occasione dell’uscita nelle librerie di Una vita senza trucco – I miei primi 90 anni di cinema è dovuto rendere omaggio alla carriera e al personaggio di Francesco Freda.
Francesco Freda è uno dei truccatori cinematografici italiani più importanti, con all’attivo più di 200 titoli. Tra le altre ha truccato Sophia Loren, Katharine Hepburn e Monica Vitti.
Francesco, detto Franco, Freda è nato a Foligno nel 1925, pertanto è un orgoglioso novantenne. Si è avvicinato al cinema, quello italiano di fine anni quaranta che si apprestava ad incantare almeno per i due decenni successivi, per caso. Da studente di architettura all’Università di Roma, viene invitato a Cinecittà dall’amico Alberto De Rossi e viene come rapito da una stanza adibita al trucco, riuscendo a percepire subito che “la bellezza è un punto di partenza e un punto d’arrivo, una sensazione che ti fa intravedere le cose sempre con un’ottica diversa. Bellezza è cura, non artificio”.
Nel corso dei suoi oltre sessant’anni di carriera (al ritmo di quattro/cinque film l’anno) ha lavorato per registi quali Luigi Zampa, Pietro Germi, Mario Bava, Alessandro Blasetti, Valerio Zurlini, Elio Petri, Michelangelo Antonioni, Joseph Losey, Bernhard Wicki, Sergio Corbucci, Luigi Comencini, Vittorio Caprioli, Michael Cacoyannis, Billy Wilder, Francesco Rosi, Roberto Faenza, Maurizio Ponzi, Lina Wertmuller, Ettore Scola.
Francesco Freda, come si evince dal libro e da tutte le volte che lo si sente parlare, ha amato moltissimo il suo lavoro e ha amato tutte le persone che gli hanno permesso di lavorare rendendosi partecipe di un meccanismo e di un’industria che fabbrica emozioni.
Tra tutti dichiara di aver amato moltissimo Sophia Loren e Katharine Hepburn:
“Sophia Loren è la migliore professionista che io abbia conosciuto. Seria e disciplinata. Quando ci incontrammo insieme ad Ettore Scola per Una giornata particolare, ci abbandonammo totalmente alle idee del regista perché così era giusto. La Hepburn, invece, era molto timida e umile, mi disse che avrebbe ricordato sempre il mio cuore e le mie mani”.
Nel cinema il rapporto tra luce e volti è stretto, pertanto il lavoro del truccatore era importante anche il quel periodo dove si prediligeva la luce naturale, ovvero, quando il cinema si spostò dai teatri di posa alla strada durante il neorelismo:
“Il fatto che col neoralismo cambiò tutto non significò che si badava di meno ai dettagli, anzi. Il neoralismo è stata una corrente pittorica dietro alla quale c’è stato un notevole lavoro di tutti i reparti, direzione della fotografia e trucco in primis”.
Nella vita di Freda è stato molto importante anche il rapporto con Michelangelo Antonioni:
“Mi ha insegnato tanto, era un regista pittorico più degli altri. Per Il deserto rosso mi chiese di rendere gli attori protagonisti trasparenti, quasi come dei fantasmi. Arrivato sul set mi resi conto che tutto era pronto per accogliere gli interpreti, aveva fatto dipingere le strade di grigio che con un cielo plumbeo come era quel giorno rendeva l’aria unica, esattamente come si vede in pellicola”.
Con Marcello Mastroianni il rapporto era basato su di una sana confidenza e un’amicizia che gli ha permesso di divertirsi molto:
“Marcello era unico. Non l’ho truccato per La dolce vita perché avevo già accettato di fare un film in Uruguay e persi quell’occasione. Grazie al trucco era possibile trasformarlo, fargli cambiare volto e modificarlo sul personaggio. Una volta – racconta – mi chiese di accompagnarlo a Parigi per un solo giorno perché aveva da incontrare una persona. Atterrammo e cambio idea e andammo a mangiarci una zuppa di pesce”.
Francesco Freda ha dedicato una vita intera al cinema e alla buona riuscita tecnica di esso, restando oggi un bravissimo narratore di aneddoti e curiosità che affascinano e arricchiscono qualsiasi appassionato.