Frozen (2010): il film horror di Green è tratto da una storia vera?
Scordatevi Frozen con protagoniste le sorelle Anna e Elsa e il buffo Olaf, perché in questo film non esistono "caldi abbracci", ma solo brividi e non solo di freddo.
Frozen è un film horror del 2010, diretto da Adam Green, già conosciuto per aver scritto e diretto diverse pellicole thriller horror tra cui anche Hatchet e la serie per la tv Holliston. La pellicola Frozen, vede protagonisti tre giovani studenti Joe, Parker e Dan interpretati rispettivamente da Shawn Ashmore (meglio conosciuto come Bobby Drake/Ice Man di X Men 2), la bella e brava Emma Bell (Amy Harrison della stagione 2010-2012 di The Walking Dead) e Kevin Zegers (Damian Daalgard della stagione 2009-2011 di Gossip Girl).
Scordatevi Frozen con protagoniste le sorelle Anna e Elsa e il buffo Olaf, perché in questo film non esistono “caldi abbracci”, ma solo brividi e non solo di freddo. In perfetto Open-Water style, Frozen è un horror a tinte molto forti, dove gli unici tre protagonisti devono cercare di resistere una sola notte al freddo e al gelo.
Prima di rientrare al Campus Universitario tre amici decidono di compiere un’ultima discesa con gli sci ai piedi: nonostante gli impianti stiano per chiudere, riescono a convincere il custode a fare un’ultima risalita, con la promessa di scendere presto a valle, senza creare problemi. Il custode acconsente, i tre salgono sulla seggiovia verso quello che sarà il loro peggiore incubo. Il custode, infatti, si allontana dall’impianto e chiede ad un collega di sostituirlo, accertandosi che i tre ragazzi siano scesi, prima di fermare le seggiovie: il collega vedendo arrivare a valle dalla pista tre ragazzi, crede che siano i tre di cui gli aveva parlato l’amico, chiude pertanto l’impianto e toglie la corrente all’intera stazione sciistica.
I tre amici restano dunque bloccati sulla seggiovia, a diversi metri dal suolo: in un primo momento pensano si tratti di un guasto temporaneo ma, man mano che passano le ore, Joe, Parker e Dan si rendono conto che dovranno passare tutta la notte sulla seggiovia. Il film, da questo punto in poi, si sviluppa solo intorno al dialogo notturno (e disperato) dei tre amici, che cercano una soluzione per poter andare via. Il primo a tentare di trovare una soluzione è Dan che salta dalla seggiovia al suolo: l’impatto è tremendo e il ragazzo si procura una grave frattura ad entrambe le gambe. Joe, nel tentativo di salvare l’amico, cerca di percorrere il filo della seggiovia aggrappandosi con le mani, cercando di raggiungere il pilone poco distante, provvisto di scala.
I movimenti di Joe, però, attirano un branco di lupi affamati che, attratti dall’odore di sangue delle ferite di Dan accerchiano quest’ultimo, sbranandolo, sotto lo sguardo impotente dei due amici. Con i segni di congelamento sulla pelle, la mattina successiva Joe tenta nuovamente di raggiungere la scala: ci riesce, ma mentre scia verso valle viene anche lui seguito e divorato dai lupi. Parker ormai sola, riesce a divincolarsi dalla seggiovia che, svitandosi, le permette di saltare a terra senza ferirsi: la ragazza però non si accorge che anche l’altra vite della seggiovia sta per cedere e, poco prima di riuscire a scappare, le cade addosso, ferendola ad un piede. Nonostante il dolore, Parker striscia fino a valle, dove si imbatte nel cadavere di Joe e nei lupi che però la ignorano perché stanno ancora terminando il “pasto” precedente. Alla fine del film, Parker viene soccorsa da un automobilista e portata in ospedale.
Nel 2009 il film è stato considerato tra i migliori horror dell’anno: ricco di tensione, nonostante alcune scene che sfociano nel grottesco, la pellicola merita di essere guardata. I tre attori, seppur giovanissimi, riescono a trasmettere bene terrore e tensione: qui l’elemento horror è guidato direttamente da Madre Natura, nessun serial killer psicopatico alla Saw, per intenderci, ma come accade in Open-Water l’elemento terrore è dato da animali considerati da sempre malvagi e terrificanti. Nel linguaggio popolare, Cappuccetto Rosso è stata la prima narrazione pseudo-horror per molti bambini, dove il lupo mannaro è sempre stato tra i personaggi più cattivi, come del resto anche lo squalo.
Frozen (2010): il film horror è una storia vera?
Per quanto al mondo possano capitare situazioni davvero bizzarre e pericolose, la risposta è no, Frozen non è una pellicola ispirata ad una storia vera (per fortuna). La trama però, è molto ben sviluppata e il racconto non è poi così lontano da situazioni che possono accadere a causa della distrazione e superficialità dell’uomo: in questo caso parliamo della distrazione del custode dell’impianto e della superficialità dei tre ragazzi nel voler scendere “un’ultima volta”, nonostante la chiusura imminente delle piste.
Frozen: alcune curiosità
- Il film è stato girato senza greenscreen, ciò vuol dire che i tre attori sono davvero rimasti sospesi su una seggiovia a diversi metri da terra, per tutta la durata delle riprese. La pellicola è stata girata tra le montagne dello Utah.
- Per ottenere le riprese dalla seggiovia mentre i tre amici parlano, lo sceneggiatore, il regista Adam Green e il direttore della fotografia Will Barratt hanno dovuto fare tutto da soli: la troupe assunta per il film aveva troppa paura di “penzolare” quelle altezze.
- Al Sundance Film Festival, Adam Green ha raccontato che il luogo in cui hanno girato Frozen era lo stesso in cui, qualche anno prima, una persona si era suicidata. Sembra che la persona in questione, si sia tolta la vita sulla seggiovia numero 92 (in cui ancora oggi è visibile un buco sul sedile) mentre il cast e la troupe hanno utilizzato per il film la seggiovia numero 75.
- Il regista Adam Green soffre di vertigini: per lui, girare Frozen, è stata davvero una scommessa.