Fuga da Alcatraz: la storia vera che ha ispirato il film con Clint Eastwood
Ecco la vicenda che ha ispirato Fuga da Alcatraz, film diretto da Don Siegel nel 1979 che descrive la storia di Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin.
Girato da Don Siegel nell’omonima e temibile prigione dopo più un decennio dalla sua chiusura durante la sua quinta e ultima collaborazione artistica con l’attore Clint Eastwood, Fuga da Alcatraz descrive la vera storia dei detenuti Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin. Sebbene la versione cinematografica della temeraria fuga sia rimasta impressa nella mente di milioni di spettatori, tuttavia, l’evento che, avvenuto nella notte dell’11 giugno 1962, ha ispirato il lungometraggio non è riuscito a diventare popolare, restando un aneddoto sconosciuto ai più. Purtroppo.
Durante i ventinove anni di esistenza di Alcatraz come prigione più temuta d’America, sono stati 41 i detenuti che hanno tentato la fuga e, tra questi, furono 26 quelli ad essere (riacciuffati) e rinchiusi di nuovo nelle celle da cui avevano cercato di scappare, 7 quelli uccisi dalle guardie, 3 quelli che morirono affogati e solamente 5 quelli che sparirono per sempre, senza lasciare alcuna traccia della loro impossibile impresa. Tra questi cinque, Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin, tre individui che non vennero mai più rintracciati né dalle guardie della prigione di Alcatraz né dalla polizia statunitense. Che i tre siano davvero riusciti a fuggire quel temibile luogo? Che i tre siano davvero riusciti a trovare la serenità dopo la fuga, ricominciando la propria vita e, magari, costruendo una famiglia?
Fuga da Alcatraz: breve introduzione alla storia vera che ispirò il film
Per capire al meglio ciò che successe nella lontana notte d’estate dell’11 giugno 1962, è doveroso introdurre i personaggi principali di questa incredibile storia, coloro che forse furono i tre artefici dell’incredibile fuga dalla prigione il cui nome riesce nel compito di far rabbrividire i più: Frank Morris e i fratelli Anglin, Clarence e John, tutti e tre destinati a restare incarcerati in una cella fredda e per nulla familiare a causa delle rapine in banca che avevano messo in atto.
Astuto fuorilegge in carriera conosciuto come un genio criminale, Frank Lee Morris era già fuggito numerose volte da una prigione, dopo aver intrapreso la vita all’insegna dell’illegalità da giovane, all’età di appena 13 anni. Proprio a causa della precocità con cui aveva iniziato ad essere un criminale, Morris aveva una fama che lo precedeva: dopo aver trascorso periodi penitenziari in Louisiana (soprannominata l’Alcatraz del Sud), Florida e Georgia, l’uomo venne rinchiuso a The Rock, altro nome con cui viene conosciuta la temibile prigione, a partire dal 1960. Sarebbe dovuto restare lì per 14 lunghi anni, ma i suoi piani erano altri: diventando il capobanda della Grande Fuga da Alcatraz, l’uomo cercò di pianificare tutto nei minimi dettagli con l’aiuto di due fratelli.
Passiamo ora ai fratelli Anglin, intrappolati nelle celle di Alcatraz dopo aver rapinato una banca dell’Alabama. Clarence e John, cresciuti nel Michigan in compagnia dei loro altri undici fratelli, erano stati capaci di fuggire numerose volte da altre prigioni, proprio come Morris, e, nonostante possa sembrare un dettaglio inutile, erano in grado di nuotare e percorrere lunghe distanze nelle fredde acque del lago Michigan durante i mesi invernali. Una capacità che forse, proprio durante la fuga del secolo, si rivelerà essere utile, se non necessaria.
Ma come riuscirono le vite dei tre a incontrarsi? Dove si conobbero per la prima volta? È noto, da quanto è stato dichiarato in seguito all’inchiesta che seguì la fuga da Alcatraz, che John e Clarence Anglin conobbero Frank Lee Morris durante il loro periodo di prigionia trascorso nel penitenziario federale di Atlanta. La loro conoscenza si infittì una volta che i destini dei tre si re-incontrarono per la seconda volta ad Alcatraz, dove alloggiavano nello stesso livello e dove, nel 1961, iniziarono a progettare minuziosamente i dettagli di un piano a cui nessuno sarebbe mai riuscito a credere. Tuttavia, non erano soli: al loro fianco, infatti, c’era anche un detenuto di nome Allen West, di cui non si hanno altre notizie. Ma quali sono i dettagli della storia vera che ha ispirato il lungometraggio di Don Siegel?
Fuga da Alcatraz: tutti i dettagli della fuga del secolo
Il giorno in cui il Dipartimento di Polizia di San Francisco ricevette una delle lettere più incredibili di sempre era un giorno come tanti altri. Nessuno si sarebbe mai aspettato, lì dentro, di assistere a un evento che sarebbe stato ricordato per lungo tempo, un evento che forse sarebbe anche finito sui libri di storia dei giovani statunitensi. Era il 2013 e la lettera in questione riportava un contenuto molto semplice: “Mi chiamo John Anglin. Sono fuggito da Alcatraz nel giugno 1962 con mio fratello Clarence e Frank Morris”. Nella lettera, il suo emittente spiegava di essere l’ultimo membro del trio in vita: i suoi compagni erano morti anni prima, Morris nel 2005 e Clarence nel 2011. E poi ha mosso una richiesta: se le autorità americane avessero annunciato in televisione che il criminale avrebbe ricevuto una pena detentiva di un anno, lo avrebbero aiutato ad avere le cure mediche di cui aveva bisogno, cure mediche volte ad alleviare il male causatogli da un tumore che lo faceva soffrire da lungo tempo. “Vi scriverò nuovamente per farvi sapere esattamente dove sono” si legge. “Non è uno scherzo“.
Oltre a essere destinata a restare nascosta per anni a causa di ragioni sconosciute, l’ipotetica lettera di John Anglin indusse gli agenti della FBI a riaprire l’indagine riguardante la Grande Fuga da Alcatraz nel gennaio del 2018. Che Frank Morris e John e Clarence Anglin siano veramente riusciti nel loro intento?
Usarono cucchiai per scavare dei buchi abbastanza grandi attraverso i muri delle loro celle durante la notte, mentre Morris suonava la fisarmonica per coprire i rumori generati dallo scavo. I buchi da loro creati, i quali venivano coperti con del cartone dipinto per risultare apparentemente invisibili agli occhi delle guardie, avrebbero permesso loro di raggiungere i condotti della prigione e, quindi, di scappare. Il piano di fuga era, quindi, semplice. Gli uomini costruirono, inoltre, anche una sorta di zattera, composta d’impermeabili, oltre a delle ricostruzioni di teste ricavate dal gesso e dalla carta igenica, dipinte per sembrare più realistiche e dotate anche di capelli, recuperati dagli scarti del barbiere della prigione. Le teste vennero lasciate nei loro letti a fingere che loro fossero lì, che stessero riposando oppure dormendo all’interno delle loro fredde e invivibili celle. Come è facilmente deducibile, furono necessari mesi di preparazione per riuscire a realizzare il tutto. E poi arrivò la notte tanto attesa e tanto programmata: l’11 giugno del 1962.
Dopo aver scalato un muro di circa quindici metri e dopo aver lasciato Allen West dietro di loro, dato che il quarto collaboratore non era in grado di superare l’ostacolo, il trio riuscì a scavalcare altre due recinzioni di filo spinato, passando totalmente inosservato alle guardie, spostandosi sulla battigia per gonfiare la loro rudimentale zattera: erano da poco passate le dieci di sera e i tre fuorilegge scomparvero in una notte di nebbia e oscurità, navigando tra le acque fredde che circondavano la prigione. Erano riusciti nell’obiettivo di terminare l’impresa che si sarebbe rivelata essere la prima e ultima fuga da Alcatraz.
Solamente la mattina successiva, quando una zattera venne trovata su un’isola vicina, le guardie scoprirono solamente la mattina successiva che i tre erano riusciti a evadere da The Rock. I loro corpi non vennero mai trovati o recuperati, lasciando molti a chiedersi se morirono nella movimentata Baia di San Francisco o se fossero veramente arrivati a riva, raggiungendo la tanto agognata libertà: Frank Morris, Clarence Anglin e John Anglin vennero dichiarati ufficialmente scomparsi.
Fino alla sua chiusura, avvenuta nel 1963, un anno dopo l’ipotetica fuga dei tre criminali, Alcatraz fu notoriamente considerata la prigione più invivibile del pianeta, un vero inferno in terra. In precedenza, decine di detenuti avevano tentato di fuggire da quel temibile luogo, quindi cosa avevano fatto di diverso Frank Morris e i fratelli Anglin? Forse anche questa domanda è una delle tante che saranno destinate a non trovare mai una risposta.