Gabriele Muccino: 10 cose da sapere sul “poeta dell’incomunicabilità”

Matteo Fantozzi, autore del libro Gabriele Muccino: il poeta dell'incomunicabilità, ha stilato per Cinematographe.it, una lista di curiosità su regista romano.

È stato pubblicato di recente da Santelli Editore un libro dedicato al regista romano Gabriele Muccino, intitolato Gabriele Muccino: il poeta dell’incomunicabilità e scritto dal critico cinematografico Matteo Fantozzi, a cui abbiamo chiesto di stilare una lista di dieci curiosità sull’autore, dettagli rintracciabili sicuramente anche all’interno del suo volume, in maniera chiaramente più estesa.

Andiamo a leggere 10 cose che forse non sapete su Gabriele Muccino.

  1. Nel 1990 Gabriele Muccino debutta come attore nei panni di Zico nel film Atto di dolore del grandissimo regista Pasquale Squitieri. Si tratta di una particina, ma è inevitabile pensare che un grande maestro come Squitieri gli possa aver trasmesso qualcosa di importante. Recitare per lui e rimanervi fianco a fianco ha plasmato un giovane Gabriele anche se va detto che i suoi film si discostano e non poco dall’atteggiamento puramente provocatorio del regista de L’Arma.
  2. Gabriele Muccino aveva iniziato gli studi alla facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza per interromperli praticamente subito affiancandosi come assistente volontario a diversi registi e iscrivendosi poi al Centro Sperimentale di cinematografia di Cinecittà. La sua vocazione per il cinema dunque ha avuto la meglio, come capitato spesso nella storia della settima arte, rispetto alla volontà di terminare una carriera di studi puramente accademica.
  3. La sua carriera dietro la macchina da presa inizia come documentarista. Per anni dirige delle mini docu-fiction per il programma di approfondimento di Rai 3 Ultimo Minuto. Poi inizia a realizzare dei documentari sulla savana africana acquisendo così padronanza della macchina da presa e del mezzo cinema.
  4. Il primo film di finzione è un cortometraggio che si intitola Io e Giulia dove protagonista è Gabriele Corsi, del trio Medusa, e al suo fianco c’è una giovanissima Stefania Rocca. A oggi è molto difficile trovare questo lavoro anche se in molti ricordano un lavoro che già denotava un certo talento.
  5. L’Ultimo Bacio si doveva intitolare Non sono pensieri carini ed era partito come un film con una piccolissima produzione. Il primo attore scritturato fu Enrico Silvestrin che con Gabriele aveva già lavorato in Ecco Fatto e che lo avrebbe fatto nuovamente in Ricordati di me. Silvestrin avrebbe dovuto fare il ruolo poi di Giorgio Pasotti e quest’ultimo quello poi dato a Marco Cocci. Silvestrin però rinunciò alla parte per puntare sulla serialità con via Zanardi 33. Alla fine provò a fare anche entrambi i lavori, non riuscendo a far combaciare gli impegni con quelli di Stefania Sandrelli e rimase allora solo a bordo della serie TV. Sarà per lui un grandissimo rimpianto, tanto che arriverà a confessarmi di provare dolore a vedere ancora quello splendido film oggi.
  6. I film americani diretti da Muccino (La ricerca della felicità, Sette Anime, Quello che so sull’amore, Padri e figlie) hanno il suo tocco anche se è difficile, senza saperlo, attribuirgliene la paternità. Questo si spiega perché in nessuno dei quattro casi ha scritto lui la sceneggiatura, cosa accaduta invece in tutti gli altri film italiani.
  7. Nel 2006 Tony Goldwin ha diretto The Last Kiss con Zach Braff (Scrubs) e Rachel Bilson (The Oc). Questo è un remake, anche se poco riuscito, de L’ultimo bacio. A segnalare come anche negli Stati Uniti ci sia stata grandissima attenzione per questo lavoro di Muccino. Fu chiamato per la produzione dello stesso.
  8. Spesso ci sono personaggi all’interno dei film di Gabriele Muccino che portano il cognome Ristuccia. Questi era un compagno del regista ai tempi delle scuole anche se non è noto sapere in che rapporti siano ancora oggi.
  9. In Baciami Ancora il ruolo di Giovanna Mezzogiorno fu affidato a Vittoria Puccini perché la prima rifiutò di portare avanti quel personaggio che avrebbe voluto vedere fermarsi alle vicende del primo film. Non riteneva degno vedere il suo personaggio muoversi verso altre avventure e lo riteneva compiuto. Chi aveva ragione?
  10. Gabriele Muccino è molto attivo sui social network, su Instagram ha un profilo seguito da oltre 100 mila persone. Molto spesso è piccato nei suoi commenti, sottolineando cosa non gli va a genio. Questo ha di recente scaturito una polemica feroce nei confronti dei David di Donatello.