Ghost Stories: tutto quello che dovete sapere prima di vedere il film
Lo sapevate che Ghost Stories è ispirato a I Monologhi della Vagina? E che strizza l'occhio a Dario Argento? Ecco tutto quello che dovete sapere prima di vedere il film, dal 19 aprile al cinema!
A volte basta il tempo di un battito di ciglia per creare un film, altre volte è il frutto di una conoscenza lunga anni, di assidui studi e infiniti rinvii. Alla seconda categoria appartiene proprio il thriller soprannaturale Ghost Stories, pellicola di Jeremy Dyson e Andy Nyman, con protagonista quest’ultimo, Paul Whitehouse, Alex Lawther e Martin Freeman. Lodato dalla critica internazionale e nazionale (noi di Cinematographe l’abbiamo premiato col Play Oro) per il suo tocco innovativo e quel turbinio di suspense che riesce a suscitare, il film arriverà nelle sale italiane a partire dal 19 aprile con Adler Entertainment. Prima, però, ci sono delle cose che dovete sapere sul film!
Ghost Stories: la travagliata genesi del film
La genesi di Ghost Stories risale al 1981, anno del primo incontro tra Dyson e Nyman. Allora i due registi erano solo dei quindicenni con la grande passione per le barzellette sporche e i film horror. Il destino volle che questi due ragazzini passassero la loro vita insieme, vedendo le pellicole del loro genere preferito e maturando in cuor loro il desiderio di “spaventare il pubblico” con un prodotto creato totalmente da loro. Un sogno iniziato sotto forma di opera teatrale nel 2010 e raggiunto totalmente nel 2018.
Ghost Stories: dal teatro al cinema
Cosa è successo effettivamente? Dopo ventisette anni dal loro primo incontro, nel 2008, Dyson e Nyman ebbero la possibilità di collaborare. Tutto partì da Nyman che, trovandosi per lavoro nel West End (Londra), passò accanto a un teatro in cui andava in scena The Woman in Black e si trovò a riflettere sul fatto che fosse l’unica opera horror trasmessa in città e che, in generale, erano state create poche opere teatrali appartenenti a quel genere nel corso degli anni. Fu così che Nyman chiamò Dyson per esporgli la sua idea di lavorare insieme al fine di creare un’opera teatrale in grado di entusiasmare (e far rabbrividire!) il pubblico.
Va così in scena, nel febbraio del 2010, Ghost Stories, uno degli show più spaventosi di tutti i tempi. Dopo la fortunata anteprima presso la Lyverpool Playhouse, la pièce ha girato i teatri di tutto il mondo, tra cui Toronto, Shanghai, Lima, Sydney e Mosca, in cui ha fatto incetta di pareri positivi sia da parte del pubblico che della critica. L’opera si basa su giochi di luce e trucchi magici che danno l’illusione di essere in una vera e propria casa infestata dai fantasmi. Secondo quanto svelato da Jeremy Dyson per creare gli effetti speciali si lasciarono ispirare da parchi divertimento del calibro di Disneyland e in particolare dall’attrazione Haunted Mansion. La loro idea era dunque fin dall’inizio quella di immergere gli spettatori in un’esperienza da brivido, capace di suscitare le emozioni che si provano durante l’età della spensieratezza. Ma, mise-en-scène a parte, qual è esattamente la trama di Ghost Stories?
Ghost Stories: come si crea una storia vincente
Come si sa, una buona rappresentazione, sia essa teatrale o cinematografica, deve senza dubbio fare affidamento su una storia accattivante e coinvolgente e spesso la semplice azione di narrare qualcosa di presumibilmente vero è il fulcro stesso dell’opera.
A detta di Andy Nyman Ghost Stories altro non è che “una sorta de I Monologhi della Vagina, ma in chiave ‘ghost story’: Tre uomini su uno sgabello che raccontano delle storie agghiaccianti”.
Per costruire la trama di Ghost Stories (e siamo chiaramente ancora nel campo teatrale) i due registi hanno preso spunto innanzitutto dalle proprie paure e dai loro demoni personali, oltre che dai film degli anni ’60 e ’70, come Le cinque chiavi del terrore di Freddie Francis, La bottega che vendeva la morte di Kevin Connor e chiaramente anche il cult del 1945 Incubi Notturni, diretto da Alberto Cavalcanti, Basil Dearden, Charles Crichton e Robert Hamer (che ebbe il merito di introdurre un nuovo modo di trattare il genere horror e che a sua volta influenzò i succitati film della Amicus Productions). Citazioni immancabili, poi, all’interno di Ghost Stories, sono quelle fatte al maestro del brivido Dario Argento.
Passando alla trama del film Ghost Stories, essa ruota attorno a una storia che fa da cornice – che è quella del Professor Philip Goodman – e all’interno della quale vanno a insediarsi tre storie parallele inerenti fenomeni paranormali. Per evitare spoiler, vi riportiamo di seguito la sinossi ufficiale.
Il Professor Philip Goodman (Andy Nyman), noto a tutti per il suo proverbiale scetticismo nei confronti di qualsiasi evento sovrannaturale conduce un programma televisivo, nel quale smaschera false sedute spiritiche e sedicenti sensitivi.
Quando gli affidano il compito d’indagare su tre sconcertanti casi di attività paranormale, Goodman inizia a scavare sempre più a fondo, ignaro del fatto che i 3 casi finiranno per rivelare, ciascuno a suo modo, dei misteri terrificanti, ben oltre la sua stessa immaginazione. Finché, via via, non giungerà a un’angosciante e scioccante conclusione che lo riguarderà personalmente.
Ghost Stories: un film non commerciale
A dimostrare che Ghost Stories sia un film non commerciale, ma creato con meticolosa cura è anche la scelta dei due registi sulla casa cinematografica a cui hanno affidato il progetto. I due non volevano abbandonare la loro creatura, dandola in affidamento a un qualsiasi studios, piccolo o grande che fosse. L’intenzione dei registi era quella di continuare a curare il progetto, assicurandogli una sceneggiatura adatta al passaggio dal palcoscenico al grande schermo.
Innanzitutto tolsero tutti gli elementi teatrali che avrebbero inevitabilmente cozzato con quelli della settima arte; accentuarono poi molto di più il DNA britannico che, fin dal 2010, era stato fondamentale per il successo dell’opera teatrale. La casa di produzione in grado di soddisfare tutte le loro esigenze fu la Warm Films, che accolse il progetto con estremo entusiasmo. I registi iniziarono quindi a lavorare al film, partendo dalla pre-produzione e scegliendo con cura non solo il cast principale ma anche le comparse.
Ghost Stories: un cast ineccepibile
Spesso un buon e rinomato cast basta da solo a fare la fortuna del film e nel caso di Ghost Stories si può dire che gli attori apportano alla pellicola un plus di talento non indifferente.
Come accade spesso nel mondo cinematografico, anche nel caso di questo thriller soprannaturale il regista non si limita a stare dietro la macchina da presa, bensì si mostra al grande pubblico interpretando uno dei ruoli principali, ovvero quello del professor Goodman. A prestare il volto allo scettico uomo è infatti uno dei registi, Andy Nyman.
Contrariamente a quanto si possa pensare Nyman, scrivendo la parte, non aveva affatto pensato a sé, ma durante la stesura del personaggio, sia lui che Jeremy capirono che doveva essere così: era la persona giusta a indossare i panni di Goodman!
Per chi non lo sapesse, Andy Nyman ha ricevuto diversi premi sia al cinema che al teatro e, se avete già visto L’uomo sul treno, l’avrete certamente notato al fianco di Liam Neeson.
Per quanto riguarda il suo collega Jeremy Dyson, anche lui svolge la professione attoriale (anche se stavolta ha preferito rimanere nel suo ruolo di regista e sceneggiatore) e per dieci anni è stato uno dei membri del gruppo comico The League of Gentlemen, insieme a Mark Gatiss, Steve Pemberton e Reece Shearsmith.
Ma arriviamo a uno dei nomi più altisonanti del cast di Ghost Stories, l’amatissimo Martin Freeman, noto ai più per i suoi ruoli in Lo Hobbit, nel film Marvel Black Panther e nella serie televisiva Sherlock. Nel film in questione interpreta Mark Priddle, un agente di borsa disposto a tutto pur di avere una famiglia. L’attore ha rivelato, durante il Romics e il Lucca Film Festival, alcuni dettagli sul suo ruolo e sul suo rapporto con i film di genere, come ad esempio il fatto che sia “un vero fifone!”.
Al fianco di Freeman troviamo nel cast Paul Whitehouse nei panni del guardiano notturno Tony Matthews. I registi e sceneggiatori hanno dichiarato di averlo scelto perché lo ritengono “un attore sensazionale, capace di farti morire dalle risate e di spezzarti il cuore contemporaneamente”. Infine, per il ruolo del ventenne Simon Rifkind è stato scelto Alex Lawther (The Imitation Game, Vi presento Christopher Robin), che i più giovani riconosceranno anche per le sue interpretazioni in Black Mirror e The end of the f***ing world.