Perché vedere Ghost Stories? 5 motivi per non perdere il film
Ghost Stories è un film che ti lascia la paura addosso, che con le sue tre storie di fantasmi sa far saltare lo spettatore. Ma, nonostante il terrore, è un film da non perdere e noi vi diamo ben cinque motivi per vederlo!
Le storie di fantasmi non smetteranno mai di affascinare il pubblico, in balia di emozioni forti e a volte traumatizzanti soprattutto quando il racconto riesce ad essere così convincente da lasciare il gelo nelle vene. Ghost Stories, nuovo film diretto da Jeremy Dyson e Andy Nyman (con quest’ultimo anche nei panni del protagonista), riesce a fare centro per ben tre volte nel voler narrare fenomeni paranormali che vanno avanti proprio grazie al gusto della paura. Un addentrarsi nell’oscuro in cui si finisce per rimanere bloccati, talmente ben approfondito da portare a conclusione un’opera terrorizzante.
La storia del professor Phillip Goodman, impegnato nella vita a svelare cosa si cela dietro a ciò che è impossibile da comprendere, è una piccola chicca per gli appassionati di horror e thriller soprannaturale, i quali resteranno stupefatti davanti a Ghost Stories. Sono tanti i motivi per vedere il film, al cinema dal 19 aprile con Adler Entertainment, e noi ve ne diciamo alcuni!
5 buoni motivi per vedere Ghost Stories
Perché vedere Ghost Stories? Non una, non due, ma ben tre storie
Phillip Goodman ha un suo programma televisivo in cui mostra al pubblico come medium e santoni del paranormale siano soltanto dei truffatori. Ha trascorso la sua esistenza nel voler mostrare ciò che molti ritengono indimostrabile, ma si ritroverà in difficoltà quando verranno sottoposti alla sua attenzione tre casi inquietanti. E così Ghost Stories si dirama in un racconto che ne contiene al suo interno altri tre, una trovata che poteva rivelarsi dannosa ai fini della compattezza del film e che invece ne esalta il brivido di terrore lungo la schiena. I tre casi di Goodman, le tre storie, sono tutti ottimi esempi di horror, di presenza del sovrannaturale che non può far altro che pietrificare chi si ritrova a vivere e ad assistere a quell’esperienza. Nessuna storia quindi prevale sull’altra, nessuna risulta meno efficace. Tre racconti che sanno mantenere alto il livello di orrore per tutto il film.
Ghost Stories: La mente vede quello che vuole vedere
Seppur illuminato dall’aura del genere dell’orrore, Ghost Stories ha la rimembranza di quelle opere psicologiche in cui la mente dei personaggi – e a volte anche degli spettatori – viene ingannata da suggestioni che ne influenzano le visioni, i comportamenti, ma non per questo mettono meno paura di qualcosa di cui si è certi, anzi! Ed il film viaggia esattamente su questo filo di demarcazione: cosa è reale, cosa non lo è, ma soprattutto cosa ci sta dicendo la nostra mente?
Ghost Stories: salti dalla poltrona e nodi in gola
Ghost Stories si nutre della vera paura che riesce a suscitare nello spettatore, che gioca molto con l’effetto sorpresa da “salto dalla poltrona”, ma al contempo si presenta su un piano maggiormente insinuante, che entra nella psiche del pubblico a tratti immobilizzandolo. Storie dunque di cui non importa la derivazione, se da qualcosa di concreto o qualcosa di immaginato, unite unicamente dall’efficacia di coinvolgere, intimorire, affascinare.
Ghost Stories: storie british per fantasmi british
Ad aiutare le già portentose idee derivate dalla sceneggiatura scritta dai registi Dyson e Nyman, al film si aggiunge quel tocco british che gli inglesi non mancano mai di lasciare in ogni loro lavoro. Se la paura rimane un sentimento che accomuna il genere horror e thriller, Ghost Stories differenzia la propria provenienza con una firma smaccatamente britannica, la quale si riversa nel modo di usare velatamente un humor tetro e sulla caratterizzazione dei suoi personaggi. Un voler darsi una differente e precisa identità nel panorama dei film di genere.
Ghost Stories e Martin Freeman: protagonista tra i fantasmi
Non è il personaggio principale del film, ma il talento di Martin Freeman e il suo atteggiamento di fronte alla camera da presa lo rendono ancora una volta il vero protagonista. L’attore inglese è l’oratore di una delle tre storie spaventose che riguarda la visione mostruosa avvenuta nella sua casa e nel raccontarla impersona un ironico imprenditore miliardario. La capacità di attraversare qualsiasi genere fa di Martin Freeman uno degli interpreti più interessanti del panorama britannico e non solo. Una prova, quella di Ghost Stories, che lo vede confrontarsi con una parte ambigua e inafferrabile, sicuramente da non perdere.