Hasta el Cielo: la spiegazione del finale del film Netflix
Cosa succede alla fine di Hasta el Cielo? La spiegazione del film Netflix con Miguel Herrán.
Hasta el Cielo, il thriller spagnolo diretto da Daniel Calparsoro con protagonista Miguel Herrán (noto ai più per aver interpretato Rio nella fortunata serie TV La casa di carta) ci porta in una Madrid attraversata dalla corruzione, sulle tracce di un giovane che, animato dalla smania di diventare grande, intraprende scelte sbagliate, infilandosi in situazioni forse più grandi di lui. Il film Netflix è uno spaccato di azione e romanticismo, ben amalgamato con le onnipresenti rapine e con i conti che si è costretti a fare quando si vogliono fare affari sempre più remunerativi. La vita del protagonista Ángel è sempre sull’orlo di un precipizio, sempre in procinto di fallire lavorativamente e sentimentalmente, ma cosa accade alla fine? Come vanno davvero le cose? Cerchiamo di analizzare il finale di Hasta el Cielo.
Di cosa parla Hasta el Cielo? La trama del film Netflix
Il film si apre con Ángel (Miguel Herrán) che si accinge a rapinare una gioielleria a bordo della sua auto, dopodiché la pellicola ci fa fare un balzo indietro di quattro anni, guidandoci adagio alla scoperta del percorso compiuto dal protagonista per arrivare fino a quel momento. Il ragazzo, che lavora in una fabbrica e vive da solo col nonno in un sobborgo di Madrid, inizia quasi per caso a immettersi nel brutto giro delle rapine. Finisce nei guai per colpa di Poli, un criminale legato sentimentalmente a Estrella, la ragazza che piace ad Ángel e che finirà per essere la sua fidanzata e amante.
Nonostante il carcere e le pressioni della polizia, Ángel continua ad essere un fedele affiliato di Poli, finché non entra in contatto col vero boss del crimine, Rogelio. L’ambizione porterà il protagonista a farsi strada da solo, stringendo accordi col boss e lavorando con l’avvocatessa di Poli, Mercedes, che a quanto pare sa bene come aggirare la legge.
Per ottenere tutto il potere che desidera, però, Ángel è costretto a rinunciare alla donna che ama e a sposare la figlia di Rogelio, Sole, nonostante continui a vedersi con Estrella.
Vista la sua posizione, è chiaro che tra lui e il vecchio socio Poli ci siano acerrimi rapporti, che si ingarbugliano al punto da compromettere una delle rapine a cui il protagonista tiene di più: la presa d’assalto a un furgone che trasporta denaro, in spostamento dall’isola di Ibiza a Valencia.
Alcuni anni dopo, vediamo che Ángel ha avuto un successo tale da essere nella posizione giusta per aprire attività legali e usarle per riciclare il denaro derivante dalle rapine. Un’ascesa dovuta non solo alla sua ambizione ma anche e soprattutto al sostegno del suocero e del suo avvocato di fiducia. Sarà proprio Mercedes infatti a presentargli un riciclatore di denaro di alto profilo che si offre di conservare i soldi di Ángel all’estero e, attraverso la mala cinese, di dargli la possibilità di averli ogni volta che ne ha bisogno.
In una scena in cui si trova all’interno dell’edificio il protagonista dice una frase che è un netto riferimento al suo passato. Dice infatti che da quell’altezza sembrano tutti delle formiche, pensando inevitabilmente al fatto che pochi anni prima era lui a sembrare una formica a chi stava negli uffici di quel grattacielo, muovendo somme fuori dal comune.
Sembra, insomma, che Ángel ce l’abbia fatta, ma è davvero tutto così perfetto come sembra?
Cosa succede nel finale di Hasta el Cielo?
Evidentemente quella tesa da Mercedes non era una mano d’aiuto ma una trappola. Poco dopo aver incontrato il riciclatore di denaro, infatti, Ángel nota la presenza di un localizzatore sulla sua auto. Parlando col suocero Rogelio viene messo in guardia sulla vera natura dell’avvocato, la quale ha pensato bene di partire per Parigi, avendo il chiaro sentore che sta per succedere qualcosa.
Parallelamente, gli amici e la moglie di Ángel sono indaffarati a fregare la mafia cinese in un lussuoso hotel. Ma dopo le parole di Rogelio il ragazzo capisce che la polizia sta solo attendendo di coglierli in flagrante. Ángel tenta disperatamente di avvisare Sole, ma la ragazza ignora le sue chiamate e alla fine viene arrestata.
Prima di finire in manette, tuttavia, Sole riesce a nascondere le valigette con i soldi. Una volta giunta alla stazione di polizia chiede di poter fare una chiamata: il numero che digita è quello di Estrella, alla quale dà le indicazioni per recuperare le valigette dall’hotel (in modo che la polizia non possa usarle come prove), chiedendole infine di scappare insieme ad Ángel e di distruggere le schede telefoniche affinché il padre non li trovi.
Perché ha paura del padre? La risposta la troviamo qualche scena prima, quando Rogelio minaccia il protagonista di ucciderlo se solo fosse successo qualcosa alla figlia. Ed evidentemente Sole sa bene di cosa è capace suo papà.
La scena che anticipa i finale ci mostra Estrella la quale, nonostante l’esitazione iniziale, alla fine accetta di fare ciò che le ha commissionato Sole. Dopo aver fatto ciò si siede in auto e, sorridendo, guarda sul cellulare una vecchia foto di Ángel. È in questo istante che un uomo sopraggiunge lateralmente inferendole un colpo di pistola mortale e andando via dopo aver prelevato il bottino.
Ma chi è l’uomo che ha sparato a Estrella nella scena finale di Hasta el cielo?
L’uomo in questione appare già in precedenza nel film e si lascia notare per via di quella cicatrice sul viso. Si tratta di un poliziotto che molto probabilmente fa il doppio gioco in accordo con Rogelio; non a caso sventa il raid del detective, salvando Ángel. Ma chi gli ha commissionato l’omicidio di Estrella? Soprattutto, gliel’ha commissionato qualcuno o sta agendo in solitaria solo per accaparrarsi il denaro?
Visto il suo atteggiamento passato potrebbe anche essere stato assoldato da Rogelio, che da ciò che abbiamo capito in precedenza sa che il genero ha una relazione clandestina con Estrella o forse i mandanti potrebbero essere stati i cinesi, intenzionati a recuperare i soldi.
È interessante anche cerare di capire come sia arrivato ad Estrella. La ragazza infatti entra in gioco principalmente in due occasioni: quando li aiuta a nascondere i soldi e in un secondo momento quando viene chiamata in causa da Sole. Forse il poliziotto misterioso li stava pedinando? Se così fosse potrebbe anche essere in grado di rintracciare il loro nascondiglio, ma è chiaramente solo un’ipotesi.
A pensarci, Sole avrebbe potuto fare il doppio gioco per vendicarsi del marito e della sua amante, ma nella scena in cui parla con Estrella ammette che darebbe la vita per Ángel e per suo figlio, quindi sicuramente le sue intenzioni erano positive e rivolte esclusivamente al bene di Ángel, che altrimenti, avendola messa nei guai, sarebbe stato sicuramente ucciso dal padre di Sole. Inoltre la scomparsa delle valigette gioca un punto non indifferente a suo favore.
Hasta el cielo: il significato e la spiegazione del finale
La scena successiva all’uccisione di Estrella ci fa tornare a ciò che abbiamo visto in apertura: Ángel a bordo di una lussuosa auto che va a schiantarsi violentemente contro la vetrina di una gioielleria, dando al contempo uno sguardo al tatuaggio che ha sul braccio: un fiore di loto, proprio come Estrella. Non ci aspettiamo che l’impatto gli faccia perdere la vita – dopotutto è una tattica che lui e la sua banda avevano già usato in passato – ma è chiaro che agendo col volto scoperto è facilmente identificabile.
Il suo modus operandi non è per niente ragionato né ragionevole: agisce d’istinto e sembra essere animato da un desidero autodistruttivo, sicuramente dettato dalla morte di Estrella. Ma cosa vuole ottenere facendo così? Se non è la morte che desidera, forse vuole semplicemente pagare per tutto ciò che ha commesso e magari preferisce finire tra le mani della legge piuttosto che vedersela col suocero o chi per lui. Forse, nonostante il dolore per la morte della donna che amava, a tenerlo in vita provvede ancora la presenza del figlioletto avuto da Sole.
Si tratta, in ogni caso, solo di alcune supposizioni che Hasta el cielo non ci dà modo di verificare, lasciandoci col fiato sospeso. È chiaro che a Daniel Calparsoro non interessi raccontaci per filo e per segno ciò che accade ad Ángel, evidentemente quel che il regista vuole comunicare allo spettatore è l’ascesa e la caduta di un ragazzo come tanti che, bramante del lusso facile, si lascia veicolare nei cunicoli della malavita fino a perdere completamente se stesso e ciò che ha di più caro, in un mondo in cui persino i sentimenti diventano affari. Ciò che ritrae il film Netflix, insomma, prima ancora che la disfatta di un uomo d’affari è il crollo di un essere umano incapace di dare un freno alle sue follie.