How I Fell in Love with a Gangster: il film Netflix è basato su una storia vera?
How I Fell in Love with a Gangster è frutto solo della fantasia degli sceneggiatori oppure ha un fondo di verità?
Diretto da Maciej Kawulski, il film biografico How I Fell in Love with a Gangster è un’esplorazione psicotica e cerebrale della vita di Nikos Skotarczak. Definito “il padrino” della malavita polacca, passa dalle stalle alle stelle, solo per perdere tutto in prossimità della fine. Nonostante il fascino emanato dal protagonista, la pellicola costituisce un chiaro ammonimento sui guai di un’esistenza condotta all’insegna del crimine. Ma quanto c’è di autentico negli eventi rappresentati? Sono totalmente fedeli alla realtà oppure nascono in parte dalla fantasia degli sceneggiatori? Scopriamolo insieme.
La verità dietro a How I Fell in Love with a Gangster, il film di Maciej Kawulski disponibile su Netflix
Partiamo da un presupposto: How I Fell in Love with a Gangster attinge le radici in una storia vera. Come sottolinea l’opera stessa in apertura, Maciej Kawulski, famoso per Underdog (2019), lo ha girato sulla base del copione scritto da Krzysztof Gureczny e Maciej Kawulski. Questi ultimi hanno compiuto uno sforzo enorme per ritrarre in maniera fedele la losca figura di Nikodem “Nikos” Skotarczak, il padre della mafia polacca.
Le vicende narrate sono piuttosto fedeli alla realtà dei fatti, comprese le date di nascita e morte di Nikos, rispettivamente il 29 giugno 1954 e il 24 aprile 1998. Cominciò a lavorare a Danzica da buttafuori nella discoteca Lucynka, che il titolo fedelmente ricostruisce. Gli anni ’70 lo videro salire costantemente nei ranghi malavitosi della città.
Dopo la sua iniziazione nel riciclo di denaro, Nikos fondò il primo gruppo criminale organizzato nell’area di Tricity. Con l’aiuto dei suoi collaboratori, Nikos escogitò un piano ben congegnato per contrabbandare automobili dalla Germania e dall’Austria in Polonia. Tuttavia, grazie ai suoi contatti di alto livello, Nikos venne ufficialmente accusato di aver rubato appena venti veicoli. In conformità a quanto mostrato, Nikos divenne uno dei principali sponsor di Lechia Danzica. Abile regista ai suoi tempi, Nikos guidò la squadra alla vittoria della Coppa di Polonia nella stagione 1982/1983. Si guadagnò quindi il soprannome di “Meritorious for Gdańsk”, ma le sue attività illecite non erano segrete.
A metà degli anni ’80, Nikos di fuggì nella Germania Ovest e ottenne un passaporto per via del suo terzo matrimonio con una bella tedesca. Gestiva le operazioni da Amburgo e impartiva gli ordini da lì. Nel 1989, Nikos fu condannato a un anno e nove mesi di reclusione per aver rubato un’Audi. Ma proprio come il film, trovò il modo di evadere scambiandosi di identità con il fratello.
All’alba degli anni ’90, Nikos rimise in piede in Polonia illegalmente attraversando l’Austria poiché era ancora un ricercato. Spese diversi anni da latitante, scampando a un’irruzione della polizia a Cracovia nel 1992 e, in seguito, gettando polvere negli occhi di un convoglio a Varsavia. Tuttavia, le Forze dell’Ordine lo catturarono di nuovo nel febbraio 1993. Le autorità si interessarono peraltro al suo passaporto falso.
Una volta rilasciato dalla prigione per presunta buona condotta, Nikos provò a legittimare i propri affari, ma era troppo tardi. Nell’ottobre 1996, fu messo a processo nel suo Paese d’origine riuscendo a rimanere sotto i riflettori. Nel 1997, ebbe un cameo nel film Sztos. Le sue quotazioni erano ormai andate a fondo, con l’ascesa del gruppo Pruszków.
Nikos venne ucciso a colpi di arma da fuoco da due uomini mascherati nel suo Go-Go Club di Las Vegas (che fungeva anche da agenzia di scorta). Gli investigatori dell’ufficio del procuratore distrettuale di Danzica non fecero luce sull’omicidio. Il caso fu archiviato senza nessun colpevole. Davanti al giudice, Jarosław Sokołowski imputò, in seguito, l’omicidio ai membri del gruppo Pruszków. Secondo un’altra teoria, il gangster rivale Daniel Zacharzewski ne ordinò l’assassinio.
Sebbene How I Fell in Love with a Gangster cambi diversi nomi dei personaggi, forse per scongiurare grane legali, la ricostruzione è piuttosto accurata. Allo stesso tempo, il lungometraggio fa del suo meglio per dipingere Nikos come un personaggio in carne e ossa ed evidenziare i capitoli taciuti dalla stampa. In considerazione di ogni aspetto, sembra che ci sia parecchia verità nel racconto. Tuttavia, in tal caso, la realtà potrebbe superare l’immaginazione.