I Am All Girls: la storia vera dietro al film Netflix sull’Apartheid

I Am All Girls, il nuovo film di Netflix, è basato su una storia vera. Ecco le vicende reali alla base della finzione cinematografica.

Dal 14 maggio scorso è stato rilasciato su Netflix e sta già facendo parlare di sé. Stiamo parlando di I Am All Girls, il thriller diretto da Donovan Marsh e con protagonisti Deon Lotz, Erica Wessels e Masasa Mbangeni. Il film è ambientato in Sudafrica alla fine degli anni ottanta in pieno Apartheid, la politica di segregazione razziale istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica, e rimasta in vigore fino al 1991. Le protagoniste della storia sono Ntombizonke Bapai e Jodie Snyman, due detective molto diverse tra loro che uniscono le proprio forze per sgominare un’organizzazione che gestisce un giro di prostituzione minorile. Al centro del film, perciò, c’è un tema delicato come quello della piaga della tratta di essere umani. Ma quanto c’è di vero nel film? Scopriamolo subito!

Gli eventi reali alla base delle vicende narrate in I Am All Girls

I Am All Girls; cinematographe.it

Sì, I Am All Girls è basato su una storia vera. Il crimine di cui si parla del film, ovvero il rapimento e la scomparsa di sei ragazze da parte di un sospetto trafficante di minori, è basato sul caso di Gert van Rooyen. Nato in Sudafrica l’11 aprile 1938, Rooyen è stato un pedofilo e serial killer che avrebbe rapito otto giovani ragazze – la quattordicenne Tracy Lee-Scott-Crossley, la dodicenne Fiona Harvey, la dodicenne Joan Horn, la sedicenne Janet Delport, l’undicenne Odette Boucher, la dodicenne Anne-Mari Wapenaar, la tredicenne Yolanda Wessels e Rosa Piel di nove anni – tra il 1988 e il 1989. Lui e il suo complice, tale Joey Haarhoff, sono stati accusati dalle autorità di aver rapito e ucciso molte altre ragazze di età compresa tra i nove e i sedici anni.

La loro ultima vittima, Joan Booysen, riuscì a scappare e allertare la polizia. Poco dopo aver scoperto che la ragazza era scappata, Rooyen uccise il suo complice e si suicidò il 15 gennaio 1990. Il destino delle ragazze scomparse rimane tuttora avvolto nel mistero: non sono mai stati ritrovati i loro resti, né ci sono informazioni che possano far intendere che siano sopravvissute in qualche modo. Nel corso degli anni, molte testimonianze hanno suggerito l’ipotesi che Gert van Rooyen potesse far parte di un gruppo di pedofili. Suo figlio, Flippie van Rooyen, ha dichiarato che tre ex ministri del Partito Nazionale erano coinvolti in un giro di traffico di bambini insieme a suo padre. Inoltre, ha rivelato che molte delle ragazze scomparse venivano portate e vendute in Medio Oriente.

Gert van Rooyen

Chi ha visto I Am All Girls sa bene che è lo stesso Gert van Rooyen (nel film il suo nome è stato modificato in Gert de Jager) a svelare alle autorità il traffico di esseri umani verso il Medio Oriente e il coinvolgimento di alcuni ministri del governo sudafricano. In realtà, invece, è stato suo a fornire alle forze dell’ordine questi importanti dettagli. Inoltre, Jager viene ucciso nel film un giorno dopo aver svelato il nome di un ministro, molto probabilmente per ordine di quest’ultimo. Come vi abbiamo precedentemente rivelato, Rooyen si è invece suicidato prima di essere arrestato.

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