I due volti di gennaio: spiegazione del finale del film con Viggo Mortensen
Al suo debutto alla regia, il regista iraniano Hossein Amini dirige I due volti di gennaio, realizzando una pellicola non originale, frutto dell'adattamento all'omonimo romanzo letterario scritto dalla scrittrice statunitense Patricia Highsmith.
Nel 2014, il regista iraniano, Hossein Amini, debutta sul grande schermo con un’opera non originale I due volti di gennaio (The Two Faces of January), frutto della vena letteraria della prolifica scrittrice statunitense Patricia Highsmith, che pubblicò il romanzo nel lontano 1964. La storia, tuttavia, ha già occupato il grande schermo, grazie al remake tedesco del 1986 diretto da Wolfgang Storch e Gabriela Zerhau: Die zwei Gesichter des Januar.
L’esordio al cinema di Amini, che scrive e dirige il I due volti di gennaio, gli permette la presentazione del film al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, grazie anche alla straordinaria presenza di Viggo Mortensen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac che vanno a comporre la rosa di attori protagonisti.
Il finale de I due volti di gennaio riporta al ricongiungimento fisico dei due protagonisti maschili, i quali si erano separati dopo aver raggiunto l’aeroporto, luogo in cui avviene il tradimento di Chester McFarland nei confronti del complice Rydal; quest’ultimo, catturato dalle guardie, cade nella trappola ordita dal collega che con una strategica tattica consegna nelle mani delle autorità il giovane.
Un salto temporale di due mesi, ci porta avanti nel tempo, ad una camera d’albergo della capitale turca: Istanbul. Qui ritroviamo Chester, che contattato telefonicamente da Rydal ricatta il fuggitivo per denaro; così, si danno appuntamento in un bazar della città, luogo pubblico che si presta a zona franca per garantirsi l’incolumità. Qui, tuttavia, Chester si rende conto di essere a sua volta caduto nell’imbroglio del giovane che coopera con la polizia per la cattura del fuggiasco.
In questo faccia a faccia tra l’uomo e Rydal si evidenzia una forte crisi tra i due, creata da una frattura durante la conversazione, che porterà il primo a darsi alla fuga mentre l’altro lo inseguirà.
I due, però, inseguiti da agenti in borghese tentano di eludere il loro controllo cercando di svanire nel viluppo dei vicoletti cittadini che malgrado tutto li riconducono verso il loro destino: l’uno di fronte all’altro, in un ricongiungimento spaziale, lungo la medesima strada dove vengono braccati reciprocamente.
I due volti di gennaio: “Gli antichi greci erano i maestri dell’inganno.”
Uno si arrende ad una guardia mentre l’altro prosegue nella sua corsa verso una libertà lontana; i due si lanciano uno sguardo prima del fatidico colpo di pistola che ferirà Chester. L’uomo a terra viene raggiunto dal giovane e con un atto paterno rilascia una confessione, dove ammette la propria colpevolezza dei fatti accaduti durante il tentativo di lasciare la Grecia, prima di esalare l’ultimo respiro.
Così, Rydal viene scagionato e lasciato tornare in patria, solo dopo aver assistito al funerale di Chester in un deserto cimitero turco, poiché nessuno ha rivendicato la sua salma. In un ultimo atto di congedo, Rydal scava un piccolo buco nel luogo di sepoltura, e vi depone dentro quel braccialetto acquistato dalla moglie Colette MacFarland nel mercatino delle pulci ateniese.
Questo è un atto di rispetto nei confronti del defunto che ormai privato prima della propria libertà, poi della propria moglie e infine della propria vita, non gli resta altro che ringraziarlo per quel reciproco affetto filiale che si era costruito nel viaggio.
Il personaggio di Rydal fin dall’inizio si avvicina a Chester per una somiglianza con il padre defunto; dalla lettera di ammonimento della famiglia, che il giovane legge a inizio film e che lo accompagnerà lungo tutto il corso, veniamo a conoscenza che lui non era presente al funerale del padre. Così, Rydal opera una sostituzione, identificando nello straniero da poco conosciuto, la figura genitoriale di cui sente la mancanza.
Fin dalle prime battute del film, in I due volti di gennaio sono palpabili delle nette analogie con Il Talento di mister Ripley, un ulteriore personaggio creato dalla fantasia creativa della Highsmith; sia Tom Ripley come Chester Mac Farland sono caratterizzati da una bellezza e da un fascino ammaliatore che li rendono degli artisti della truffa e degli omicidi. Solo che una piccola differenza c’è! Il primo riesce a farla franca, mentre il secondo fa una brutta fine.
La verità è che ormai siamo inseparabili. Se mi prendono sei spacciato. Se prendono te, tu mi denunci