I segreti di Brokeback Mountain: il significato del finale del film di Ang Lee
L'intenso finale di I segreti di Brokeback Mountain arriva come un pugno nello stomaco seguendo quel fiume in piena, contemporaneamente lento e inesorabile, che è la relazione tra i due protagonisti.
Tutto inizia e finisce lì. Tutto inizia e finisce a Brokeback Mountain. La passione, la tensione, l’amore nascono, crescono e poi si interrompono, almeno così sembra. Due uomini, due cowboy, due vite separate che dopo essere stati sulla montagna per lavorare per la transumanza, non si separeranno più, nonostante tutto, restando incatenati nei pensieri, nei ricordi, nel cuore, nei corpi.
Ang Lee racconta tutto questo e molto di più, grazie al suo cinema fatto di attese, mancanze e sguardi, in I segreti di Brokeback Mountain (2003), tratto da Gente del Wyoming di Annie Proulx. Rovescia il mito dell’uomo Marlboro, sconvolge le menti puritane con una storia che tace, che si muove silente, e coinvolge le “anime belle” con Ennis del Mar (Heath Ledger) e Jack Twist (Jake Gyllenhall). L’intenso finale di I segreti di Brokeback Mountain arriva come un pugno nello stomaco proprio perché segue quel fiume in piena, ma anche lento e inesorabile, che è la relazione tra i due protagonisti.
I segreti di Brokeback Mountain: due cowboy messi a nudo
Ennis e Jack sono agli opposti: il primo, chiuso e introverso, talmente impegnato a non far uscire nulla di sé da essere brutale, il secondo invece è aperto, estroverso, domanda, chiede, perché per lui il mondo è da scoprire. Ennis ha una ragazza, Alma (Michelle Williams), che sposerà a breve, Jack invece è libero; sono uomini che ricoprono il ruolo imposto dalla società. Mai persone più diverse hanno dovuto mettere in comune le loro vite, mai hanno dovuto passare il tempo condividendo tutto in un luogo talmente vasto (la natura) e insieme piccolo (la tenda) come quello. Eppure le molte parole dell’uno sono riuscite a scalfire l’armatura dell’altro, lo sguardo tenero e perso dell’uno è riuscito a conquistare l’anima dell’altro. Lontani dal mondo, quello della “civiltà” e delle “convenzioni” – siamo nel 1963 -, i due stanno tanto vicini da toccarsi e non soltanto fisicamente ma profondamente.
Lee non ha paura di immergersi in questa storia, di toccare le corde del sentimento, anche e soprattutto lavorando sui silenzi, non torna indietro ma mostra e rende esplicito ciò che accade su quella montagna, ciò che spesso viene nascosto, l’omosessualità nel western, uno dei generi più omoerotici del cinema. Tutto accade lì, in quei pochi mesi, eppure l’uno sarà per l’altro una presenza costante, un pensiero fisso e un ricordo acuto. Se il loro rapporto è possibile tra le montagne, ogni cosa diventa più complicata quando tornano sulla “terra”. Entrambi hanno una vita: Ennis si sposa, ha due bambine, fatica a prendersi cura della sua famiglia, Jack trova moglie, Laureen (Anne Hathaway), ha un figlio e si fa umiliare dal suocero. Entrambi però portano l’altro nel cuore come un peso e una boccata d’aria fresca.
I segreti di Brokeback Mountain: una frontiera amorosa di affetto e mancanze
Quando i due si rincontrano grazie ad una cartolina inviata da Jack, l’equilibrio da loro raggiunto va nuovamente in frantumi perché quello che era solo memoria si fa corpo e riemerge dalla nebbia. Non è però la stessa cosa passare le notti insieme fuggendo dalle proprie mogli rispetto a fare l’amore a Brokeback Mountain, non è la stessa cosa mentire a chi ti sta accanto, nascondersi come dei ladri, rispetto al vivere liberamente, anche se con la paura, in quel “ritaglio” di mondo che è Brokeback Mountain.
Ennis e Jack, proprio per i loro caratteri, vogliono dal rapporto cose diverse: per l’uno il loro amore, per il resto del mondo sbagliato, deviato, amorale, deve essere vissuto così, pieno di passione ma celato e silenzioso, per l’altro invece ciò che li unisce vale la pena di essere vissuto alla luce del sole e senza timori. Mentre tutto intorno cade (Ennis e Alma si separano proprio perché la donna scopre la relazione del marito), va in mille pezzi (il matrimonio di Jack e Laureen) loro restano uniti anche dopo essersi urlati contro le cose peggiori di questo mondo, anche dopo aver deciso di staccarsi.
I segreti di Brokeback Mountain rivede il concetto di frontiera, riposizionandola in un senso completamente diverso, quella cioè amorosa, di sentimenti e assenze: Ennis e Jack si spostano come cowboy degli affetti per avvicinarsi, allontanandosi da Alma, una moglie adorante e una madre perfetta, e da Laureen, una donna in carriera, una moglie distaccata e poco attenta emotivamente, si tengono stretti ricordando sempre quella bella “vacanza” in cui si sono conosciuti e amati. Smessi i panni dei classici mandriani, metonimia di un universo machista e maschile, prototipo di un certo cinema, vestono quelli di una pluralità di sentimenti, di emozioni, di un sistema valoriale molto più ampio e umano.
L’uno di fronte all’altro Ennis e Jack si parlano, si dicono tutto ciò che forse non hanno mai avuto il coraggio di dirsi, si rinfacciano sbagli, viltà e carenze reciproche, si minacciano, piangono ma si gridano anche il loro disperato amore. In questo ultimo estremo dialogo il regista disarciona i due dai loro fedeli purosangue, li denuda ancora dai loro abiti, rozzi, sudati e virilmente maschi, e li mostra in tutta la loro poetica debolezza, tristi figli di occasioni perdute e di errori commessi. Nelle parole degli innamorati c’è il dolore e la rassegnazione di chi non ha potuto vivere come avrebbe voluto e sognato, c’è la disperazione e il rimpianto di chi non ha avuto abbastanza coraggio; e tutto questo esplode nel finale, lacerante e aperto.
I segreti di Brokeback Mountain: tutto rimane appeso ad un “ti giuro”
Ennis riceve una notizia ferale: la morte di Jack, accidentale all’apparenza. Egli infatti immagina l’assassinio dell’amato, colpevole di essere omosessuale, per mano di un gruppo di contadini – come tempo addietro era toccato ad uno del suo paese, il cui cadavere lo aveva perseguitato per tutta la vita come un incubo -, vede il suo corpo, battuto e sanguinolento, nel tentativo di proteggersi e salvarsi. Quest’avvenimento è un prolungamento, ancora più dirompente, del dialogo tra Ennis e Jack perché la sua morte porta ad un distacco definitivo e porta all’apice il senso di mancanza e rimpianto (per ciò che non hanno vissuto e per ciò che non è stato)che ha sempre caratterizzato la loro storia. Ennis così agisce, va a parlare con i genitori di Jack per sapere se seppelliranno il figlio a Brokeback Mountain, dove lui avrebbe voluto.
Con di fronte i genitori della sua anima gemella, l’uomo capisce ancora di più quanto fosse grande il loro amore e quali fossero i sentimenti che Jack provava per lui. Esce da quella casa pieno di gratitudine per ciò che ha provato e vissuto e con un ricordo fisico e tangibile di Jack (la camicia sporca di sangue, da lui indossata quando lo hanno ucciso) che diventa cimelio da “venerare”.
Nella roulotte la camicia blu di Jack è il simbolo di quei mesi in cui ogni cosa era perfetta, quell’indumento accompagnato da una cartolina che ritrae i loro luoghi costruisce un piccolo altare dei sentimenti davanti al quale Ennis con voce flebile dice “io ti giuro”. È un giuramento di fedeltà, d’amore, d’unione eterna che trascende la morte ed è soprattutto una promessa: lo riporterà a Brokeback Mountain, lì dove tutto è iniziato, lì dove sono stati felici.
Ang Lee scrive una storia d’amore e di passione che va oltre le distinzioni di genere, che va oltre il tempo e lo spazio. L’intero film, silenzioso e burrascoso, violento e delicato, è un preludio per poter piangere di fronte a quella camicia e a quella cartolina e giurare assieme a Ennis.