Il cavaliere oscuro – Il ritorno: analisi e spiegazione del finale
L’ultimo capitolo sul pipistrello mascherato della saga diretta da Christopher Nolan mostra un Bruce Wayne che si è ormai stancato della vita da supereroe ma che si trova costretto a indossare la maschera per salvare la sua amata Gotham City un’ultima memorabile volta.
Quattro anni dopo l’incredibile successo di critica e botteghino de Il cavaliere oscuro, il regista Christopher Nolan conclude la sua trilogia dedicata all’oscuro pipistrello mascherato con il suo fidato Christian Bale che ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno ricopre per l’ultima volta i panni dell’eroe protagonista, decidendo di portare in scena per questo atto finale lo scontro con il terrorista Bane, interpretato dal suo pupillo Tom Hardy. Iniziata nel 2005 con Batman Begins, la saga diretta da Nolan si è rivelata una delle più redditizie della storia del cinema, incassando solamente con quest’ultimo film oltre 1 miliardo di dollari al botteghino mondiale e attestandosi come la pellicola, per il momento, più redditizia dell’Universo DC Comics.
Per la creazione della storia di questo terzo capitolo, il regista e suo fratello Jonathan hanno tratto ispirazione da diversi opere dedicate all’eroe DC, tra cui il fumetto Batman: La vendetta di Bane e dal successivo arco narrativo di Batman: Knightfall del 1993, oltre che dalla serie del 1986 intitolata Il ritorno del Cavaliere Oscuro e da Batman: Terra di nessuno del 1999, aggiungendo ai volti già noti del maggiordomo Alfred con le sembianze di Michael Caine e del commissario James Gordon, rivestito da Gary Oldman, i personaggi di Selina Kayle alias Catwoman, interpretata da Anne Hathaway, Miranda Tate, i cui panni sono rivestiti da Marion Cotillard, e il giovane poliziotto Robin John Blake, interpretato da Joseph Gordon-Levitt. Un cast di innumerevoli attori noti, alcuni dei quali facenti parte della stretta cerchia di collaboratori favoriti di Nolan, per poter finire in grande stile le avventure dark del pipistrello mascherato.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno: la spiegazione del film
Otto anni dopo gli eventi accaduti ne Il cavaliere oscuro troviamo un Bruce Wayne, invecchiato più nello spirito che nell’aspetto, che ha lasciato ormai da parte i pesanti panni del supereroe e si è ritirato dalla vita pubblica, autorecludendosi nella sua immensa magione e dando così adito a voci poco benevoli sul suo conto. Gotham sembra finalmente vivere un lungo e prosperoso periodo di tranquillità grazie all’attuazione del decreto Dent, ma dietro la scintillante facciata la criminalità organizzata è tutt’altro che sedata ed è così che, durante un’operazione di polizia, il commissario Gordon finisce tra le mani degli scagnozzi di Bane, uno spietato mercenario il cui volto è coperto da una maschera munita di respiratore e che sta cercando di gettare di nuovo nel panico la città. Gordon riesce fortunatamente a fuggire e viene soccorso dal giovane poliziotto John Blake, che nominerà come suo braccio destro delle operazioni mentre lui si trova in ospedale.
Nel frattempo le Wayne Enterprises stanno vivendo un periodo difficile così come il suo proprietario a causa di un progetto su un reattore per energia pulita che, messo nelle cattive mani, potrebbe diventare un’arma di distruzione di massa. Ed è proprio questo l’obiettivo a cui punta Bane che, dopo aver derubato la Borsa valori e, utilizzando le impronte digitali trafugate a Wayne attraverso la ladra Selina Kyle, riesce a mandare la compagnia in bancarotta. È così che Bruce decide finalmente di rimettersi in gioco e tornare a vestire i panni del pipistrello, alleandosi con la CEO delle Wayne Enterprises, Miranda Tate, in modo da contrastare la concorrenza della compagnia e in particolare il suo rivale Daggett, in combutta con Bane, interessato nel reattore ad energia pulita per scopi tutt’altro che magnanimi ma che finirà per essere ucciso dal mercenario durante un’accesa discussione.
Deciso quindi a combattere Bane nei panni di Batman, Bruce cercherà l’aiuto di Selina in cambio di un programma informatico dalle grandi possibilità ma la ragazza lo condurrà a suo discapito in una trappola che si rivelerà quasi fatale per il vigilante a causa del suo lungo periodo di inattività e dalla prestanza fisica dell’avversario. Al suo risveglio, Bruce si ritroverà in una prigione di massima sicurezza situata in fondo a un pozzo e dalla quale solo una persona è riuscita a fuggire in passato, ossia il figlio di Ra’s al Ghul, creatore della Setta delle Tenebre di cui Bane è ora a capo.
Trascorrono così cinque mesi durante i quali Bruce si ritempra nel corpo e nello spirito, riacquistando le proprie capacità di combattimento ma, soprattutto, la fiducia in sé stesso e riuscendo così a scappare dalla famigerata prigione. Nel frattempo, Bane ha portato avanti il suo piano intrappolando la polizia nei sotterranei e liberando tutti i criminali dalle prigioni, ottenendo così il suo obiettivo di gettare di nuovo il terrore a Gotham e isolandola attraverso una bomba atomica pronta a detonare a ogni tentativo di fuga da parte dei cittadini. Tornato in città e ricevendo l’aiuto di nuove e vecchie conoscenze, tra cui la redenta Selina, il commissario Gordon e il suo braccio destro John Blake e la socia Miranda, Bruce riesce a liberare la polizia e a ritrovare il suo avversario Bane, sul quale stavolta avrà la meglio. Proprio sul finire dello scontro, egli sarà però pugnalato alle spalle da Miranda, che si rivelerà essere la figlia di Ra’s al Ghul di nome Talia, l’unica persona ad essere evasa dal pozzo-prigione. Subito dopo, quest’ultima scappa nel tentativo di trovare la bomba e azionarla mentre Bane, ormai ripresosi, è pronto ad uccidere Batman ma sarà salvato all’ultimo minuto da Selina.
Nel contempo, Gordon riesce a disattivare il detonatore a distanza della bomba ma essa dovrà essere necessariamente riportata nella camera di fusione per essere stabilizzata in modo da evitare il rischio di detonazione. Durante l’inseguimento fatale di Miranda da parte di Bruce e Selina, la camera di fusione sarà però irrimediabilmente compromessa rendendo così impossibile qualsiasi tentativo di rendere sicura la bomba, pronta ormai a scoppiare da un momento all’altro. Batman deciderà quindi di compiere un ultimo disperato gesto portando l’ordigno il più lontano possibile da Gotham grazie al Batwing, a costo però della sua stessa vita in quanto l’esplosione avverrà proprio mentre l’eroe sta attraversando l’oceano con il suo velivolo.
La morte di Batman sarà rivelata ai cittadini attraverso una cerimonia pubblica e con la commozione generale egli sarà acclamato come eroe nazionale, mentre Bruce Wayne verrà dato per morto durante la sommossa scrivendo così la parola fine alla vita del supereroe e del suo alter ego. In seguito ci viene mostrato come, per la gioia del suo maggiordomo Alfred, Bruce non sia veramente morto, bensì è riuscito a uscire dal velivolo, scegliendo di ritirarsi per andare a vivere a Firenze insieme a Selina e iniziare così un’esistenza (si spera per lui) più tranquilla e felice, con la speranza che egli abbia finalmente trovato la tanto agognata pace dei sensi. Ma questo sarà semplicemente un sogno ad occhi aperti del suo fedele amico o la pura e semplice realtà? Batman è o non è morto?
Il cavaliere oscuro – Il ritorno: l’analisi del finale
Una trama intricata con innumerevoli svolte inaspettate generate da cattivi e presunti tali che, però, distolgono leggermente l’attenzione dall’ode di addio al cavaliere oscuro interpretato da Christian Bale. Come molti hanno suggerito, il finale è volutamente ambiguo e con un’interpretazione in parte aperta a interpretazioni, le quali però sono state con il tempo offerte da parte dello stesso regista e degli attori coinvolti. Partiamo da Christopher Nolan che, durante un’intervista, ha così affermato:
Per me, Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno è l’epilogo della storia di Batman come io l’avevo immaginata e la natura aperta del finale è perfettamente in sintonia con un’idea molto importante che volevamo rendere concreta nel film, cioè che Batman in realtà è un simbolo. Tutti possono essere degli eroi, tutti possono essere Batman e questo concetto è estremamente importante. Il finale aperto serve dunque a far capire che Batman non è uomo in maschera, ma un simbolo che non può morire davvero.
L’effettiva e reale morte di Bruce e del suo corrispettivo Batman sarebbe stata una fine decisamente più eclatante e, forse per alcuni, maggiormente in linea con la natura dark dell’opera di Nolan, ma in realtà per Nolan non era necessario un epilogo così cruento per la saga. Alla fine dell’ultimo capitolo, Batman si è attestato come eroe di Gotham e come simbolo per la sua popolazione a cui sarà possibile guardare negli anni a venire nonostante la mancata presenza fisica dell’eroe ormai ritiratosi. Il supereroe in carne ed ossa non era quindi più necessario una volta attestato il carattere emblematico del vigilante mascherato e può quindi ritirarsi a vita sedentaria senza però morire per davvero in un gesto eclatante.
La visione di Nolan è totalmente appoggiata anche da Joseph Gordon-Levitt, che si sofferma inoltre sul fatto che non fosse necessario lo sviluppo di un quarto capitolo della saga, allusione a cui si potrebbe pensare prendendo in considerazione l’ultima scena in cui John Blake scopre la bat-caverna e si prepara a prendere il posto di Batman. Questa scena risulta essere più un’allegoria al fatto che la perfetta conclusione della saga sia proprio quella in cui Bruce dimette i panni del supereroe per intraprendere la propria vita in quanto ha ormai adempiuto al suo dovere di attestarsi come simbolo per i cittadini di Gotham e un emblema a cui ispirarsi da parte dei successivi eroi che la proteggeranno.
Infine, non potevamo non citare le considerazioni di colui che veste gli abiti del protagonista, ossia Christian Bale, che ha risposto a tutti coloro che si sono chiesti se il finale fosse reale oppure solamente un sogno ad occhi aperti del maggiordomo Alfred, affermando quanto segue:
Per molti film con un finale enigmatico come questo, mi piace credere che la verità risieda nella risposta che si è dato il pubblico. Ma in questo caso penso che il finale in cui Bruce e Selina sono insieme felici a Firenze non è un sogno. Credo che succeda davvero e, soprattutto, che alla fine Bruce sia sollevato dell’essersi liberato dal privilegio, che rappresenta allo stesso tempo anche un peso, di essere Bruce Wayne.
Bale è quindi completamente a favore dell’happy ending in cui Bruce ha trovato la pace insieme alla sua nuova amante Selina e può finalmente godersi il meritato riposo dalla vita del supereroe. Riflettendo sulle parole che abbiamo appena citato, il finale del cavaliere oscuro sta forse nel mezzo: affinché Bruce potesse vivere un’esistenza normale e priva di angosce, egli doveva per forza mettere fine alla vita di Batman, uccidendolo e liberandosi così del peso che il vendicatore richiedeva, ma lasciando che il simbolo sopravvivesse per l’eternità nella mente e nelle cuore delle persone. Batman doveva quindi morire per poter permettere a Bruce di vivere come egli sperava, lontano dal fardello di essere il simbolo della giustizia. Ed è forse questo il finale che ogni supereroe meriterebbe come conclusione della propria storia.