Il grande match: 5 curiosità che vi faranno venire voglia di (ri)vederlo
I fan de Il grande match si sono da sempre mostrati interessati alla scoperta di curiosità che contribuiscono a rendere il film ancora più appassionante.
Diretto da Peter Segal nel 2013, Il grande match (Grudge Match nel suo titolo originale) è entrato a far parte dell’immaginario comune grazie alle performance dei due co-protagonisti Robert De Niro e Sylvester Stallone. Come parte integrante della pop culture, quindi, il film in questione è da sempre riuscito ad impressionare e attrarre lo spettatore, infondendo in lui un particolare interesse per gli aneddoti e le curiosità presenti all’interno del lungometraggio.
Nonostante la celebrità che circonda Il grande match, risulta necessario fare un breve cenno alla trama dell’opera cinematografica di cui stiamo discutendo, in modo da rendere più semplice la comprensione delle curiosità riportate in seguito. Due pugili rivali di Pittsburg, ormai in pensione, decidono di dare fine alla rivalità che li ha accomunati per anni e che, nonostante la lunga durata delle loro carriere, non è mai stata placata. Per tale motivo, dopo trent’anni, dopo essersi affrontati due volte durante il periodo di apice del loro successo e dopo aver vinto un incontro a testa, Henry “Razor” Sharp (Sylvester Stallone) e Billy “The Kid” McDonnen (Robert De Niro) saranno protagonisti di un videogioco a loro dedicato: un incontro non pianificato e che non avrebbe mai dovuto aver luogo li porterà all’ennesimo e conclusivo scontro.
Quando si parla di Sylvester Stallone e Robert De Niro, è normale attirare l’attenzione del pubblico: pietre miliari del cinema contemporaneo mondiale, i due attori hanno tutti i riflettori puntati su di loro. E, come precedentemente accennato, non è l’eccezione alla regola. Con il passare del tempo, infatti, i fan della pellicola di Peter Segal si sono mostrati sempre più interessati alla scoperta di curiosità di Il grande match che, una volta dopo essere state scoperte tra le indimenticabili scene del film, contribuiscono a rendere il lungometraggio ancora più appassionante.
Il grande match non è il debutto cinematografico di Robert De Niro e Sylvester Stallone nel mondo della boxe
Il grande match non è il debutto di Robert De Niro e Sylvester Stallone nel mondo della boxe e non dovrebbe essere un mistero. Almeno, gli appassionati della filmografia in cui compaiono tra i nomi del cast quelli di Robert De Niro e Sylvester Stallone dovrebbero già saperlo.
I due attori statunitensi, infatti, ritornano nell’universo sportivo del pugilato dopo la performance da Oscar di De Niro in Toro Scatenato, diretto nel 1980 dal maestro Martin Scorsese e in cui l’artista interpretò il personaggio di Jake La Motta, e il ruolo da protagonista di Stallone nella serie cinematografica di Rocky, ideata dallo stesso attore e i cui capitoli si estendono lungo un lasso temporale che va dal 1976 al 2018.
Robert De Niro e Jon Bernthal sono accumunati da un peculiare punto di tangenza
Impegnati nell’interpretazione del ruolo di padre e figlio nel film in questione, Robert De Niro e Jon Bernthal hanno un peculiare punto di tangenza: entrambi gli attori, infatti, hanno interpretato il personaggio di Al Capone: più precisamente, il primo in The Untouchables – Gli intoccabili (1987, Brian De Palma) e il secondo in Una notte al museo 2 – La fuga (2009, Shawn Levy).
Sylvester Stallone non era entusiasta del ruolo che gli era stato proposto da Peter Segal
Il grande match rappresenta la seconda collaborazione tra Stallone e De Niro, dopo la realizzazione di Cop Land, pubblicato nel 1997 e diretto da James Mangold. Però non è questa la seconda curiosità riguardante il lungometraggio.
Come si legge nel titolo del paragrafo in questione, infatti, il già menzionato Sylvester Stallone inizialmente non era troppo entusiasta del personaggio di Henry “Razor” Sharp, da lui interpretato nel film, e, proprio per questo, voleva rifiutare il ruolo che gli era stato proposto da Peter Segal. Tuttavia, l’attore accetterà grazie all’amicizia e al legame lavorativo che, sviluppatosi durante le riprese del soprammenzionato Cop Land, lo legava a Robert De Niro. Quest’ultimo, dopo aver ottenuto per primo la sceneggiatura, aveva suggerito al regista di contattare Sylvester, il quale rappresentava per l’attore di Taxi Driver la scelta migliore per interpretare il suo avversario. Dopo aver rifiutato, timoroso di un possibile confronto con il personaggio di Rocky, Stallone accetterà la parte proprio grazie allo stesso De Niro che lo tratterrà in una lunga chiacchierata.
Lo stesso Stallone, inoltre, ha affermato che il periodo di allenamento in preparazione alle riprese necessarie per realizzare il lungometraggio di Segal si sarebbero rivelate essere le prove più difficili della sua carriera d’artista. Come mai? L’attore aveva deciso di prendere una pausa dai ruoli d’azione e, proprio a causa di tali circostanze, aveva smesso (o meglio, aveva modificato modo) di allenarsi.
Con Il grande match, Peter Segal dichiara la sua profonda ammirazione per la saga di Rocky
Oltre alla scelta di affidare il ruolo del co-protagonista a Sylvester Stallone, colui che aveva impersonato il personaggio principale della già menzionata saga cinematografica, Peter Segal decide di dichiarare la sua profonda ammirazione per i capitoli di Rocky attraverso due scene del suo lungometraggio.
La prima scena in questione è quella dell’addestramento iniziale del personaggio di Kid, interpretato da Robert De Niro, nella quale un’illustrazione di Rocky è appesa al muro; mentre la seconda (questa riguardante gli allenamenti del personaggio interpretato da Stallone) si riconosce nel momento in cui Henry “Razor” Sharp, desideroso di dare un pugno appeso ad un pezzo di carne cruda, viene interrotto da “Lightning” (Alan Arkin) che lo avvisa della poca igienicità del gesto. È in tale contesto che il regista de Il grande match cita apertamente una scena di Rocky, il film diretto nel 1976, in cui il protagonista si rompe le costole e, ovviamente, non si interessa della poca igienicità dell’evento.
Le citazioni cinematografiche, però, non si limitano alla saga di Sylvester Stallone
Il lungometraggio realizzato da Peter Segal sembra essere costruito come un omaggio ai film di azione che vedevano Sylvester Stallone come protagonista. Si giunge, quindi, alla quinta e ultima curiosità.
Tuttavia, gli omaggi del regista cinematografico non si limitano a citare il primo capitolo della saga cinematografica di Rocky, ideata e interpretata da Stallone: Segal, infatti, cita anche Over the Top, il film che l’israeliano Menahem Golan diresse nel 1987 e che viene omaggiato in Il grande match durante la scena in cui Razor si allena in un cantiere, rimorchiando un veicolo.