Il Grinch: 5 ragioni per cui dovreste vederlo e averlo assolutamente in Home Video!
Il 20 marzo il successo d'animazione della Illumination - Il Grinch - esce in Dvd, Blu-ray, Blu-ray 3D, 4K Ultra HD e Digital HD. Ecco cinque motivi per cui non potete non averlo nella vostra collezione!
Un classico intramontabile. Uno di quei film che vi fanno capire di essere finalmente giunti in uno dei periodi più speciali dell’anno. Una favola apparentemente dolce-amara, ma in realtà profondamente tenera, impossibile da non vedere – a Natale, ma non solo. Perché in un certo senso è un po’ un sempre…verde! Stiamo parlando ovviamente de Il Grinch, l’adattamento in animazione del celebre racconto del Dr. Seuss, divenuto celebre al cinema con il lungometraggio di Ron Howard e il fantastico Jim Carrey. Si sa, in un’epoca ricca di reboot, remake, revival, il noto personaggio verde che odia il Natale non poteva certamente mancare all’appello.
Il film della Illumination si discosta leggermente dal film originale, in quanto è un adattamento più fedele al libro di Dr. Seuss How the Grinch stole Christmas e, in particolar modo, è rivolto a un target più mirato: i bambini. Una favola non solo natalizia: in ogni periodo dell’anno è fondamentale circondarsi di amicizia e serenità, con una storia che scalda il cuore da godersi con tutta la famiglia.
Il Grinch (2018): recensione del film d’animazione
A nostro parere Il Grinch, diretto da Yarrow Cheney e Scott Mosier e disponibile in DVD, Blu-Ray, 3D, 4K Ultra HD e Digital HD dal 20 marzo grazie a Universal Pictures Home Entertainment Italia, è uno di quei film d’animazione che non devono assolutamente mancare nella vostra collezione Home Video. Perché? Vi spieghiamo in 5 punti il motivo per cui questo film è speciale, sottolineando che, oltre al film d’animazione, nelle versioni 4K Ultra HD, Blu-Ray, 3D e DVD sono presenti alcuni contenuti extra tra cui divertenti video dal set, un tutorial per imparare a disegnare i personaggi de Il Grinch e un video con le canzoni e i testi.
Mentre qui trovate tutti i dettagli dell’edizione Home Video, di seguito andiamo a scoprire le 5 ragione per cui dovete assolutamente vedere (o rivedere) Il Grinch
Grumpy come Il Grinch: una creatura meravigliosamente imperfetta
Inutile negarlo: i cattivi ci affascinano sempre, anche se sono cinici e diretti come il Grinch. Il protagonista del film d’animazione della Illumination Entertainment può essere definito semplicemente Grumpy, termine che in inglese si riferisce a una persona/animale perennemente scontrosa/o e irritabile. Il classico personaggio che non sopporta niente e nessuno e che ha la voglia di vivere sepolta sotto terra. E si sa, su questi “cattivi” moderni, un po’ brontoloni ma tanto teneri e divertenti, la Illumination ci ha creato un vero proprio mondo: a partire dalla saga di Cattivissimo Me all’universo dei Minion.
Ma perché i Grumpy ci affascinano così tanto? Solitamente in ogni prodotto mediale – al cinema, in tv, nei libri e così via – siamo dalla parte degli eroi, del bene, ma talvolta – quando appunto ci pongono davanti personaggi come il Grinch o Willie (del film con Billy Bob Thornton, Babbo bastardo, giusto per rimanere in tema natalizio) – ne siamo altrettanto affascinati. Se ci pensate bene non è difficile arrivare alla soluzione. Gli eroi rappresentano la perfezione e, nella vita, tutti hanno, più o meno, l’ideale di esemplarità; un modello tanto affascinante quanto irraggiungibile. I Grumpy, al contrario, sono imperfetti, ma è proprio la loro debolezza – sia fisica che psicologica – che li rende dei nostri simili.
Gli eroi sono qualcosa che non saremo mai (non avremo mai dei superpoteri, non saremo mai sempre impeccabili, bellissimi, valorosi e sicuri di noi stessi), mentre i Grumpy, come il Grinch, sono il nostro riflesso. Ed è qui che scatta il processo d’immedesimazione con questi tipi di personaggi poiché, in fondo, ognuno di noi ha un lato positivo e dei lati oscuri; non è tutto bianco o nero. È difficile considerare questi personaggi dei “cattivi”, dei “villain”; i veri antagonisti sono altri, sono coloro che non mostrano cedimenti, ripensamenti – in un certo senso, paradossalmente, sono perfetti nella loro meschinità, e quindi li rende simili agli eroi. Grinch è semplicemente Grumpy, una creatura meravigliosamente imperfetta, come ogni essere umano.
Il messaggio dietro Il Grinch
Non bisogna incolpare il Grinch se nutre un odio profondo nei confronti del Natale. D’altronde, non solo ha vissuto un’infanzia recluso in orfanotrofio senza l’amore di nessuno, ma possiede anche un cuore di “due taglie in meno“. Il film d’animazione, diversamente dalla pellicola di Ron Howard, ci fa dare uno sguardo a un Grinch più piccolo. La scena è breve, ma intensa e significativa, e ci permette di capire il messaggio che si nasconde dietro al film d’animazione. Il Grinch era solo un bambino, e in quanto tale desiderava ricevere affetto ed essere coccolato, o quanto meno sognava di appartenere a qualcuno, a qualcosa, che non è mai arrivato nella sua infanzia.
Scorgiamo un Grinch dotato di speranza, un Grinch come non lo avevamo mai visto e che, in un certo senso, giustifica il suo comportamento da adulto. Nessuno si preoccupa del Grinch, forse perché è diverso da tutti gli altri abitanti di Chissà e, lo sappiamo, la diversità spesso fa paura, allontanando le persone. Il protagonista non odia il Natale per natura, non è nato cattivo e spregevole con qualsiasi persona gli stia intorno: è diventato così per istinto di sopravvivenza, per proteggersi, ma non è questa la sua vera natura.
La vera identità del Grinch, già prima di vedere il flashback di quando era piccolo, la scorgiamo nel momento in cui gli abitanti della cittadina si stanno organizzando per preparare il Natale e le luci festive vengono accese, illuminando le strade della cittadina. Prima di ordire il suo piano malefico, infatti, ha una sorta di cedimento emotivo; osserva triste Chissà che prende vita sotto la luce natalizia, come se sperasse ancora in un lieto fine.
“È meglio così” pronuncia. In questa battuta è racchiuso il vero Grinch: l’esilio in cui si è rifugiato è l’unica soluzione per non soffrire; e se deve comunque stare all’interno della cittadina, non amato né considerato da nessuno, tanto vale rimanere in solitudine. Il Natale è solo una scusa. Appunto, Grinch, non odia il Natale, ma ciò che rappresenta: amicizia, famiglia, inclusione, cose che odia non per quello che sono, ma perché nessuno gli ha mai permesso di farne parte.
Non a caso si ricrede quando, convinto di aver rovinato il Natale a tutti, avendo tolto ogni addobbo, vede che comunque gli abitanti si radunano per festeggiare la festività, perché non sono gli addobbi, le luci e le cianfrusaglie che fanno il Natale e Cindy Lou è fondamentale nel “processo di riconversione” del Grinch. La bambina gli ha dato, per la prima volta nella sua vita, la possibilità di appartenere a una comunità, l’affetto e la benevolenza e soprattutto l’amicizia, le uniche cose di cui il Grinch aveva veramente bisogno.
Il Grinch: le apparizioni improvvise della capra urlante ispirata a Taylor Swift
Non è solo il protagonista a rendere unico il recente film d’animazione, anzi, probabilmente la sua originalità deriva dai molteplici personaggi – secondari e non – che affiancano il Grinch, a partire da un animale senza il quale la pellicola della Illumination Entertainment non sarebbe stata la stessa. Se avete già visto la pellicola, sicuramente avrete già capito a chi ci stiamo riferendo, cioè alla capra urlante. Si tratta di un personaggio che, anche se effettivamente non dà un vero e proprio contributo alla storia – in termini di sviluppo della trama – offre una componente ironica e divertente, il cui obiettivo è indubbiamente quello di scatenare le risate degli spettatori.
La capra debutta nella pellicola nella sequenza in cui il Grinch e il fedele cane Max si avventurano sulla montagna innevata per cercare una Renna che possa eguagliare il celebre Rudolph (la renna che traina la slitta di Babbo Natale, davanti a tutte le altre) nella sua missione per rovinare il Natale agli abitanti di Chissà. In realtà la simpatica capra urlante può essere paragonata allo stesso protagonista: come lui, è una reietta. Basti pensare al momento in cui Grinch la allontana sprezzante, come se fosse un ostacolo sul suo cammino. Se da una parte il film ci mostra nuovamente una forma di esclusione nella figura dell’animale, dall’altra parte, il fatto che la capra sia un ospite indesiderato, rende il tutto ancora più divertente, poiché si creano degli sketch e gag buffe col protagonista.
La piccola capra è una new entry nel mondo della creatura verde antropomorfa, dato che non è presente né nel libro di Dr. Strauss, né nel lungometraggio del 2000. È curiosa la storia che si cela dietro alla sua creazione: l’animale, infatti, è ispirato nientepopodimeno che alla cantante Taylor Swift e alla canzone I knew you were trouble, che poco dopo la sua uscita ispirò il celebre meme Youtube della capra, diventato virale.
Di seguito potete trovare sia il videoclip originale del brano di Taylor Swift, sia il meme in cui è stata aggiunta una capra urlante a una parte del ritornello – video che ha ispirato i registi del film d’animazione:
Il Grinch: le voci suadenti dei doppiatori Benedict Cumberbatch e Alessandro Gassmann
A rendere unico Il Grinch, al di là degli effetti speciali animati – opera della Illumination Entertainment – è la sua voce; o forse sarebbe meglio dire LE sue voci. Ebbene sì, che lo guardiate in italiano o che lo vediate in inglese, la timbrica vocale dei protagonista sarà difficile da dimenticare, dato che è doppiato da due grandi del cinema nostrano e internazionale.
Nella versione italiana è doppiato da Alessandro Gassmann (noi di Cinematographe l’abbiamo intervistato proprio in occasione dell’uscita del film: Leggete Alessandro Gassmann: “Il Grinch insegna che la diversità non esiste”). La voce di Gassmann sembra essere nata per doppiare l’iconica creatura; l’attore non ha problemi a spaziare tra tonalità timbriche diverse, dai borbottii e timbri più rauchi e bassi – particolarmente presenti quando il personaggio combina una delle sue “marachelle” a discapito degli altri abitanti – passa facilmente a picchi più striduli e una sonorità più docile.
Nella versione originale, invece, è Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes, Doctor Strange) a prestare la voce al protagonista. Chiunque abbia mai visto un film o una serie tv in lingua originale, con Cumberbatch nel cast, non può negare la sua voce ipnotica e profonda. Ciò nonostante, la sua timbrica vocale è quasi irriconoscibile nel film d’animazione; ovviamente l’attore ha dovuto adattare il suo tono magnetico a un prodotto essenzialmente per bambini, assottigliando la sua vocalità.
Il Grinch: la fedeltà del cane Max e la determinazione di Cindy Chi Lou
Oltre alla capra urlante, ci sono altri due personaggi fondamentali ne Il Grinch: il cane Max e la piccola Cindy Chi Lou. Entrambi erano presenti anche nel lungometraggio del 2000 diretto da Ron Howard. Sono i due, soprattutto, a rendere Il Grinch una storia a tutto tondo, dotata di un particolare spessore. Il motivo? Sono gli unici – in realtà nel film d’animazione possiamo accostare a loro anche l’allegro Bricklebaum – che, nonostante il protagonista sia sempre scorbutico e non mostri alcuna forma di gentilezza – danno fiducia al Grinch, senza arrendersi mai.
Il servizievole Max non è un semplice animale domestico, ma una sorta di vero e proprio maggiordomo: prepara la colazione al Grinch, gioca a scacchi con lui, suona insieme a lui (contro la volontà del Grinch), e lo appoggia in qualsiasi missione gli venga in mente, il tutto mentre riceve, spesso e volentieri, degli insulti, che si fa scivolare addosso senza alcuna protesta. È come se Max avesse percepito la vera essenza del suo padrone, come se avesse capito che in realtà quella corazza da burbero è solo una maschera, che nasconde una persona sofferente. Forse chiunque, al suo posto, si sarebbe stancato e avrebbe mandato al diavolo il Grinch, ma non lui, che, proprio per la sua fedeltà, alla fine, riceve la miglior ricompensa che abbia mai avuto dal suo padrone: diventare la renna leader, il Rudolph del Grinch.
A contraddistinguere, invece, Cindy Lou, è la determinazione, che può essere considerata un modello per le piccole bimbe che guardano il film d’animazione. Cindy Lou ha una missione: chiedere a Babbo Natale che la madre passi più tempo con lei. È disposta addirittura ad andare di persona al Polo Nord per incontrare Babbo Natale. Escogita, dunque, insieme ai suoi amici coetanei, un piano per parlare personalmente col rappresentante natalizio, creando una “trappola” all’interno della sua casa durante la notte di Natale. Non solo Cindy Lou riesce a parlare con Babbo Natale – che altri non è che il Grinch travestito -, ma fa nutrire alla creatura verde dei ripensamenti sulla missione di rovinare la festa agli abitanti di Chissarà.