Il sesto senso: il significato del finale del film con Bruce Willis
Il sesto senso regala suspense insieme a una profonda riflessione sulla necessità di realizzarsi in un progetto di vita e in un obiettivo da perseguire.
Tra i grandi classici del cinema anni ’90, Il sesto senso rappresenta quel punto di non ritorno che per molti adolescenti ha segnato l’ingresso nel mondo di un cinema in cui non tutto è sempre come sembra. Quando nel 1999 M. Night Shyamalan presenta il suo terzo lungometraggio da regista, il successo è immediato e trova giovamento anche dalla parabola in quel momento ascendente della celebrità di Bruce Willis, uno dei volti icona del mondo delle allucinazioni proprio grazie a questo film. Il livello di lettura più immediato di Il sesto senso è proprio la storia personale del dottor Malcolm Crowe, interpretato appunto da Willis, la cui vita viene posta davanti a un bivio da un suo ex paziente, un giovane assillato dalle allucinazioni tanto da portarlo alla follia, che vede proprio nell’operato del suo ex psicologo la causa di tutti i suoi mali. Ciò che sopravvive del protagonista è quindi prima di tutto la necessità viscerale di riscattarsi e di porre in parte rimedio ai suoi errori passati, salvando un bambino dall’ombra di un destino alienato, se non criminale.
Il sesto senso unisce un racconto horror a una riflessione psicologica
Il senso che Shyamalan dà al suo film è, nonostante le apparenze di genere, più di tipo filosofico ed esistenziale che orrorifico, perché a essere esaltato è il messaggio che per avere successo, per vivere serenamente, bisogna avere un obiettivo da raggiungere, riuscire a individuare uno scopo o comunque una linea e un proposito da portare avanti. Così, il dottor Crowe trova pace quando riesce a salvare un ragazzino dalla possibile deriva folle, la stessa di cui lui stesso è stato vittima e, a sua volta, il Cole riesce finalmente a convivere con il suo potere, se così si può chiamare, e con le persone che suo malgrado gli ruotano intorno solo quando riesce a scorgere un dono nella complessità della sua situazione. Cole e Crowe sono uniti nella loro ricerca di un senso a ciò che capita loro, di una motivazione che giustifichi le loro gioie ma anche, e soprattutto, i loro dolori.
Il sesto senso unisce l’improbabile coppia del dottor Crowe e il piccolo Cole
La grande abilità di Shyamalan è stata di rendere il racconto di Il sesto senso una vera e propria storia horror, che gli ha regalato il riconoscimento mondiale di autore di genere di alto livello. Il sesto senso ha incoronato, due decenni fa, la carriera di M. Night Shyamalan anche grazie a questo messaggio liberatorio, perché dà la possibilità di trovare la luce in fondo al tunnel dei momenti più bui, semplicemente affermando il seno dell’esistenza di ognuno in base al significato che si riconosce nella propria vita, determinando di fatto anche le più piccole azioni quotidiane. Il film è stato un successo fin dal momento della sua uscita, uno dei maggiori punti di forza è appunto questa commistione tra film di genere dalle caratteristiche molto nette e riflessione psicologica, che mette in prospettiva le intere vite di ognuno. I protagonisti, prima di tutti, capiscono finalmente che la prospettiva da cui si guarda a ciò che finora si è fatto e alle giornate future che ci aspettano dà il senso a tutto il resto. Quello che salva il dottor Crowe è un inaspettato colpo di reni, dato dall’incontro con Cole come fosse un fantasma del passato in una sorta di inversione di ruoli tra vivi e morti, che risveglia in lui una volontà di riscatto e di recuperare la sua vita su più fronti: a livello personale, professionale e sentimentale, ritrovando la serenità di vivere, la realizzazione tecnica e il massimo ricongiungimento coniugale possibile.