Il talento di Mr Ripley: il finale del film con Jude Law e Matt Damon
Nel Il Talento di Mr Ripley, le capacità del protagonista si rivelano essere croce e delizia, motore principale di tutte le sue sfortune sociali e sentimentali.
Tra i film con i finali che mettono più a dura prova la sensibilità del pubblico Il talento di Mr Ripley merita senza dubbio un posto d’onore. Non tanto perché si pone fine alla storia con una tragedia, quanto per il fatto che tutto accade per una costrizione intima del protagonista, che si trova forzato dagli eventi ad agire solo seguendo le conseguenze delle sue decisioni passate. Tom Ripley è un ragazzo talentuoso, ricco di vitalità e di voglia di fare e creare in senso artistico. Nonostante le sue origini non hai riservino molta disponibilità economica, Tom sogna di fare parte di un mondo dorato, in cui lasciarsi trasportare dalla quotidianità per vivere liberamente, senza costrizioni sociali.
La determinazione di Tom mette in moto una serie di sfortunati eventi nel finale de Il talento di Mr Ripley
Il rapporto tra Tom e Dickie presto degenera, con l’inasprimento delle differenze di prospettive sulla vita, ponendo il giovane istrione di fronte all’estrema scelta che vede da un lato il ritorno alla normalità e dall’altro continuare ad abitare in un sogno, pur compiendo efferati atti in favore della sopravvivenza. La determinazione di Tom in questo momento di svolta mette in moto una serie di eventi che non sono altro che strette conseguenze di quanto appena fatto, finendo quindi con indicare lui stesso come vittima principale del suo castello di finzioni e recite.
Il talento di Mr Ripley, tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith uscito nel 1955, pone l’accento proprio sul “talento” del protagonista: un ragazzo dalle brillanti possibilità, dalla vivacità estrema e implacabile, che si trova però costretto dalle sue allucinate ambizioni sociali a fare tabula rasa della sua arte in senso nobile, per avvicinarsi a un mondo oscuro ma dalle apparenze ben più dorate.
Il talento di Tom è quello far prendere forma, o meglio di deformare la propria persona, a seconda della situazione che si trova di fronte, per perseguire quello che si rende conto essere il suo obiettivo principale della vita. Inseguire il mondo dorato dei benestanti diventa relativamente semplice. Basta adeguarsi e annientarsi come persona per decidere di volta in volta quale sia l’atteggiamento migliore di cui vestirsi. Ogni situazione che gli si propone davanti è la possibilità di sfoggiare un atteggiamento e una personalità diversa, come in una serie infinita di monologhi e performance teatrali. L’istrionismo è la sua arma principale e le sua capacità camaleontiche unite a un’intelligenza acuta fanno di Tom un maestro dall’etica sconcertante eppure lineare.
Ne Il Talento di Mr Ripley Tom diventa in diverse occasioni una preda costretta ad attaccare
A smuovere le acque in questo lucido piano allucinato arrivano i sentimenti. Tom trova in Peter la chiusura del cerchio, vale a dire la possibilità di finalmente tirare il fiato e tornare a prendere possesso di se stesso. Eppure l’apparizione (di nuovo) di Meredith rimette in moto la concatenazione mostruosa della mente del protagonista, che si trova stavolta a decidere tra la sua felicità sentimentale e quella sociale e superficiale. La scelta di Tom scatena ancora una volta in lui un istinto da cacciatore che lo rende, come nelle occasioni precedenti, molto simile a una preda stretta in un angolo, la cui unica possibilità di sopravvivere è l’attacco. Il suo talento artistico si delinea essere croce e delizia del protagonista, motore principale di tutte le sue sfortune sociali e sentimentali, perché proprio dallo spiegamento libero delle sue virtù artistiche prende avvio quella che si potrebbe definire “una serie di sfortunati eventi”.