Invictus – L’invincibile: il significato del film di Clint Eastwood
Il significato di Invictus - L'invincibile, il film di Clint Eastwood con protagonisti Morgan Freeman e Matt Damon.
La grande metafora tra sport e vita, tra spirito sportivo e giustizia sociale funge da collante narrativo in Invictus – L’invincibile, in cui, in una meravigliosa performance da parte di Morgan Freeman e Matt Damon, Nelson Mandela si affida alle prodezze sportive della nazionale di rugby e in particolare alla carica e alla motivazione incarnata dal capitano della squadra François Pienaar.
Il rapporto tra i due cresce nel corso del tempo, durante la preparazione alla Coppa del Mondo del 1995, tenutasi proprio in Sudafrica, Paese che dopo decenni per la prima volta fu riammesso alla competizione. L’obiettivo di Mandela fu di rinforzare (se non addirittura creare) l’unità nazionale e lo spirito comunitario interrazziale attraverso il tifo sportivo per la nazionale di rugby. Il dialogo a dir poco costruttivo tra il capitano della squadra e il Presidente della nazione si costruisce in una serie di incontri e comunicazioni che piano piano lasciano permeare i due mondi filosofici a confronto. Politica e sport, giustizia sociale e sforzo fisico diventano due braccia dello stesso essere, pronte a collaborare per sorreggere il resto dell’organismo statale a unirsi in una cooperazione univoca che proceda in una stessa direzione per il bene comune.
Il significato di Invictus – L’invincibile risiede proprio in questo insperato eppure inesorabile crescendo di uniformità di intenti, che unisce la società a tutti i suoi livelli in modo da portare il Paese a una vera rinascita, capace di coinvolgere tutti e di affondare le proprie radici nella quotidianità di ognuno. Solo cosí una cultura collettiva può veramente definirsi tale e contare su basi solide per prosperare e sopravvivere anche in caso di ricorsi storici. L’accostamento tra due uomini cosí diversi enfatizza ancor di più l’universalità del messaggio. Mandela e Pienaar sono infatti divisi da una quantità incredibile di caratteristiche: lo status sociale, le esperienze vissute, l’età, il colore della pelle e, non ultimo, il ruolo sociale. Il biondo e pallido François procede seguendo i passi mostratigli da Nelson Mandela e piano piano prende coscienza delle potenzialità che il suo ruolo nasconde. Da semplice capitano sportivo diventa portavoce di una profonda necessità sociale e riconosce a se stesso la possibilità di guidare soprattutto i più scettici verso la consapevolezza di questa evoluzione nazionale.
In Invictus- L’invincibile si sottolinea anche con quale lungimiranza e versatilità Nelson Mandela, pur nella versione doppiamente romanzata prima dal libro e poi dal film, abbia saputo mettere a sistema forze tanto diverse. Il divario naturalmente persistente tra il mondo normativo e quello popolare viene sanato con un lunghissimo processo in cui la coppa del mondo di rugby del 1995 rappresenta un passo piccolo eppure fondamentale. Società alta e bassa si incontrano in questo modo, lasciandosi unire da un impeto a loro estraneo ma a contempo trasversale, vale a dire il tifo sportivo. Clint Eastwood coglie in pieno la possibilità di esemplificare questo processo unificatore attraverso le due figure iconiche che sono centrali nell’economia della narrazione di Invictus – L’invincibile, per approfondire ed esplicitare ogni singolo passo verso la costruzione di un reale dialogo. Pur con le dovute variazioni romantiche e modifiche romanzate, il film resta fedele al messaggio principale insito nei fatti rappresentati tutto rivolto a creare collaborazione proattiva e unità anche (e soprattutto) laddove parrebbe impossibile trovare terreno fertile per far nascere ed evolvere un nuovo modo di approcciarsi alla società.