Ip Man: la storia vera del film sul maestro di Kung-Fu di Bruce Lee
Ip Man ha seguito Bruce Lee verso la fine degli anni Cinquanta, influenzandolo nella mente e nello spirito.
Numerosi film hanno romanzato la vita di Ip Man, l’uomo che ha formato l’icona delle arti marziali Bruce Lee. Considerato da milioni di fan come una vera e propria leggenda del Kung-Fu, l’indimenticata star del cinema ha regalato delle performance memorabili in classici del genere, tra cui I 3 dell’Operazione Drago. Sebbene meno noto al grande pubblico, il vissuto del mentore è altrettanto affascinante.
Ip Man, chi era il mentore del mito Bruce Lee: dal ruolo in polizia a punto di riferimento per ragazzi problematici
Le formidabili doti nel Kung-Fu Bruce Lee ha avuto modo di svilupparle in giovane età soprattutto sotto lo sguardo di Ip Man, un celebre maestro dell’arte cinese, le cui vicende hanno ispirato quattro lungometraggi con Donnie Yen. Il franchise proseguito nei decenni annovera opere biografiche, le quali si soffermano (non senza qualche “licenza poetica”) le gesta dell’uomo.
Inoltre, Ip è stato anche il personaggio principale di tre spin-off. Ip Man – The Legend Is Born del 2010 mette Dennis To al centro della scena, mentre The Grandmaster e Ip Man: The Final Fight, entrambi rilasciati nel 2013, vedono Tony Leung e Anthony Wong nei panni del protagonista.
Nato il 1° ottobre del 1893, il vero Ip Man era esperto nel Wing Chun, un vecchio stile di Kung-Fu basato sulla forza mentale. Nel corso della sua residenza in Cina, iniziò a imparare il Wing Chun, quando aveva appena nove anni. Tra gli insegnanti si ricordano Leung Bik e Chan Wah-shun. Superati da poco i venti, era già abbastanza abile da impartire lezioni, ma non disponeva di una propria scuola. Invece, prestava servizio in qualità di poliziotto.
Quindi, si trasferì a Hong Kong, dove divenne un punto di riferimento nella disciplina, contattato da innumerevoli studenti. Molti di loro erano ragazzi con un passato segnato dalla violenza, coinvolti in lotte tra bande lungo le strade di Hong Kong. Ip Man sperava di portarli nella giusta direzione attraverso il Wing Chun, di indicare la giusta via. Uno degli adepti era un adolescente Bruce Lee. Il futuro divo si approcciò al Kung-Fu all’età di 13 anni e affinò le sue abilità pure dopo il periodo trascorso al fianco di Ip, che lo guidò verso la fine degli anni Cinquanta. Una volta lasciata Hong Kong, Lee riuscì ad aprire una scuola personale.
Gli studiosi riconoscono a Ip Man il merito di aver contribuito alla diffusione del Wing Chun, uno stile di arti marziali popolare oggi insegnato in ogni parte del mondo. Ma la sua sfera di influenza non si è limitata a questo. Ha avuto un impatto su Bruce Lee e, indirettamente, su chiunque ne abbia “rubato” i segreti.
Le esercitazioni con Ip Man hanno consentito a Lee di acquisire “l’arte del distacco” e di maturare una conoscenza profonda del kung fu. Lee ha tramandato idee filosofiche su come una persona dovrebbe svuotare la propria mente ed essere “senza forma” tipo l’acqua. Delle credenze radicate nella dottrina promossa da Ip Man, mai dimenticate dall’allievo.