IT Capitolo Due: la spiegazione del finale del film di Andy Muschietti
ALLERTA SPOILER! Nel finale di It Capitolo Due si esplicita la grande metafora del romanzo di Stephen King e si impara come sconfiggere i propri demoni
Dopo ventisette anni il Club dei Perdenti torna a Derry, pronto ad affrontare una volta per tutte il mostro It, uno degli incubi meglio costruiti di tutto l’immaginario pop. Con It Capitolo Due, Andy Muschietti porta a termine l’ambiziosa impresa di rappresentare sul grande schermo il best seller di Stephen King: un’operazione che incespica in diversi punti ma che mantiene intatto – tutto sommato – lo spirito del romanzo.
It Capitolo Due: leggi qui la recensione del film di Andy Muschietti
Bill (James McAvoy), Beverly (Jessica Chastain), Richie (Bill Hader), Ben (Jay Ryan), Eddie (James Ransone) e Stan (Andy Bean) sono contattati uno ad uno da Mike (Isaiah Mustafa), l’unico dei perdenti rimasto a Derry dopo gli eventi raccontati nel primo capitolo. I ragazzi, ora diventati adulti, anche se ricordano a stento i traumi legati alla loro infanzia, sono uniti da un patto di sangue stipulato in quell’estate del 1985. Così, ognuno lascia la propria vita e i propri affetti per ricongiungersi agli amici di un tempo, con cui scendere fino alle radici più profonde dei loro incubi: dritti tra le fauci di Pennywise (Bill Skarsgård).
It Capitolo Due: ecco come i Perdenti hanno sconfitto Pennywise
Dopo essersi recati a Derry e ad aver toccato con mano l’orrore che ribolle sotto il suolo della loro cittadina, i Perdenti sono coinvolti da Mike nel rito di Chüd. Questo antico rituale prevede il sacrificio di alcuni oggetti particolarmente cari, mentre si recita un mantra. Il cuore del rituale, precisa Mike, è la forte fede che i celebranti ripongono nella speranza di sconfiggere It. In termini più semplici, funziona se ci credi.
Quello che i Perdenti non sanno, però, è che loro sarebbero i primi in tutta la Storia a far realmente funzionare il rito di Chüd. Nella spiegazione che Mike fa ai suoi compagni d’avventura, infatti, l’uomo omette il tragico destino che è spettato ai nativi americani che l’hanno compiuto per la prima volta. Eppure, non c’è altra soluzione che scendere nel pozzo al centro della vecchia casa di Neibolt Street e ripetere la lotta corpo a corpo col mostro, esattamente come 27 anni prima.
Quando la prima parte del rito di Chüd non funziona, It ne approfitta per attaccare frontalmente i Perdenti. Così, ognuno di loro si ritrova, da solo, ad affrontare i suoi incubi più profondi: è là che It diventa pressoché invincibile. Lo scontro porta con sé anche una vittima, Eddie, che muore dopo aver – però – avuto il coraggio di scagliare una lancia di ferro contro It. La sua ultima azione, così inaspettata per un personaggio che aveva più di tutti mostrato segni di debolezza, ispira il resto del gruppo che trova la chiave per sconfiggere Pennywise una volta per tutte.
I Perdenti capiscono qual è la vera natura di It e, con la loro azione, esplicano quella grande metafora che è tutto il romanzo di Stephen King. It, personificazione della Paura stessa, si sconfigge ridimensionandolo, facendolo sentire insignificante, descrivendolo per quello che è: un povero pagliaccio. La situazione si ribalta all’improvviso e – da ragno gigante e disgustoso – Pennywise diventa piccolo e debole, finché il leader del gruppo, Bill, riesce a strappargli e disintegrargli il cuore a mani nude.
IT Capitolo Due: il segreto di Richie
Facciamo un gioco, Richie? Giochiamo a Street Fighter? Non ti va? Allora ne ho un altro: obbligo o verità.
Tra i vari incubi che perseguitano i Perdenti, c’è anche lo spettro dell’omosessualità di Richie. Non c’è effettivamente una scena in cui il personaggio interpretato dal comico Bill Hader fa un coming out ufficiale. Sappiamo, però, attraverso i flashback e gli incubi di Richie, che gran parte delle persecuzioni dei bulli erano proprio motivate dall’attenzione del ragazzino verso un altro bambino che sfidava in sala giochi.
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Per questo motivo, quando Richie incontra nuovamente It da adulto, il pagliaccio si rivolge a lui come se fosse l’unico a conoscenza del suo segreto. Il Richie adulto, poi, decide di sacrificare nel suddetto rito di Chüd proprio il gettone del cabinato che condivideva con quel ragazzino, segno del grande valore che attribuiva a quei pomeriggi insieme.
Infine, un altro flashback ci mostra il giovane Richie intagliare in una corteccia due iniziali. Si scoprirà che le iniziali intagliate sono R+E: come non pensare al forte legame tra Richie ed Eddie, esplicito anche nelle ultime battute del personaggio? La reazione di Richie alla morte di Eddie, infatti, è chiaramente diversa da quella di tutti gli altri Perdenti, probabilmente perché il suo è un sentimento diverso dall’amicizia.
It Capitolo Due: il senso di colpa di Bill
Perché ho scelto Georgie”? Perché tu non eri con lui, Bill
Un altro personaggio che vive un incubo piuttosto interessante è Bill “tartaglia”, interpretato splendidamente da James McAvoy. Il background narrativo legato a Bill è uno dei più importanti: infatti è proprio dall’omicidio del fratellino Georgie, avvenuto per mano di It 27 anni prima, che i Perdenti si mettono in marcia per affrontare il mostro.
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Quello però che non si esplicita fino al secondo capitolo è il senso di colpa che tormenta Bill. In uno degli incubi ad occhi aperti del lungo finale del film di Muschietti, l’uomo rivede il fratellino Georgie in quella cantina dove l’aveva mandato anni prima a cercare la cera per la sua barchetta. Qui il bambino (insieme a una visione di Bill da ragazzo) lo accusa di essere responsabile della sua morte e di avergli mentito sul raffreddore pur di non andare a giocare con lui. Lasciando andare quel senso di responsabilità, Bill – finalmente – realizza che l’unico colpevole dell’orribile fine di Georgie è solo e soltano It. Per vendicarlo, allora, dovrà smettere di torturarsi e dovrà annientare il mostro una volta per tutte.
La storia di Bill è indicativa di come la sconfitta di Pennywise debba passare necessariamente attraverso l’accettazione dei propri traumi e la riconciliazione con ciò che c’è di irrisolto nell’infanzia. Accettando anche i propri lati più oscuri, ci si sottrarrà dal ricatto del mostro e si potrà ricordare ogni cosa, perché anche i ricordi più dolorosi non faranno così tanta paura.
IT Capitolo Due: Pennywise è morto davvero?
Il finale di It capitolo due riprende grossomodo quanto accade nelle ultime scene del primo capitolo. La differenza, però, è che, alla fine della prima battaglia dei perdenti contro It, Beverly dichiara di aver avuto delle premonizioni, in cui ha visto il destino suo e dei suoi amici.
Questo è il motivo per cui i Perdenti decidono di stipulare il patto che li riporterà a Derry 27 anni dopo: Bev sa che It tornerà. Le cicatrici che i ragazzi, e poi gli adulti, si ritrovano sui palmi delle mani reagiscono alla presenza di It, diventano doloranti in presenza del pagliaccio. Alla fine di It del 2017 vediamo, inoltre, che Pennywise non è morto, ma si ritira in fondo al pozzo e che – quindi – la sua sconfitta non è definitiva. Il ricordo di quello scontro, anzi, si insinua nei personaggi come un sottile stato depressivo che esplode nel suicidio di Stan Uris (che infatti non tornerà mai a Derry). Alla fine del secondo capitolo, invece, i Perdenti possono lasciare Derry – anche Mike, che era rimasto a tenere sott’occhio la situazione – con un nuovo senso di libertà.
IT Capitolo Due: che succede ai Perdenti, dopo?
Dopo aver sconfitto It, per i Perdenti si aprono prospettive per una vita nuova e migliore. Come già detto, Mike finalmente può realizzare il suo sogno di lasciare Derry e trasferirsi in California, Bill si è finalmente liberato del suo senso di colpa e Richie ha preso atto dei suoi sentimenti anche grazie al lutto per la morte di Eddie.
Si chiudono altri cerchi narrativi: su tutti quello che riguarda Beverly e Ben che – finalmente – si mettono insieme. Dopo 27 anni, infatti, Ben trova il coraggio di dichiararsi e di confessare e Bev non solo il suo amore, ma anche la paternità della poesia anonima che le era stata recapitata. Bev, così, capisce di aver sempre aspettato lui e i due si concedono un bacio (e una vacanza).
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Nel finale, inoltre, si viene a conoscenza del contenuto dell’ultima lettera di Stan rivolta ai suoi amici. Dopo la telefonata di Mike, quella in cui annunciava il ritorno di It e chiamava a raccolta i ragazzi, Stan crolla e si toglie la vita tagliandosi le vene nella vasca da bagno. Il suo gesto, apparentemente sintomo di una grande paura, era in realtà un gesto di grande altruismo nei confronti dei Perdenti.
Consapevole dei propri limiti e del fatto che non sarebbe stato in grado di affrontare It nel rito finale, Stan sapeva anche che l’unico modo per sconfiggere il nemico era combatterlo tutti insieme. Non avrebbe sopportato che la sua codardia avrebbe potuto mettere in pericolo gli altri, così ha semplicemente deciso di togliersi di mezzo. Nel finale gli amici capiscono il gesto e ricordano Stan con una nota dolce-amara, consapevoli del grande contributo che ha dato alla loro missione.
IT Capitolo Due: i finali di Stephen King fanno schifo?
Una delle gag ricorrenti di It capitolo due riguarda l’attività di scrittore di Bill e la sua presunta incapacità nel scrivere dei buoni finali. Come è facile intuire, nel personaggio di Bill tartaglia, King ha messo molto di sé e ha ironizzato sulle critiche che ha ricevuto.
In effetti, il modo in cui termina il romanzo di It è un forse una delle scelte più dibattute della sua carriera di scrittore. La Tartaruga, l’orgia di ragazzini, l’essere catapultati in una dimensione ai confini dell’Universo (tutti elementi che non ritroviamo nel film) sono difficili da digerire, per chi non entra totalmente nello spirito dello scrittore.
In ogni caso, King ci scherza su in maniera sorniona nel cammeo con cui onora il set di Muschietti. Uno scrittore del suo calibro e del suo successo, può sorridere delle parole inviperite della critica e può anche permettersi di dire al suo pubblico che i suoi finali fanno schifo. Di tutta risposta, lo scrittore – che nel film interpreta il piccolo ruolo del rigattiere che vende a Bill la sua vecchia bicicletta Silver – consegna al protagonista il mezzo necessario per conquistare la sua leggerezza e libertà. A cavallo di Silver, Bill si dà coraggio e, di conseguenza, lo dà agli altri Perdenti: forse questo finale non fa così schifo.