Dalle origini ad oggi: diverse interpretazioni, un solo James Bond
Le riprese di Spectre, ultimo film incentrato su Bond, in quel di Roma, si sono concluse giusto da qualche giorno, ma chi ha bevuto il tanto caro Vodka-Martini agitato e non mescolato prima di Daniel Craig?
James Bond, nacque dalla penna britannica di Ian Fleming, nel 1952, che prese i nome e cognome dall’omonimo ornitologo americano.
Dai romanzi di Fleming, dieci anni dopo, s’iniziò con l’adattamento cinematografico della spia inglese più famosa (pare modellato sulla fisionomia, classe e portamento di Cary Grant).
I diritti sui romanzi di Fleming vennero acquistati dal produttore Albert R. Broccoli, nel 1961, in collaborazione con Harry Saltzman (tranne Casino Royale).
I due produttori fondarono, quindi, la EON Productions e cominciarono la produzione scegliendo di realizzare Agente 007 – Licenza di uccidere.
E quale miglior attore scozzese per interpretare l’agente con la licenza di uccidere (di altrettanta provenienza) se non Sean Connery?
Da giovane attore, Connery firmò un contratto di cinque film, dando a James Bond, sul grande schermo, la classe e l’eleganza che gli appartenevano, tanto da essere sempre preso in considerazione come il modello da seguire per gli attori successivi che interpreteranno Bond.
Fu così che nel 1962 uscì Agente 007 – Licenza di uccidere e l’anno successivo Agente 007 – Dalla Russia con amore (primo film della saga ad essere girato in Europa), entrambi diretti da Terrence Young.
Nel 1964 uscì Agente 007 – Missione Goldfinger, questa volta diretto da Guy Hamilton, e che ebbe un’enorme successo nel mondo (la pellicola vinse l’Oscar per i Miglior Effetti Sonori), tanto da essere uno dei film più ricordati della saga.
Il 1965 vede la realizzazione di Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono, film di successo platenario (con il ritorno alla regia di Terrence Young), ma che nello stesso tempo, indusse Connery a valutare di abbandonare il ruolo, per non rimanere incastrato a vita.
Fu Agente 007 – Si vive solo due volte (1967, regia di Lewis Gilbert) ad essere il quinto e ultimo film con Connery, che decise in via definitiva di abbandonare il franchise (salvo poi ritornare per Agente 007 – Una Cascata di Diamanti); con Si vive solo due volte, i romanzi di Fleming iniziarono ad essere stravolti e la saga prese una trama del tutto convenzionale al successo avuto, allontanandosi sempre più dalle origini (cosa che avverrà con maggiore frequenza e profondità di rivisitazione durante i sette film con Roger Moore).
Con Sean Connery out, si pose il problema di trovare un attore che potesse essere adatto nell’interpretare James Bond, e la scelta cadde sul modello australiano George Lazenby, dal curriculum scarno, ma che interpretò Bond solo in Agente 007 – Al servizio segreto di sua maestà (1969, regia di Peter R. Hunt), da una parte perché rifiutò un contratto duraturo (secondo lui la figura di Bond era voltata al tramonto) e dall’altra perché la critica fu molto dura con lui (non con il film nel complesso) per l’inevitabile paragone con Connery.
Tuttavia, dopo l’addio, Connery ritornò per l’ultima volta a vestire i panni dell’agente segreto per Agente 007 – Una cascata di diamanti (1971). Con questo film, che segna il ritorno alla regia di Guy Hamilton (alla regia fino a L’uomo dalla pistola d’oro), la saga di Bond si distaccherà molto dai romanzi di Fleming, invertendo gli ordini di trama, e stravolgendo il tutto; la saga, come già detto prese una piega diversa, a livello di storia.
A livello di attore, invece, venne scelto l’inglese Roger Moore, che interpretò Bond per ben sette film, che riuscì a dare uno stile più personale, senza legarsi al modello di Connery (nella serie tv, degli anni’70, Attenti a quei due con Tony Curtis, viene citato spesso il suo ruolo da 007): Vivi e lascia morire (1973), L’uomo dalla pistola d’oro (1974), La spia che mi amava (1977), Moonraker – Operazione spazio (1979), per la regia di Lewis Gilbert, Solo per i tuoi occhi (1981, di John Glen, che sarà alla regia fino a Vendetta Privata), Octopussy – Operazione Piovra (1983) e Bersaglio Mobile (1985).
Nel 1985, quindi dopo Bersaglio Mobile, Moore prese la strada dell’addio e venne scelto Timothy Dalton per interpretare Bond (ruolo a cui aveva rinunciato nel periodo in cui Connery abbandonò la saga, poiché ritenne di essere troppo giovane).
L’attore gallese (che si dovette comunque confrontare un giovane Pierce Brosnan alla concorrenza) realizzò, tuttavia, i peggiori film di James Bond a livello di incasso: 007 – Zona Pericolo (1987) e 007 – Vendetta Privata (1989).
Dopo diversi problemi legali dovuti ai diritti sulla serie, Dalton si dimise e venne scelto l’irlandese Pierce Brosnan che diede avvio ad un nuovo tipo di Bond, che smise di fumare, cominciò a vestire firmato e il nemico che cambiò identità, data la disfatta dell’Unione Sovietica. Inoltre, dalla “dinastia Brosnan” il ruolo di M venne affidato ad una donna, Judi Dench.
Brosnan riuscì a traslare l’immagine di Bond, legata ad un contesto da guerra fredda, in uno più moderno, con nuovi nemici e nuove tecnologie (e accompagnato, per la prima volta, da una Bond Girl di colore, Halle Berry).
Brosnan recitò in quattro film della saga: GoldenEye (1995, regia di Martin Campbell), Il domani non muore mai (1997, Roger Spottiswoode), Il mondo non basta (1999, Michael Apted) e La morte può attendere (2002, Lee Tamahori).
Ritenuto troppo vecchio dalla produzione per portare sul grande schermo un reboot di Bond, il testimone passò da Brosnan all’inglese Daniel Craig.
Dopo essere stato provinato insieme ad attori come Hugh Jackman, Eric Bana, Gerard Butler e Clive Owen (che sembrava essere il favorito), nel 2006 cominciò ad interpretare Bond (stipulando un contratto per quattro film) in Casino Royale (realizzato con un accordo, per i diritti del romanzo di Fleming, tra Sony Pictures Entertainment e EON, regia di Martin Campbell), in cui l’agente segreto venne riproposto al grande pubblico in una veste più algida e anagraficamente più giovane, allineandosi con il Bond di Fleming.
Nel 2008 uscì Quantum of Solace (regia di Marc Foster), diventato sequel di Casino Royal, ma Craig arriva all’apice realizzando Skyfall (2012), al cinquantesimo anniversario della saga, e dando avvio alla collaborazione con Sam Mendes alla regia.
Con Skyfall, si scopre un Bond nostalgico del suo passato, desideroso di portare servizio al suo paese ad ogni costo e tentato da un villain (interpretato da Javier Bardem) che in passato svolgeva lo stesso ruolo di agente segreto.
Spectre arriverà nel novembre di quest’anno (2015) e sarà l’ultimo film con Daniel Craig, previso dal contratto, salvo rinnovi.
Ma quanto avrò ancora da dare questa saga, al pubblico, e soprattutto quale attore (il settimo) potrà interpretare Bond, rispettando i suoi predecessori?