Buon compleanno Jared Leto! Le 5 migliori interpretazioni del trasformista da Oscar
La maniacale ossessione per i suoi personaggi ha consentito a Jared Leto di esprimersi nelle più differenti sfaccettature.
Verso la fine degli anni ’90 la carriera di Jared Leto (nato il 26 dicembre 1971) è decollata nel firmamento di Hollywood, senza mai rallentare. Il frontman della rock band Thirty Seconds to Mars ha offerto tante convincenti performance, sia da personaggio principale delle pellicole a cui ha preso parte sia in brevi apparizioni, intense e d’impatto. Sebbene altri film avrebbero potuto trovare posto nella nostra top 5, quelli che presenteremo di seguito sono i titoli dove il poliedrico artista ha saputo rubare la scena grazie a un carisma innato e a un senso di dedizione estremo.
Jared Leto: le cinque migliori performance al cinema
Fight Club (1999) di David Fincher
Non esistono piccoli ruoli, ma esistono piccoli attori. La celebre massima del regista russo Konstantin Stanislavskij calza a pennello. Jared Leto ha un minutaggio limitato nel classico di David Fincher, membro del club di boxe clandestino, Project Mayhem. Dimostrando che non c’è nessun look oltre le sue corde, sfoggia una improbabile chioma color biondo platino per assumere le sembianze di Angel Face. Uno dei componenti più giovani del gruppo, che il Narratore picchia così selvaggiamente durante un combattimento da sfigurargli il volto.
Prefontaine (1997) di David James
Alla prima chance da protagonista, Jared Leto recita nelle vesti del compianto Steve Prefontaine, un mezzofondista statunitense che, nel 1972, chiuse al quarto posto alle Olimpiadi di Monaco di Baviera. Prima della sua prematura scomparsa all’età di 24 anni, Prefontaine fu uno dei principali promotori della disciplina nel corso del periodo di attività.
Il lungometraggio parte dalle vicende personali dell’uomo per far luce sui limiti e sulle regole applicate agli atleti dilettanti. Sotto la direzione del regista David James, Jared Leto cattura perfettamente il temperamento focoso dello sportivo. E smentisce le malelingue, che lo definivano soltanto un bel visino, privo di talento.
Mr. Nobody (2009) di Jaco Van Dormael
Jared Leto impersona Nemo, l’ultimo essere mortale sulla Terra, dopo che la razza umana è ascesa all’immortalità. Mentre ricorda il passato, la pellicola si sofferma sugli amori e le lotte di una vita intera. In linea con lo stile caratteristico di Leto, pure Nemo è un po’ squilibrato.
Una performance ampiamente elogiata dalla critica, per aver mantenuto una forte presenza in un’opera tanto complessa. Attraverso i ricordi sbiaditi del vecchio signore, ne esploriamo le tappe principali, dal divorzio dei genitori alle successive difficoltà incontrate, all’età di 9, 15 e 34 anni.
Dallas Buyers Club (2013) di Jean-Marc Vallée
Ovviamente, non poteva mancare il lavoro valso a Jared Leto il premio Oscar nel 2013. In Dallas Buyers Club è Rayon, una transessuale, socia in affari di un altro malato di AIDS, Ron (Matthew McCounaghey): i due vendono farmaci non approvati ad altri che, come loro, sono stati trovati positivi all’AIDS.
Per incarnare un tossicodipendente sul grande schermo, Leto ha perso 30 chili. E la stampa specializzata ha dato segni di approvazione, malgrado ci sia stato chi lo abbia criticato per essersi calato nei panni di una donna trans, nonostante in realtà sia un uomo etero e cisgender.
Requiem for a Dream (2000) di Darren Aronofsky
In Requiem for a Dream Jared Leto presta il volto a Harry Goldfarb, un eroinomane di Coney Island. In piena crisi, perde la ragazza (Jennifer Connelly), tossicodipendente a sua volta, e persino un braccio.
Guidato dal regista Darren Aronofsky, dispensa una prova sbalorditiva, il trampolino di lancio nell’industria cinematografica. Analogamente a Dallas Buyers Club, ha seguito una dieta molto ligia e restrittiva dimagrendo di 10 kg. Inoltre, ha talvolta dormito lungo le strade di New York per immedesimarsi meglio.