La bellezza ci salverà: i migliori film francesi dal ’30 ad oggi
Il dolore paralizzante che ha coinvolto l’intero globo per gli accadimenti funesti di Parigi non ha bisogno di parole vuote, indegne e inutili. Noi ci limitiamo ad omaggiare la Francia e a ricordare che ciò che ne fa materia di invidia, di stupore, di bellezza è ciò che viene colpito tacitamente e con disprezzo. La bellezza ci salverà. Ne siamo convinti. E da questa premessa il desiderio di offrire immagini di pura poesia filmica francese, per non dimenticare questi giorni e il senso di ciò che veicola un attacco tra i tanti, ad un teatro parigino, al cerchio e al cuore grondante di passione e cultura.
Film francesi: i più belli dagli anni ’30 ad oggi:
La regola del gioco (La Règle du jeu) 1939, Jean Renoir
“È ingiusto che soffra solo io. Soffrire in due, invece, è meno noioso.”
Amanti perduti (Les Enfants du paradis)1945, Marcel Carné
“Siete sempre stato in me, vi ho pensato ad ogni istante: voi m’avete impedito di invecchiare, di discendere, di rovinarmi. Trovavo la mia vita talmente misera, mi sentivo così sola. Ma dicevo: non dovrai mai essere triste, dovrai essere sempre lieta, perché qualcuno ti ha amata.”
Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle) 1960, Jean-Luc Godard
“Il dolore è idiota. Io scelgo il nulla. Non è meglio… Ma il dolore è un compromesso. O tutto, o niente”
Effetto notte (La Nuit américaine) 1973, François Truffaut
“Quando incontriamo qualcuno ci domandiamo: cosa pensa di me? Chissà se mi ama. Ma io penso che sia la stessa cosa per tutti gli artisti. Quando Mozart era bambino, e gli chiedevano di suonare, rispondeva: “Ora ti suonerò tutto quello che vuoi, ma prima dimmi che mi ami”.
E poi è il mestiere in cui ci si bacia di più.
Lei lo ha notato, vero? Sì, non facciamo che baciarci: pare che la stretta di mano fu inventata per dimostrare che non si era armati, che non si era nemici, ma per noi questo non basta”
Betty Blue (37°2 le matin) 1986, Jean-Jacques Beineix
“La vita è contro di me. Basta che guardi una cosa e mi accorgo che non ho diritto a niente.”
Léon, 1994, Luc Besson
“Ami la tua pianta, non è vero?
È la mia migliore amica. Sempre felice, niente domande ed è come me, vedi? Senza radici.
Se l’ami davvero, dovresti piantarla in mezzo ad un prato in modo che le metta le radici.”
L’odio (La Haine) 1995, Mathieu Kassovitz
“Guardale ste pecore rimbecillite dal sistema, guarda quello con la sua aria da stronzo, tutto bellino col giubbotto di culo di capra, è la razza peggiore! Li riconosci? Sono quelli che non muovono un passo sulle scale mobili che si lasciano trasportare dal sistema, sono quelli che votano Le Pen ma che non sono razzisti, sono quelli che vanno in sciopero quando gli si ferma l’ascensore.”
La ragazza sul ponte (La fille sur le pont) 1998, Patrice Leconte
“Sa la carta adesiva che attira le mosche,quella a forma di spirale? Io sono così. Le storie sfigate le attiro come mosche, penso che c’è gente che nasce aspirapolvere, che dà sollievo agli altri. Sono perseguitata dalla sfortuna, tutto quello che faccio sbaglio, tutto quello che tocco si trasforma in porcheria.
Come si spiega questo, Adele?
La sfiga non si spiega. È come l’orecchio per la musica: o c’è l’hai o non c’è l’hai.”
Il favoloso mondo di Amélie (Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain) 2001, Jean-Pierre Jeunet
“Ebbene, dopo tutti questi anni la sola persona che faccio ancora fatica a delineare è la ragazza col il bicchiere d’acqua. È al centro eppure ne è fuori.”
La vie en rose (La Môme) 2007, Olivier Dahan
“Dovrebbe annullare il concerto signora Piaf, sta giocando con la sua vita.
E allora? Bisogna pur giocare con qualcosa!”
Quasi amici (Intouchables) 2011, Olivier Nakache e Eric Toledano
“E se è una cozza?”
“Non mi interessa, con lei voglio un rapporto spirito e spirito!”
“Sì ma se lei è una cozza allora è un rapporto tra spirito e cozza!”
La vita di Adele – Capitoli 1 & 2 (La Vie d’Adèle – Chapitres 1 & 2)2013, Abdellatif Kechiche
“Essenza ed esistenza sono come l’uovo e la gallina.”