La Grande Scommessa: la spiegazione del finale del film
La Grande Scommessa, un film soprattutto per chi conosce la finanza. Un approfondimento delle cause che, nel 2008, hanno portato all'attuale crisi economica.
La Grande Scommessa – titolo originale The Big Short – è un film drammatico del 2015 diretto da Adam McKay. Basato sul libro The Big Short: Inside the Doomsday di Michael Lewis del 2010 – che mostra come la crisi finanziaria del 2007-2008 sia stata innescata dalla bolla immobiliare degli Stati Uniti – il film vede la partecipazione di Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, Melissa Leo, Jeremy Strong e Marisa Tomei.
La pellicola ha incassato 133 milioni di dollari in tutto il mondo ed è stato inoltre molto apprezzato dalla critica, con plauso particolare alle performance di Bale, Carell e Gosling: ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura.
La Grande Scommessa: trama del film
Ne La Grande Scommessa si intrecciano tre storie separate, ma parallele, che hanno come comune denominatore la crisi finanziaria del 2005 negli Stati Uniti. Michael Burry (Christian Bale), un ex-medico molto eccentrico, crede che il mercato immobiliare statunitense sia costruito su una bolla che esploderà nell’arco di pochi anni. Questa sua filosofia lo porta a scommettere contro il mercato immobiliare con le banche, che sono più che felici di accettare la sua proposta per qualcosa che non è mai accaduto nella storia americana. Le banche credono che Burry sia un folle e quindi confidano nel fatto che vinceranno la scommessa. Jared Vennett (Ryan Gosling) con la Deutschebank si fa carico di ciò che sta facendo Burry e, come investitore, anche lui crede nelle convinzioni di Burry. Una telefonata errata a FrontPoint Partners porta queste informazioni nelle mani di Mark Baum (Steve Carell), un idealista che è stufo della corruzione…
La Grande Scommessa: analisi del finale
“Non stanno confessando – si vantano!”
La Grande Scommessa, seppur tratti sempre di finanza, è povero di quell’energia di The Wolf of Wall Street di Scorsese, perché a un certo punto, i broker spiegano allegramente la loro truffa e qualcuno si chiede come sia possibile confessare una cosa simile, così facilmente. Christian Bale dà una buona performance nei panni di Michael Burry, un uomo che riesce a convincere il proprio capo a scommettere sull’intero capitale dell’impresa su strumenti finanziari che pagheranno quando il mercato collasserà. Ryan Gosling è Jared Vennett, un folle che vuole cogliere l’occasione a tutti i costi e Mark Baum, interpretato da Steve Carell, un tipo arrabbiato e traumatizzato da una tragedia familiare che è spinto dal bisogno di punire le iniquità del mondo finanziario. E poi c’è Brad Pitt che interpreta Ben Rickert, un broker che si è ritirato dal mondo finanziario, ma che ora aiuta due neofiti a partecipare a questa nuova avventura.
3 personaggi, 3 storie, 3 vite, un solo scopo: fare più soldi possibile, rischiando il tutto e per tutto. Detto questo, La Grande Scommessa offre un’esplorazione molto coinvolgente negli anni precedenti al fallimento di Lehman Brothers e del mercato immobiliare, che ha portato alla Grande Recessione. Purtroppo, nonostante gli sforzi del regista nel semplificare il più possibile un linguaggio “finanziario”, la maggior parte del pubblico ha fatto davvero fatica a comprendere fino alla fine il film, proprio a causa degli argomenti trattati dai protagonisti. L’epilogo è pressoché scontato, nel senso che si capisce che dopo il crack, i tre protagonisti scelgono un modus vivendi un po’ più tranquillo, come Burry, ad esempio, che investe nell’acqua o Rickert che preferisce godersi in pace la propria pensione senza complicarsi troppo l’esistenza.