La ragazza del dipinto: la storia vera di Dido Elizabeth Belle
Cosa si nasconde dietro la pellicola diretta nel 2013 da Amma Asante? La storia vera, anche se giustamente romanzata, di Dido Elizabeth Belle.
Elegante e intelligente, La ragazza del dipinto, la pellicola diretta da Amma Asante e uscita nelle sale cinematografiche nel 2013, racconta la storia vera e straordinaria, per l’epoca, di Dido Elizabeth Belle, la figlia illegittima di un ammiraglio inglese che decide di portare la figlia con sé in Inghilterra.
Amma Asante è venuta a conoscenza della storia per caso. Damien Jones, produttore di Belle ma anche di The Iron Lady, aveva mandato alla regista una cartolina con un famoso ritratto di Dido e di sua cugina, Lady Elizabeth Murray. Inizialmente, la regista era restia a buttarsi nel progetto per vari motivi. Tuttavia, Asante ha continuato a giocare con l’idea di creare un biopic su Belle e alla fine, tre anni dopo circa, la realizzazione si era ormai conclusa. La regista non conosceva la storia di Belle prima che Jones gliela mostrasse e ammise di aver tratto grande ispirazione dal famoso ritratto di Dido e Lady Elizabeth Murray, che si trova allo Scone Palace, dov’è nato Lord Mansfield.
Chi è Belle? La storia vera della protagonista de La ragazza del dipinto
Elizabeth Belle è nata in condizioni di schiavitù nel 1761 nelle Indie Occidentali da una schiava africana, conosciuta come Maria Belle e Sir John Lindsay, un ufficiale della marina inglese. Nel 1765, Lindsay torna a Londra, portando con sé la piccola Dido e affidandola alle cure di suo zio, William Murray, conte di Mansfield, e a sua moglie. Dido viene battezzata nel 1766.
Il conte e la contessa di Mansfield non avevano figli ma stavano già crescendo Lady Elizabeth Murray, arrivata a Kenwood House a seguito della morte della madre. I Mansfield si impegnano a crescere Belle come se fosse figlia loro, istruendola ed educandola come una qualunque altra ragazza dell’aristocrazia inglese. Belle era trattata con affetto ma non sempre aveva il diritto di partecipare agli eventi importanti. Crescendo, Belle cominciò ad amministrare alcuni aspetti della tenuta: tra le sue mansioni, c’era anche quella di aiutare Lord Mansfield con la corrispondenza, una mansione inusuale per una donna dell’epoca.
Inoltre Lord Mansfield è considerato colui che ha abolito la schiavitù in Inghilterra. In qualità di Lord giudice capo della Corte d’Inghilterra e del Galles, infatti, si schierò (nel 1722) a favore di uno schiavo che era fuggito, poiché il suo padrone voleva rispedirlo nelle Indie. Sebbene Mansfield intendesse che lo schiavo fosse libero di restare solo nelle precise circostanze del caso Somerset contro Stewart, questa sentenza è stata da tutti percepita come un atto di abolizione della schiavitù.
Tornando alla vera storia di Dido Elizabeth Belle, la ragazza ebbe alla morte di Lord Mansfield, oltre che la conferma della sua libertà, anche una rendita di 100 sterline. Dopo la morte dello zio, Belle sposa John Davinier con cui ha tre figli: i gemelli Charles e John e un figlio più piccolo di nome William. Belle muore all’età di 43 anni nel 1805.
Per motivi non ben chiari, la regista de La ragazza del dipinto ha scelto di non attenersi del tutto alla storia di Belle. In certi casi, è comprensibile che per ragioni cinematografiche una storia vada romanzata ma era davvero superfluo dare a Dido solo due figli, anziché tre.
Nonostante questo, la pellicola di Amma Asante riesce a toccare vari temi molto importanti come quello della differenza di classe, della responsabilità, della razza e della tratta degli schiavi ma anche l’importanza di combattere per i propri valori. Gugu Mbatha-Raw, che interpreta Belle, offre una performance intelligente e vibrante che fa di Dido un’eroina molto affascinante.
Non tutti gli attori offrono la stessa eccellenza: in particolare, Tom Felton fallisce nel ruolo del cattivo bigotto ed è abbastanza dimenticabile. Scenografia e costumi perfetti riescono però a far dimenticare quanto c’è di trascurabile. Tutto sommato, La ragazza del dipinto riesce a raccontare una storia molto interessante in un modo non altrettanto accattivante. Peccato, perché la storia di Belle merita davvero di essere raccontata.
Testo di Jennifer Traini