La Ragazza del Lago: l’analisi del finale del film con Toni Servillo
La Ragazza del Lago è un film del 2007, diretto dall’allora esordiente Andrea Molaioli (Il Gioiellino, Slam – Tutto per una ragazza). Il film è tratto dal romanzo Lo sguardo di uno sconosciuto di Karin Fossum ed è sceneggiato da Sandro Petraglia (Suburra, Educazione siberiana, Romanzo di una strage).
Il cast è formato da grandi nomi del cinema italiano: Toni Servillo in primis, Valeria Golino, Fausto Sciarappa, Fabrizio Gifuni, Omero Antonutti, Anna Bonaiuto, Nello Mascia, Marco Baliani, Giulia Michelini e Denis Fasolo.
Il protagonista è il commissario Sanzio, che viene inviato a indagare sull’efferato omicidio di una ragazza, in una piccola e incantevole cittadina del Nord Italia, ritrovata morta sulle sponde di un lago. Il commissario inizierà le sue indagini, interrogando uno dopo l’altro una serie di sospettati e cercando di capirne la psicologia. Mentre scoprirà che l’incanto e la bellezza della piccola comunità del paese sono solo apparenti, dovrà anche destreggiarsi tra i problemi personali: una moglie malata e una figlia.
La Ragazza del Lago: Toni Servillo impersona – come spesso accade – un personaggio tranquillo e riflessivo che si prende il suo tempo per capire le cose
Il giallo creato da Molaioli è forte nel creare il colpo di scena finale, scena dopo scena. Essendo un film di stampo europeo, ne porta i suoi pregi o difetti: il tono generale si trascina quella malinconia e quel senso di sofferenza che caratterizzano i film europei. Per questa ragione si distacca dalla struttura hollywoodiana del giallo, tanto che il finale del film non è il risultato di indizi piazzati poco a poco, ma una confessione dell’assassino. Ovviamente, la forza del film sta nella scrittura, formata da uno dei maestri della sceneggiatura italiana: Sandro Petraglia, che sa come intrattenere il pubblico e come creare gialli, se non addirittura thriller memorabili.
La Ragazza del Lago: il finale riflette un tipo di cinema europeo che si allontana dal prevedibile e da cui traspirano un dolore e un’afflizione costanti
Risolto il caso d’omicidio, si chiudono, nel finale, anche le altre linee narrative del film che riguardano la vita personale del commissario. Tutto si chiude con un’apparente serenità, che dà, però, l’idea di essere momentanea. Molaioli porta a termine questo film, la cui forza indiscussa è la recitazione di attori del calibro di Servillo, la Golino e Gifuni, e la scrittura, già supportata da un libro, del grande Sandro Petraglia. Il risultato è buono e sicuramente apprezzabile, vista la scarsissima presenza, nel cinema italiano, di film noir, gialli, polizieschi e thriller.
La Ragazza del Lago è stato presentato nel 2007 alla Mostra del Cinema di Venezia ed è stato il film più premiato ai David di Donatello del 2008, riuscendo a guadagnarsi ben 10 premi, tra cui i più importanti (Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore Protagonista).